Castelli da affittare, isole-museo

Castelli da affittare, isole-museo COME INVESfSHE MEOLIO Castelli da affittare, isole-museo ROMA. Svendere il patrimonio pubblico? No, secondo Giovanni Goria: «Ho poca fiducia nel risultato economico. La scelta giusta è gestirlo bene e farlo rendere». Parlando agli studenti di una scuola di Milano, l'esponente de è sulla stessa linea del ministro socialista Formica. Ma quanto possono fruttare i beni dello Stato? Lo Stato affitta tutto, ma a prezzi irrisori. Ci sono, ad esempio, 43 mila concessioni sui beni marittimi, tutte ben catalogate: posa di ombrelloni, cabine, piscine, chioschi, posteggio di mosconi, edicole, parcheggi, dancing, cottage. E ancora: colonie marine, circoli nautici, impianti sportivi, cantieri, officine, ricovero barche, mer- cati ittici, distributori di carburante, approdi turistici, pontili. Tutto questo, sistemato su terreni demaniali, «rende» 82 miliardi l'anno. I dirigenti del ministero non azzardano stime su eventuali recuperi di gettito. Oltre ai progetti per le isole Capraia (parco) ed Elba (miniere e museo), fanno ipotesi. Dice il direttore generale del Demanio, Ernesto Del Gizzo: «I convegni sono diventati un business miliardario. Sappiamo di certi castelli affittati una settimana per cinquecento milioni. Noi abbiamo Castel dell'Ovo, a Napoli. Si potrebbe pensare a un'agenzia che faccia fruttare i suoi saloni. Lo stesso si potrebbe fare con mille altri edifici». [f. gr.J

Persone citate: Castelli, Ernesto Del Gizzo, Formica, Giovanni Goria

Luoghi citati: Milano, Napoli, Roma