Toro, quei 10 minuti di follia di Giorgio Barberis

Toro, quei 10 minuti di follia SERIE 6 Con il Foggia, subito dopo il gol, è scattata l'idea del tutto facile Toro, quei 10 minuti di follia Marchegiani spiega i rischi corsi dai granata TORINO. I gol del Torino sono diventati come i tartufi bianchi. Rari e preziosi. Però anche di qualità. I granata, magari perché sprecano troppo in fase conclusiva («Se Pacione contro il Foggia avesse sfruttato le tre occasioni avute, si parlerebbe di una sua grande gara» chiosa Pascetti), hanno vinto le ultime due partite casalinghe di misura, contro il Cagliari grazie a Cravero, contro i pugliesi per merito di Skoro. Ma tanto basta. Eugenio Fascetti, pur ammettendo che la partita contro la squadra allenata da Zeman non è da portare come esempio, ci tiene anche a sottolineare che «di nostre palle-gol io ne ho contate ben sette». E ammette anche qualche licenza difensiva di troppo, legandola al fatto che la squadra «giocando con tre punte, fatalmente si allunga». Il che, però, può anche risultare non del tutto convincente, visto che in precedenti occasioni e con in campo il tridente (Skoro-Muller-Pacione) Marchegiani aveva trascorso domeniche ben più tranquille di ciucila contro il Foggia. «In effetti dopo il gol — ammette il portiere — abbiamo vissuto dieci minuti di follia: passando in vantaggio abbiamo creduto di aver spento le velleità avversarie e invece il Foggia ha reagite molto bene. Buon per noi che Rambaudi ha colpito male la palla favorendo la mia parata e poco dopo sono riuscito ad anticipare in uscita l'incursione di Codispoti». A conferma che il Foggia ha saputo rendersi pericoloso, Marchegiani ricorda anche come suo intervento più difficile quello che aveva dovuto effettuare in precedenza, quando ancora si era sullo 0-0, su una conclusione ravvicinata, per quanto da posizione angolata, di Barone. «Assestata la squa¬ dra aggiunge poi — nel secondo tempo non abbiamo più corso rischi, in pratica i foggiani non hanno più tirato a rete». Duc-tre palle gol concesse sul | terreno di casa, pur creando i presupposti per realizzarne il doppio, sono indubbiamente molte: Fascetti, che ha anche il compito-dovere di difendere la sua squadra, se la cava con una battuta: «Il migliore in campo è stato Cravero», ma poi lascia capire come sia ben conscio di quanto l'assenza del capitano pesi, e non solo in fase difensi"a ma anche nell'appoggio al centrocampo. Mussi è stato molto diligente nello svolgere il suo compito, ma non gli si può fare certo una colpa se difetta, nei confronti del titolare, anche dell'esperienza. Essendo improbabile che la Disciplinare riduca la squalifica a Cravero, quindi assente anche domenica prossima, è logico pensare che a Licata, con¬ siderando anche che i granata potranno affrontare la gara più raccolti rispetto a quando giocano in casa, il tecnico insisterà su Mussi tanto più che Ferrarese, nei 45' giocati, si è idealmente guadagnato la conferma. A meno che non venga presa in considerazione una candidatura di Romano libero, ovviamente da valutare prima attentamente in allenamento. In archivio la partita con il Foggia, che nei suoi aspetti negativi ha evidenziato una certa propensione dei singoli alle iniziative personali («Abbiamo grosse individualità che vanno sfruttate» sostiene Fascetti), per Licata dovrebbe essere disponibile anche Romano, in panchina domenica perché acciaccato, al quale nell'intervallo era stata praticata anche un'infiltrazione in quanto Fascetti intendeva utilizzarlo. Poi l'infortunio a Skoro ha mutato i piani, mentre fortunatamente Venturin cresceva, dando alla distanza anche l'impressione di aver trovato la posizione giusta e di non patire più la marcatura aggressiva a cui veniva sottoposto. Giorgio Barberis Seconda presenza in serie A domenica per Maurizio Ferrarese, nato a Pordenone il 24-5-1967. Prima giocava nell'Alessandria.

Luoghi citati: Licata, Pordenone, Torino