San Salvador, preso lo Sheraton

San Salvador, preso lo Sheraton Per ore in mano ai ribelli il segretario dell'Osa che sta tentando una mediazione San Salvador, preso lo Sheraton Americani bloccati, Bush medita l'intervento SAN SALVADOR. I guerriglieri del Fronte Farabundo Marti dimostrano di poter colpire ovunque nella capitale salvadoregna. Ieri mattina è caduto nelle loro mani il lussuoso Hotel Sheraton, dove risiede il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa): il brasiliano Joao Baena Soares, giunto nel Salvador per porre in atto una mediazione, è rimasto bloccato per diverse ore, finche i militari lo hanno evacuato, co! consenso dei guerriglieri, assieme ad altri ostaggi — tra loro il corrispondente dell'Ansa e quello dell'Unità — lasciando però sul posto altre decine di persone, compresi 23 americani; secondo i ribelli ci sarebbero 4 consiglieri militari Usa, uno cileno e uno guatemalteco. Con l'occupazione di un settore dell'albergo dove è alloggiato, i guerriglieri hanno voluto dimostrare al segretario generale dell'Osa che non è vero che la ribellione è già stata domata dall'esercito, come avevano affermato le autorità salvadoregne. L'emittente del Fronte «Radio venceremos» ha negato categoricamente che le persone trattenute nell'albergo siano da considerarsi in ostaggio, perché, ha detto, «Noi non siamo terroristi». Ma il portavoce della Casa Bianca Marlin Fitzwater ha detto ieri che i cittadini americani presenti nell'albergo sono «trattenuti contro la loro volontà», e che ciò è da considerarsi «un atto di terrorismo». «Il presidente Bush ha il dovere di proteggere i cittadini degli Stati Uniti, ma non può far congetture sui passi da intraprendere», ha detto ancora Fitzwater; un'affermazione che lascia aperta la possibilità di un intervento militare Usa. Per tutta la giornata l'esercito ha cercato di riprendere l'albergo. I ribelli si trovano al quinto e sesto piano dell'edificio e dalle finestre delle camere rispondono al fuoco dei soldati. L'inviato dell'Ansa Franco Vaselli si trovava nell'ala principale dell'hotel, insieme a quello dell'Unità Mauro Montali, ad altri italiani dipendenti della ditta «Cogefar», e alla delegazione dell'Osa. Fra essi, nessuno ha riportato ferite. Nello stesso quartiere di Colonia Escalon, dove si trova l'albergo, è stato invece ferito alla schiena da una granata il giornalista britannico Paul Iredale, 38 anni, corrispondente dell' agenzia Reuter. L'attacco nel quartiere di Escalon, a Nord Ovest della capitale, era stato lanciato dai guerriglieri ieri mattina alle 4,30 (le 11 in Italia). E' stata attaccata anche una stazione di polizia nel quartiere limitrofo di San Benito; nei due quartieri risiedono l'ambasciatore statunitense William Walker e molti altri diplomatici americani. Sei elicotteri militari hanno sorvolato la zona sparando sui guerriglieri che si trovano nelle strade e sulle falde del vulcano di San Salvador, non lontano dallo Sheraton. In vari punti si osservano colonne di fumo. Centinaia di soldati governativi avanzano lentamente verso le postazioni della guerriglia; l'esercito ha messo in campo anche alcuni carri armati leggeri. In concomitanza con la ripresa dei combattimenti, ieri a Londra un portavoce del movimento guerrigliero ha affermato che i ribelli del Fronte Farabundo Marti non puntano a una vittoria militare, restando invece disponibili a una soluzione politica del conflitto. Il Fronte punta a costituire un governo provvisorio in cui dovrebbero prendere posto «tutte forze che hanno effettivo potere in Salvador, compresi i rappresentanti delle forze armate e degli Stati Uniti». A parte il quartiere di Escalon, combattimenti sono in corso anche in altre zone della capitale, soprattutto nel settore occidentale e nella zona di Merliot. Dopo le prime esplosioni, avvertite all'alba, vi è stata un'interruzione nell'erogazione dell'energia elettrica. Scontri si sono avuti anche sulla principale arteria che collega San Salvador alle regioni occidentali, e sulla Strada panamericana. I guerriglieri affermano di aver abbattuto un elicottero H-500 della forze governative, è il terzo velivolo di cui rivendicano l'abbattimento nelle ultime ore. [e. st.) Una donna ferita durante gli scontri di ieri a San Salvador tra soldati e ribelli

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