MINIME PENE PIÙ' GIUSTIZIA
MINIME PENE PIÙ' GIUSTIZIA MINIME PENE PIÙ' GIUSTIZIA SCRIVE Tamar Pitch: «Di recente, il caso di un subacqueo divorato da uno squalo nei mari di Toscana ha dato luogo, piuttosto che alla commiserazione del disgraziato, alla sua messa sotto accusa: è stato mangiato perché ha spaventato il povero squalo...». E' un passaggio significativo, questo, nell'economia del discorso fatto dalla Pitch in Responsabilità limitate. Attori, conflitti, giustizia penale: un discorso che analizza come le nuove sensibilità sociali e i nuovi soggetti che prendono la parola e reclamano tutela (donne, minori, strati deboli, malati, vittime di calamità o di stragi) producano, fatalmente, criminalizzazione: ovvero nuove forme di responsabilità penale per chi non rispetta, o conculca, i diritti in formazione e i gruppi sociali non protetti. Domande collettive che si affermano e che chiedono garanzie tendono a enfatizzare — anche attraverso «crociate simboliche» - la figura del colpevole e a tradurlo nell'immagine del Male: «A seguito di recenti campagne contro i maltrattamenti ai bambini, i titoli dei giornali reclamano la punizione esemplare delle madri-mostro». Le citazioni sono tratte dal capitolo più originale di un intelligentissimo discorso sulla giustizia penale, sviluppato — attraverso gli strumenti della sociologia — in un libro di grande interesse non solo per gli specialisti. La Pitch rivolge una costante attenzione alle relazioni tra sistema delle pene e trasformazioni in atto nella società civile. E fra le trasformazioni prese in considerazione ci sono quelle che investono gli strumenti del controllo sociale: strumenti e istituzioni che, per un verso, vietano e interdicono, segregano e manipolano (dal carcere all'esercito): e, per altro verso, inducono alla conformità e al consenso (dalla famiglia alla scuola ai mezzi di comunicazione). Oggi, quest'ultima attività è delegata in misura crescente agli enti che elaborano «interventi sul disagio e la povertà, politiche sanitarie e psichiatriche» (alcuni sistemi terapeutici, in particolare quelli relativi alle tossicodipendenze, ne sono un esempio significativo). Lo sfondo generale in cui ciò si realizza è quello di una crescente «penalizzazione» (politiche giudiziarie che perseguono, in primo luogo, non l'obiettivo di eliminare o ridurre le cause della criminalità o di rieducare i criminali, ma di renderli inoffensivi). Per contro, la Pitch sviluppa argomenti a favore del «diritto penale minimo» e, nel fare questo, discute — tra le altre — le posizioni abolizioniste sulla questione della detenzione carceraria. A queste posizioni si rifanno, e da tempo, Ermanno Gallo e Vincenzo Ruggiero, autori de II carcere immateriale. La detenzione viene qui presa in considerazione come «fabbrica di handicap»: mentre è più noto il ruolo del carcere come luogo di contagio (dalla polmonite allo scorbuto, dalla follia all'Aids), si trascura il fatto — scrivono gli autori — che esso «segna le esistenze delle persone e non solo il loro corpo». L'alterazione nella percezione del tempo, dello spazio, dei movimenti costituisce una vera e propria patologia, determinata dal «sistema della sofferenza legale». Dunque, a detta di Gallo e Ruggiero, «da un lato può aversi una implosione nervosa: esaurimento, insonnia, nevrastenia, ipersensibilità, autolesionismo. Dall'altro può verificarsi l'esplosione: aggressività, ribellismo, contrapposizione e, anche se raramente, idealizzazione del proprio ruolo deviante». Coerentemente ai presupposti di partenza, i due autori giungono a una conclusione che rafforza l'ipotesi dell'abolizione del carcere: se il crimine viene ritenuto «un risultato dell'ordine sociale, problema pubblico da affrontare con soluzioni pubbliche», i provvedimenti devono essere diversi dalla detenzione: «riconciliazione, e non pena; minimo di coercizione, massimo di servizi». Ipotesi discutibile, quella abolizionista? Certo, ma — appunto — da discutere: non da rimuovere come «irrealistica». Il «realismo» dell'orrore carcerario dovrebbe giustificare un po' di audacia intellettuale. Luigi Manconi Tamar Pitch Responsabilità limitate. Feltrinelli, pp. 248, L30.000 Ermanno Gallo, Vincenzo Ruggiero Il carcere immateriale Sonda, pp. 144, LI8.000
Luoghi citati: Toscana
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