«Zona franca per la benzina» di Gianfranco Quaglia
«Zona franca per la benzina» Dopo l'ultimo aumento gli automobilisti vanno a tare il pieno oltre frontiera «Zona franca per la benzina» La richiesta dei gestori dell'Alto Novarese NOVARA. La protesta covava sotto la cenere da anni, ma non era mai esplosa. Al massimo mugugni e l'imprecaziune dei gestori, mentre gli automobilisti sfrecciavano verso la frontiera con la Svizzera senza fermarsi. Ma adtiabo i rivenditori di carburante hanno fatto i conti, alla fine del mese le cisterne sono quasi sempre piene e le casse vuote. «Un disastro — dice Giovanni Mariani di Verbania, sul Lago Maggiore — dopo l'ultimo aumento del prezzo in Italia la contrazione delle vendite va dal 50 al 7ù per cento. Gli automobilisti non si fermano più. Migliaia di pendolari ogni giorno passano il confine e si riforniscono in Svizzera, con un risparmio che supera le 500 lire il litro. E noi? Siamo costretti a chiudere. Qualcuno l'ha già fatto, altri hanno pochi mesi di margine». E' scattata la reazione. Pompe chiuse per protesta tutte le domeniche di novembre nei centri della fascia di confine che va dall'Alto Novarese al Varesotto e al Comasco. Una ser¬ rata alla quale aderiscono circa 150 benzinai, dislocati lungo il confine con Vallese e il Canton Ticino. La zona più colpita dalla «fuga» degli automobilisti è quella di Como: nell'80 furono venduti 510 milioni di litri, nell'88 soltanto 267 milioni. Tradotti in lire, significa che i comaschi e i turisti italiani lo scorso anno hanno portato agli svizzeri qualcosa come 250 miliardi di lire l'anno. E l'Erario ha perso circa 170 miliardi. Non sono noti i dati delle altre zone ma esistono situazioni inconfutabili che danno la misura della crisi. A Cannobio, sul Lago Maggiore, (5 mila abitanti) è rimasta una sola stazione e con il 1990 il gestore smetterà. Anche a Cannerò, ultimo paese prima di entrare in Svizzera dal Novarese, l'unico benzinaio sta per abbassare la saracinesca. In Val d'Ossola e nel Varesotto altri si salvano abbinando attività affini: riparano gomme o vendono accessori. Domenica prossima si svolgerà un incontro a Verbania con i rappresentanti di catego¬ ria, amministratori dei centri di tutto l'arco alpino interessato e parlamentari. Se non saranno date assicurazioni di un intervento governativo anche nel prossimo mese di dicembre i benzinai attueranno lo «sciopero bianco» domenicale. Ma sarebbe lecito impedire agli automobilisti di far benzina in territorio elvetico e costringerli a rifornirsi nel nostro Paese? «Non vogliamo niente di tutto questo — ribattono i gestori italiani — ma chiediamo che vengano istituiti buoni benzina, limitati ai residenti, a cjosti concorrenziali con quelli elvetici». In pratica una zona franca per la benzina, così come avviene nelle province di Trieste e Gorizia. In questo senso è già partita una proposta di legge da parte di un gruppo di parlamentari lombardi. Intanto la «fuga» di clienti e la protesta domenicale rischia di scatenare una «guerra» della benzina fra i colleghi italiani e svizzeri. Oltre frontiera i distributori sono sorti còme funghi, proprio per soddisfare le richie¬ ste italiane. Sintomatico è il caso di Brissago (Canton Ticino) che con duemila abitanti ha 7 pompe di benzina. A Gondo (Canton Vallese), ci sono tre stazioni di rifornimento che occupano undici frontalieri italiani. Si dicono molto preoccupati e sono insorti contro l'agitazione dei loro colleghi e la proposta di istituire buoni benzina: «Se andasse in porto la legge da noi non verrebbe più nessuno e gli svizzeri ci licenzierebbero subito». Si profila, insomma, una «guerra del pieno» che preoccupa anche le autorità della Confederazione. Sui giornali elvetici sono apparsi numerosi articoli di protesta contro il fenomeno delle lunghe, esasperanti code degli automobilisti italiani che intasano le aree doganali e i paesi di confine in attesa del rifornimento. Sono insorti anche gli ambientalisti e il governo del Canton Ticino ha già ventilato la proposta di ridurre gli orari d'apertura dei distributori. Gianfranco Quaglia
Persone citate: Canton Vallese, Giovanni Mariani, Novarese, Vallese
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