NUOVI EDITORI RIUNITI: PIÙ' SCIENZA E ANCORA MARX di Mirella Serri

NUOVI EDITORI RIUNITI: PIÙ' SCIENZA E ANCORA MARX NUOVI EDITORI RIUNITI: PIÙ' SCIENZA E ANCORA MARX AROMA DESSO anche gli Editori Riuniti cambiano volto. La storica casa editrice del pei, in crisi economica da molti anni, è stata sottratta all'egemonia del partito dall'arrivo di due soci di minoranza: la Fintermica con a capo la famiglia Jacorossi e la NordEst che fa riferimento al principe Fabrizio Albata, genero del conte Cini e consigliere della Fondazione omonima, hanno acquistato il 45 per cento delle azioni e portato un capitale di due miliardi e mezzo. Gli Editori Riuniti si preparano così ad una rinnovata immagine. Protagonisti del «nuovo corso» sono Michelangelo Notarianni, presidente voluto dalla segreteria del pei, con una lunga attività di giornalista (dal Manifesto alla direzione del periodico Pace e guerra) e di editor (alla Etas e alla Isedi), e Pier Paolo Benedetto, direttore generale, trentacinquenne factotum della Studio Tesi di Pordenone. Nei prossimi mesi saranno in libreria le memorie di Anna Larina Ho amato Bucharin che raccontano la storia del gruppo dirigente bolscevico, gli scritìi di Cesare Brandi su Giorgio Morandi, l'ultima opera dell'economista Claudio Napoleoni, i testi di alcuni maggiori esponenti della sinistra europea. Si annuncia poi come una chicca del genere, un romanzo di argomento scientifico, in arrivo a primavera: Pensieri notturni di un fisico classico, durante la prima guera mondiale, di Russell McCormmach. Ma altri sono i progetti di maggior peso: in primo luogo un'enciclopedia di classici del pensiero ecologico. E poi si ristamperà l'opera di Carlo Marx in multiple forme: accanto all'opera omnia in edizione criti¬ ca, che sarà conclusa nel '95, tanti volumetti agili, svelti, non appesantiti da note e a basso prezzo per i giovani. Notarianni, cosa cambia dunque e cosa resta nei nuovi Editori Riuniti? «Siamo molto fieri del nostro passato. Ma non vogliamo vivere di rendita. Dobbiamo cercare di rinnovarci. Il terreno privilegiato della nostra ricerca saranno l'ecologia e la scienza». Che ruolo gioca l'immissione di capitali privati? «E' un invito ad uscire dalla dipendenza, una sollecitazione a smettere di far riferimento ad un papà che può pagare tutti i debiti. E' anche la garanzia di un prodotto sempre migliore». Ma se la formula è rinnovata, pubblicare Marx non ha un sapore molto datato? «Al contrario è il nostro bestseller, quello che ci assicura le maggiori vendite. «Il manifesto del partito comunista» spesso è nelle classifiche. Dobbiamo essere attenti anche al bilancio e Marx ci permette di farlo. E poi questo difficile filosofo piace ai giovani. Recentemente proprio la rivista di fumetti Lihus gli ha dedicato un numero speciale. Non è significativo? Credo che riproporre Marx in questo momento sia la migliore garanzia che gli Editori Riuniti possono offrire ai loro lettori: significa che vogliono continuare ad essere un riferimento per tutta l'opinione di sinistra». Sulla stessa linea e con un'ottica molto specifica e attenta alla produzione e alle vendite si muove il direttore generale, Pier Paolo Benedetto. Quali sono i suoi progetti? «Gli Editori Riuniti hanno sempre avuto un modo molto rigoroso di fare i libri, coprendo anche un vasto arco di argomenti. E questo in molti campi: dalla politica alla letteratura. Borges e Amado, Garcia Marquez, Vargas Llosa, Trifonov sono tutti autori che questa casa editrice aveva già pubblicato prima che avessero la loro grande affermazione negli Anni Ottanta. Nei nostri progetti la letteratura sarà un po' ridimensionata, ma intendiamo continuare a muoverci in questa direzione». Cosa ne pensa Tullio De Mauro? Come valuta questi cambiamenti, lui che ha fondato e diretto per gli Editori Riuniti la fortunata collana di divulgazione culturale «I libri di base» ? Risponde De Mauro: «Adesso con i nuovi programmi ben definiti mi auguro che tutto ricominci. Da tempo con molti autori sono in attesa di una risposta: se riprendere oppure no il lavoro della collana. E naturalmente spero che si tratti di una risposta positiva». Mirella Serri

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