Il Sud rischia il black-out

Il Sud rischia il black-out A casa 3500 operai che ora vogliono bloccare un altro impianto Il Sud rischia il black-out 7/ Tar ha fermato la centrale di Cerano BRINDISI. Cancelli sbarrati, cantieri chiusi, 3500 operai senza lavoro. Dopo quattro mesi, la costruzione della Centrale Termoelettrica di Cerano, a pochi chilometri da Brindisi, è di nuovo ferma. Anche questa volta la causa è un'ordinanza del Tar, che ha di nuovo provocato una protesta che rischia di lasciare al buio mezza Italia Meridionale. Circa 200 lavoratori di Cerano, infatti, hanno cominciato ieri un'assemblea permanente dinanzi all'ingresso della Centrale di Brindisi Nord ( 1280 megawatt di potenza) che produce quasi l'85 per cento dell'energia elettrica consumata dalla Puglia e da altre cinque regioni del Sud. Non si è ancora arrivati al blocco dell'attività, ma i presupposti ci sono tutti. Nelle prossime ore, se la protesta dovesse impedire l'ingresso dei dipendenti, l'Enel — come avvenne a luglio — potrebbe attuare un piano di emergenza bloccando la centrale. Ne conseguirebbero black-out a scacchiera. L'ordinanza emessa la scorsa settimana dalla sezione leccese del Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Lega Ambiente, dalla Provincia e dal Comune di Lecce oltre che da sette centri della Provincia salentina, tutti esclusi dall'intesa raggiunta a Roma il 4 agosto con il ministro dell'Industria Battaglia. Dopo quell'accordo, il sindaco di Brindisi, Cosimo Quaranta,.de, aveva dato il via libera ai lavori, che già in precedenza erano stati bloccati da un'altra sentenza del Tar. La storia della Centrale Termoelettrica di Cerano (dovrebbe avere una potenza di 2640 megawatt) è costellata di ricorsi e controricorsi che hanno radici nel 1986. Quell'anno l'allora sindaco di Brindisi, il socialista Errico Ortese, firmò un'ordinanza di sospensione dei lavori. Motivo: i pericoli per l'ambiente e la difformità esistente tra il progetto presentato dall'Enel e il progetto che l'Ente aveva presentato all'amministrazione comunale per ottenere la licenza edilizia. A quella decisione l'Enel si oppose. Seguì una nuova ordi¬ nanza con la quale il sindaco Ortese autorizzò la ripresa dei lavori, a condizione che non venissero realizzate opere infrastnitturali. Ma anche a quell'ordinanza l'Enel rispose con un ricorso. A luglio di quest'anno il Tar diede ragione all'amministrazione comunale di Brindisi. I lavori furono bloccati, le oltre 100 aziende appaltatrici che operano a Cerano misero in libertà 3500 dipendenti. La protesta si scatenò. Gli operai bloccarono le strade di accesso all'aeroporto riuscendo a rallentarne l'attività. Ma soprattutto presero d'assedio la Centrale di Brindisi Nord, i cui impianti furono bloccati. Conseguenti i black-out program¬ mati dall'Enel, che interessarono, oltre alla Puglia, anche Basilicata, Molise, Marche, Abruzzo e Campania. L'Enel li giustificò come un'esigenza tecnica. Più duramente, Verdi parlarono di una «vendetta». Dopo il prevedibile ricorso presentato dall'Enel al Consiglio di Stato arrivò l'intesa di Roma, in seguito alla quale il sindaco di Brindisi Quaranta autorizzò la ripresa dei lavori. Un episodio che indusse la Procura della Repubblica a inviare avvisi di garanzia allo stesso sindaco, alla giunta e ad alcuni tecnici comunali. Il resto è storia recente, con il ricorso accolto dal Tar, la nuova sospensione dei lavori e il nuovo assedio della Centrale di Brindisi Nord. Ieri i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il direttore della Centrale, Sciannimanico, al quale hanno esposto le ragioni della protesta. I sindacalisti hanno chiesto inoltre la sospensione dell'attività produttiva, che — ha detto Sciannimanico — potrà verificarsi solo se la protesta impedirà l'ingresso nello stabilimento. Intanto è slittato l'incontro che una delegazione salentina avrebbe dovuto avere oggi con la Presidenza del Consiglio. Di reindustrializzazione del territorio e della Centrale di Cerano — argomenti all'ordine del giorno — si parlerà probabilmente nei prossimi giorni. Antonio Aitino

Persone citate: Antonio Aitino, Cosimo Quaranta, Errico Ortese, Ortese, Sciannimanico, Verdi