Fascicoli negati al Csm
Fascicoli negati al Csm Caso Bologna Fascicoli negati al Csm ROMA DALLA REDAZIONE Dopo le polemiche sul «caso Palermo» sfociate nel trasferimento dei giudici Di Pisa e Ayala, per i consiglieri di Palazzo dei Marescialli si annunciano altre sedute calde. Ieri la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura ha iniziato l'esame della «questione Bologna», una «patata», secondo molti consiglieri, «ancora più bollente di quella riguardante il palazzo dei veleni del capoluogo siciliano». Già alle prime battute, infatti, sono nati sospetti e incomprensioni: la procura della Repubblica di Firenze, che sta indagando sulla denuncia di Roberto Montorzi (l'avvocato di parte civile «dimissionario» che rappresentava i familiari delle vittime della strage alla stazione) contro nove magistrati bolognesi accusati di collusione con esponenti del partito comunista, ha detto «no» alla richiesta del Consiglio superiore della magistratura di inviargli gli atti del processo opponendo il segreto istruttorio. E' la prima volta che l'autorità giudiziaria si oppone ad una richiesta dei giudici di palazzo dei Marescialli. Ed è difficile prevedere come potrà concludersi il «braccio di ferro» appena cominciato. Ieri, dopo averne discusso per tutta la mattinata, i consiglieri della prima commissione, che dovranno istruire la procedura di trasferimento dei giudici bolognesi indiziati, hanno deciso di prendere altro tempo e di rinviare l'esame del caso alla prossima settimana. Fra i nove magistrati bolognesi, oltre al pm Libero Mancuso, al presidente della corte d'assise, Mario Antonacci, e al supplente Antonio Grassi, c'è ancora una volta il sostituto procuratore Claudio Nunziata, che proprio ieri ha accettato il trasferimento dalla procura al tribunale di Bologna per un episodio diverso già passato al vaglio del Csm. Venerdì, inoltre, la commissione disciplinare di palazzo dei Marescialli dovrà decidere anche sulla richiesta del ministro della Giustizia Giuliano Vassalli che ha proposto sempre per Nunziata la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. L'ufficio istruzione di Firenze lo ha infatti rinviato a giudizio per calunnia nei confronti di un collega.
Persone citate: Antonio Grassi, Ayala, Claudio Nunziata, Di Pisa, Giuliano Vassalli, Libero Mancuso, Mario Antonacci, Roberto Montorzi
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