Troppi aumenti per il listino
Troppi aumenti per il listino Troppi aumenti per il listino In vista richieste per migliaia di miliardi MILANO. Piazza Affari chiude, al ribasso (-0,58%), il ciclo di novembre. Ma la Borsa non può mettere in archivio i suoi problemi. Da starnane una nuova raffica di aumenti di capitale si abbatterà su un mercato depresso in cui il giro degli affari ha registrato una brusca caduta. Oggi, primo giorno del ciclo di dicembre, sette società quotate, ovvero Mediobanca, Gemina, Bonifiche Siele, Fiscambi, Sogefi, Terme Acqui e Pozzi Ginori chiederanno al mercato 1008,3 miliardi. Inoltre prenderanno il via anche due au¬ menti gratuiti, quello da 99 a 103 miliardi della Cantoni (gruppo Inghirami) e quello da 60 a 63 miliardi della Poligrafici Editoriale (gruppo Monti). Ma non finisce qui la corsa agli aumenti. Negli ultimi due giorni le assemblee della Sip, Burgo e della Pirelli hanno varato operazioni nell'ordine dei duemila miliardi e il collocamento della Premafin di Salvatore Ligresti comporta una richiesta di 438 miliardi. In tutto più di 3500 miliardi in un momento abbastanza depresso. In questa situazione, poi, non c'è da attendersi troppo dal siste¬ ma bancario. Ieri Bankitalia ha lanciato una maxioperazione di pronti contro termine: 4500 miliardi contro i 3 mila in scadenza. E' evidente che per le autorità monetarie l'obiettivo principale consiste nella regia, sempre più difficile di un sistema che deve assicurare la copertura del debito pubblico. I tassi registrano un primo, timido accenno di ribasso ma la concorrenza per il mercato azionario resta troppo forte. Per la Borsa resta poco spazio né c'è da aspettarsi troppo dai fondi, alle prese con la coda dei riscatti. Alle spalle, poi, c'è l'amaro precedente dell'Olivetti, che ha chiuso l'operazione di aumento con una quota inoptata del 39%, un primato negativo che la dice lunga sulla situazione attuale. L'impressione è che, di fronte a questa marea, il mercato rischi di dover sopportare una lunga fase di digestione delle varie emissioni e che anche le offerte più lusinghiere dovranno fare i conti con un'ondata inopportuna. E' il caso di chiedersi se non si poteva pensare ad uno scaglionamento più prudente delle richieste, [u.b.]
Persone citate: Pozzi Ginori, Salvatore Ligresti
Luoghi citati: Milano
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