La Borsa è preoccupata

La Borsa è preoccupata Scambi ridotti: l'indice sale ma non recupera lo scarto dei riporti La Borsa è preoccupata Gli aumenti di capitale, una mina vagante MILANO. La domanda più ricorrente è: chi paga? Chi sottoscriverà gli oltre 1000 miliardi di nuove azioni che saranno emesse nel ciclo operativo di fine anno? La preoccupazione degli operatori è evidente. Piazza Affari mostra vistosi segni di debolezza, gli scambi sono modestissimi, gli acquisti quasi nulli. Proporre ricapitalizzazioni per centinaia di miliardi diventa molto richioso. Già ci sono stati sintomi preoccupanti come il deludente risultato dell'aumento Olivetti (quando mai era successo che un'operazione proposta da De Benedetti finisse col 39% di inoptato?). Oppure la decisione della Pirelli di abbassare di 200 lire il prezzo di emissione delle nuove azioni. Ma, ci si chiede in Borsa, se da un giorno all'altro si possono ridurre gli aumenti di capitale che credibilità hanno i piani finanziari delle imprese? Il mercato è in difficoltà. Una ripro¬ va: l'indice Comit è salito dello 0,53%, ma il modesto progresso non è stato sufficiente a recuperare lo scarto dei riporti. Al via 7 aumenti di capitale: Mediobanca, Gemina, Siele, Fiscambi, Sogefj, Terme Acqui, Pozzi Ginori. Solo Mediobanca ha difeso la parità teorica. Significativo il comportamento di Gemina, maglia nera della riunione. La ricapitalizzazione della finanziaria prevede l'offerta agli azionisti di sole azioni risparmio non convertibili al prezzo unitario di 1000 lire, di cui 500 a titolo di sovrapprezzo. L'operazione è stata accolta male: il diritto ha iniziato la giornata attorno alle 10 lire, quindi è salito fino a 30 lire, risultando, comunque, nettamente inferiore alla parità teorica (106 lire). Negativo anche l'impatto sulla quotazione: il titolo di risparmio Gemina ha chiuso a 1629 lire per scendere dopo a 1470 lire. Preoccupati per l'incerto esito degli aumenti di capitale sono anche gli istituti bancari partecipanti ai consorzi di garanzia. Succede che qualche banca preferisce acquistare i diritti e sottoscrivere i nuovi titoli, per poi rivenderli subito sul mercato, piuttosto che rischiare di tenerseli per mesi in portafoglio come prevedono i regolamenti dei consorzi. Gli scambi, modesti, si sono concentrati soprattutto sulla Fiat. L'Olivetti perde terreno mentre la Cir recupera l'I,6%. E' ritornata a circolare la voce della prossima cessione a un grappo francese della Latina, la compagnia di assicurazioni di De Benedetti. Ferruzzi Agricola e Montedison sono salite e rimangono al centro di voci su possibili operazioni che il vertice della Ferruzzi starebbe studiando. Rinaldo Gianola

Persone citate: De Benedetti, Ferruzzi Agricola, Olivetti, Pozzi Ginori, Rinaldo Gianola

Luoghi citati: Latina, Milano