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Westminster da oggi va in diretta tv oran britaoma mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmtm Ma si teme che la Camera dei Comuni perda la sua tradizionale eccentricità e litigiosità Westminster da oggi va in diretta tv E molti deputati frequentano corsi di tele-comportamento LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si alza il sipario su un nuovo show, un grande show. Non nel West End, ma a Westminster, in Parlamento, dove da oggi le telecamere trasmetteranno le immagini della Camera dei Comuni. Svanisce così la più ferrea privacy in quest'isola. Nel '78, dopo dubbi tormentosi, i Comuni avevano ammesso i microfoni e, ncll'84, la House of Lords, la Camera dei Pari, aveva dato il benvenuto alla tv. Adesso, l'occhio elettronico entra alla House of Commons, in teoria per un esperimento di sei mesi, in realtà per sempre. Anche questa democrazia diventa visibile. Perché si è esitato tanto? Non per tradizionalismo, ma perché la Camera britannica dei deputati è forse la più litigiosa e la più chiassosa nel mondo occidentale. Nell'aula angusta, i parlamentari si sfidano non con discorsi lunghi e solenni, bensì con taglienti duelli verbali, interrotti da invettive o ovazioni. Qui non si parla politichese, si recita con un linguaggio sanguigno che Shakespeare riconoscerebbe immediatamente. C'è il deputato elegantissimo, c'è quello che sembra uscito da un'asta di indumenti usati. C'è il ministro che pisola e quello con i piedi sul lungo tavolo centrale. E' l'invidia di molti Parlamenti, questa Camera che fonde il solenne con l'irriverente, la retorica con lo humour, l'ordine con il disordine. Un senatore americano ha detto: «Il Congresso è così noioso. Questo invece è un club che rispecchia fedelmente le eccentricità degli inglesi». Ecco perché si è esitato. Primo, perché i deputati preferivano non farsi vedere. Secondo, perché temevano che la Camera, sotto l'occhio della tv, avrebbe perso la sua spontaneità, la sua effervescenza e sarebbe divenuta tediosa come tante assemblee straniere. Questo timore potrebbe rivelarsi giustificato. Preoccupati della loro «immagine», frotte di parlamentari seguono da mesi «corsi di telecomportamento». Altri cercano l'aiuto dei colleghi che già conoscono le arti elettroniche. Sir Geoffrey Johnson Smith, deputato tory con lunga esperienza radiofonica, commenta: «Questa tendenza non mi piace. Certo, qualche lezioncina non nuoce, è una scolaresca rissosa, la nostra, ma sarebbe triste se la Camera si trasformasse in un sinodo di angioletti». Il pericolo esiste. Nel '76, Michael Heseltine, ora favorito nella successione alla Thatcher, agguantò la «mazza», l'aureo scettro che simboleggia l'autorità dello Speaker, e l'agitò dinanzi ai la boristi che cantavano «Bandie¬ ra rossa». Offrirà il futuro show scene tanto eccitanti? Probabilmente no. Anche perché la House of Commons ha imposto alla regìa condizioni severe. Le telecamere dovranno mostrare solo chi parla e solo a mezzobusto; dovranno evitare le visioni imbarazzanti, il deputato che dorme, il deputato che sventola il cappello, o i seggi deserti; dovranno deviare immediatamente da ogni alterco, da ogni zuffa, da ogni scambio di minacce. Al primo segno di disordine la regìa si concentrerà sullo Speaker. Anche Margaret Thatcher si prepara alla grande prova. Un deputato tory, Julian Critchley, dice: «Quando salì al potere, Maggy aveva una voce più che stridula. Negli anni passati, ha eliminato una mezza ottava. Adesso, sta tentando di perdere l'altra metà». Mario Cirielio

Persone citate: Geoffrey Johnson Smith, Julian Critchley, Margaret Thatcher, Mario Cirielio, Michael Heseltine, Shakespeare, Thatcher

Luoghi citati: Londra