Il capotreno: i semafori erano spenti

Il capotreno: i semafori erano spenti Il capotreno: i semafori erano spenti «Ho telefonato per istruzioni alla centrale Mi han detto vai, poi ho visto l'altro convoglio» CROTONE. «Correvo con l'auto nella strada che costeggia la ferrovia. Lo scontro era appena avvenuto. Ho frenato e sono corso verso i binari. E' stato terribile: gente che gridava e chiedeva aiuto; e molti che non riuscivano a parlare»: Gaetano Pollinzi è stato uno dei primi soccorritori giunti al casello marcato dalla progressiva chilometrica «237» davanti al quale i treni si sono scontrati. «Dopo di me — aggiunge Pollinzi — è arrivata tanta gente. Ci siamo messi a scavare con le mani fra le lamiere. Credo che i soccorsi siano stati immediati, forse più di quanto si potesse sperare». Conferma di questo arriva anche dal professor Mario Nicito, responsabile del pronto soccorso dell'ospedale «San Giovanni di Dio». «I primi feriti — dice il medico — sono arrivati pochissimi minuti dopo l'incidente. I soccorsi sono stati tempestivi. Per tanti feriti siamo arrivati in tempo, per altri purtroppo non c'è stato nulla da fare». Per uno dei feriti, Pasquale Fiora, macchinista, si è reso necessario il trasferimento nell'ospedale «Pugliese» di Catanzaro. Qui l'uomo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa. Tra i primi a giungere sul luogo del disastro il Procuratore della Repubblica di Crotone, Elio Costa, che, a chi gli chiedeva un parere sulle cause dell'incidente, ha risposto: «Non sono in grado, al momento, di formulare un'ipotesi sulle cause della sciagura. Stiamo acquisendo elementi. Poi si vedrà». Identico comprensibile riserbo anche da parte del commissario straordinario delle Ferrovie, Mario Schimberni, arrivato con un aereo privato nel tardo pomeriggio a Isola Capo Rizzuto. Mentre un vigile del fuoco dice con orgoglio di come lui ed i suoi colleghi abbiano tirato fuori ancora vive parecchie persóne dalle lamiere, poco più in là un ferroviere («Per carità, niente nomi») dice senza mezze parole che «quanto è accaduto è certamente da attribuire ad un errore umano. Perché le macchine funzionano sempre». Uno dei feriti, Salvatore Valente: «Non ricordo nulla, se non la sensazione di un brusco rallentamento del treno e poi un rumore fortissimo». Ernestina Spadafora: «E' stato terribile, una cosa che non dimenticherò mai. Soprattutto quelle grida: le avrò sempre nelle orecchie». Anche se non esistono conferme ufficiali, sta prendendo corpo la certezza che il disastro sia da mettere in relazione ad un prolungato blocco dell'impianto che da Sibari sovrintende al governo «elettronico» del traffico. Tanto che il capotreno del convoglio proveniente da Catanzaro, Salvatore Cambretta, una volta giunto ad Isola Capo Rizzuto si è accorto che i segnali erano spenti ed ha chiesto istruzioni a Sibari. «Tutto a posto», gli è stato detto, «puoi andare avanti»; cosa che lui ha fatto non sapendo che, di lì a pochi minuti, il treno sarebbe andato a scontrarsi con il convoglio proveniente da Crotone. «E questo — dice il capotreno quasi a voler anticipare le domande che qualcuno gli dovrà fare — sta scritto sui verbali. Lì c'è tutto». L'incidente ha avuto eco immediata in Parlamento: in un'interrogazione alcuni senatori comunisti indicano tra le cause della sciagura «le condizioni di arretratezza della linea e la mancanza di standard accettabili di sicurezza». Diego Minuti

Persone citate: Diego Minuti, Elio Costa, Fiora, Isola Capo Rizzuto, Mario Nicito, Mario Schimberni, Salvatore Cambretta, Salvatore Valente

Luoghi citati: Catanzaro, Crotone