Ultima suspense alla Porta di Brandeburgo di Tito Sansa

Ultima suspense alla Porta di Brandeburgo Ultima suspense alla Porta di Brandeburgo Ogni notte migliaia attendono che si apra il simbolo della città divisa BERLINO EST DAL NOSTRO INVIATO «Insomma, apre o non apre?» si domandano impazienti un po' tutti a Berlino, tanto a Ovest quanto qui a Est. Sottintesa è la porta di Brandeburgo, simbolo della città e (dipende dal punto di vista) della divisione o della unità della Germania. Da quando una settimana fa il governo della Ddr ha abbattuto gli sbarramenti attraverso il muro, il mondo intero aspetta che si apra la storica porta. Che il nuovo primo ministro, il comunista riformista Hans Modrow, presenti stamane in Parlamento il suo nuovo governo, che annunci mutamenti sostanziali nella politica (come la privatizzazione delle piccole aziende), sembra interessare poco l'opinione pubblica. Prima di andare a letto, migliaia di persone vanno ogni notte in pellegrinaggio verso la porta di Brandeburgo. A Ovest arrivano i nottambuli, le signore in abiti lunghi provenienti dai teatri, i giovani usciti dalle discoteche, qui intere famiglie, camerieri, operai che hanno finito il turno di notte o stanno per cominciarlo. Per andare a Ovest i berlinesi dovranno dunque passare da altre parti come stanno facendo. Per questo fine settimana è attesa un'invasione massiccia sia a Berlino Ovest che nella Germania federale. Già otto milioni e mezzo di persone (un abitante su due della Ddr) hanno ottenuto il visto di uscita. «Se si muoveranno tutti — ha detto un portavoce del Senato di Berlino — avremo un esodo biblico» invitando i tedeschi occidentali a non andare a Berlino perché vi saranno code lunghe fino a cento chilometri. A Berlino Ovest e nella Germania Occidentale gli abitanti della Ddr continueranno a comperare quelle merci che qui scarseggiano. Già ieri in alcune cittadine vicine al confine le scorte di dolciumi, frutti esotici e detersivi sono andate esaurite, sono finiti perfino i regali di Natale. Ma per comperare i tedeschi dell'Est hanno bisogno di marchi pesanti dell'Ovest. Pur di procurarseli accettano il cambio nero di dieci a uno (ieri era sceso a dodici a uno tanto massiccia è stata l'offerta) oppure rivendono a Ovest generi che hanno acquistato per poco a prezzi sovvenzionati dallo Stato. Si assiste a un assalto ai grandi magazzini non solo dall'altra parte ma anche da questa parte del muro. Laggiù per acquistare generi «di lusso», qui per poter rivendere. Un giovanotto è stato fermato con duemila paia di scarpe, e si sono visti molti automobilisti che portavano verso Ovest diverse paia di sci da fondo e molte famiglie con decine di chili di carne e di salumi. Ma c'è anche un fenomeno di accaparramento perché si è sparsa la voce (smentita dal ministro delle Finanze Hòfner) che il marco della Ddr verrà svalutato. Presa dal panico, la gente dà fondo ai risparmi e compera quel che può, soprattutto televisori, orologi ed elettrodomestici. Preoccupati, i responsabili dell'economia hanno annunciato misure per bloccare il contrabbando, soprattutto quello di valuta. Ma la vera piaga, la più seria minaccia di svendita della Ddr viene dai polacchi. «Soltanto in ottobre — ha detto il direttore delle dogane della Ddr Gùnther Arndt — 700 mila polacchi sono venuti qui da noi arricchendosi a nostre spese». Ha spiegato come fanno: vendono illegalmente prodotti polacchi come vodka e chincaglierie, con il ricavato comperano merci tedescoorientali, come tessuti e biancheria, che poi rivendono a Berlino Ovest. Cambiano i marchi pesanti in marchi della Ddr (al tasso di 1 per 10), tornano a Berlino Est, acquistano a basso prezzo generi alimentari che scarseggiano in Polonia e poi li rivendono in patria. Il danno arrecato all'economia della Ddr è valutato in 4 miliardi di marchi, circa 3000 miliardi di lire. La crisi nella Ddr si sta estendendo, in diversi settori vi è allarme. Manca per esempio la benzina per i milioni di auto¬ mobili che si dirigono verso Occidente, le code di macchina in attesa di rifornirsi arrivano in taluni punti fino a 8-10 chilometri e le autobotti non possono arrivare perché molti autisti sono fuggiti in Occidente. Mancano i medici, mancano gli infermieri, a Berlino Est 500 condotte su 1000 sono chiuse. Ma ci sono anche buone notizie: le riserve di caccia della Ddr, finora accessibili solo ai dirigenti del partito, verranno aperte a tutti, anche agli occidentali che però dovranno pagare in valuta pesante. Il teatro Bat segnala che ha messo in scena opere finora vietate del cecoslovacco Vaclav Havel, mentre il ministero dell'Istruzione informa che nelle scuole verrà adottata la settimana corta e che verrà abolito l'insegnamento del marxismo-leninismo. La svolta è in pieno svolgimento, anche il quotidiano del partito Neues Deutschland ha cambiato direzione. Ma la gente ha una sola preoccupazione — trovare i marchi pesanti — e una sola curiosità — «quando apre la porta di Brandeburgo?». Tito Sansa

Persone citate: Arndt, Hans Modrow, Vaclav Havel