festa hollywoodiana per lo 007 della scienza
festa hollywoodiana per lo 007 della scienza Ma da Ginevra Riabbia lancia un allarme: servono 700 miliardi per pagare i debiti e altri mille per superare gli Usa festa hollywoodiana per lo 007 della scienza Inaugurato il super-acceleratore che svelerà i segreti della vita GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Il premio Nobel Carlo Rubbia ha cominciato così il suo discorso: «Vostra Maestà, Signori capi di Stato, Altezze Reali, Signori Ministri, Signori Ambasciatori...». E ha subito stupito quella parte della platea che lo conosce come uomo di scienza, ma anche come grande dribblatore di formalità. Ieri non sarebbe stato — quell'esordio — il solo motivo di sorpresa nella giornata di festa al Cern, Centro europeo di ricerche nucleari. All'inaugurazione ufficiale del Lep, «il più grande strumento scientifico del mondo», costato oltre mille miliardi di lire, c'era un'orchestrina sinfonica accanto al palco degli oratori, che punteggiava le pause di Rubbia con nobili stacchi musicali; c'era un grande schermo su cui scorrevano immagini del tipo «United colors of Benetton», che mostravano giovani fisici di tutte le razze impegnati in un comune lavoro; c'erano al soffitto fari mobili, da discoteca, che proiettavano palline luminose rosse e blu in corsa forsennata su un lunghissimo lenzuolo bianco addossato in cerchio lungo le pareti di un pur spartano auditorium. Le palline rosse e blu simboleggiavano gli elettroni e i positroni: microcosmo da indagare. Il Lep (dalle iniziali di «Large electron and positron accelerator») ò l'ormai famosa macchi¬ na sotterranea — costruita dentro un tunnel che ha quattro metri di diametro ed è lungo ventisette chilometri — con la quale battaglioni di fisici europei e d'Oltreoceano (cinquemila l'anno, a rotazione) intendono carpire gli ultimi o penultimi segreti dell'atomo: ricerca pura, nessuna applicazione in vista, nulla a che vedere con i pericoli dei reattori nucleari o chimici. La macchina funziona da qualche settimana. «La sua attivazione è stata eccezionalmente rapida», dice Rubbia. Dunque, se già funziona, appare chiaro l'intento promozionale dell'inaugurazione di ieri, fatta di fronte a quasi duemila persone di almeno venti diverse nazioni (centocinquanta i giornalisti): ai primi posti il re Carlo XVI Gustavo di Svezia, Harald principe ereditario di Norvegia, il presidente francese Francois Mitterrand, il ministro sovietico dell'Industria Vitali Konovalov, il nostro vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli, mezza dozzina di ministri europei della Ricerca scientifica. Membri attuali del Cern sono dieci Paesi comunitari più Svizzera, Austria, Norvegia e Svezia. Ma perché c'era bisogno di questa inaugurazione promozionale e un tantino cinematografica? A voler continuare in Europa gli eccezionali giochi senza frontiere della scienza, occorre una barca di quattrini e il Cern sembra agli sgoccioli: ha già subito una cura dimagrante con l'invio in pensione di 230 suoi dipendenti (che ora sono 3357). E ha contratto debiti per 700 miliardi di lire. Debiti che naturalmente saranno onorati, grazie ai contributi degli Stati membri, purché il «tenore di vita» dell'organismo internazionale sia un po' abbassato, come suggeriscono «fastidiosamente» soprattutto gli inglesi. Insomma, suona qualche campanello d'allarme e il direttore del Cern Carlo Rubbia con la cerimonia di ieri sembra aver voluto chiamare a raccolta i suoi più convinti sostenitoricontribuenti. Il re di Svezia, nei suo discorso ufficiale, ha elogiato i successi scientifici del Cern, facendo intendere quanto sarebbe penoso vedere l'Europa, oggi prima al mondo negli esperimenti di fisica delle particelle e delle alte energie, perdere per «avarizia» questo invidiabile ruolo di alfiere. Il presidente Mitterrand ha voluto sottolineare che in questo campo non si deve pensare al Cern «come a un lusso di Paesi ricchi». E' vero che con il Lep non s'intravedono all'orizzonte applicazioni industriali né scoperte venalmente utili all'uomo. «Ma la ricerca di base — ha soggiunto — prima o poi ha sempre comportato grandi realizzazioni: dai raggi X al laser, dai superconduttori alla microelettronica, dai transistor all'informatica...». Claudio Martelli ha annunciato che per il prossimo anno promuoverà in Italia una riunione di tutti i ministri europei della Ricerca scientifica, pro¬ prio per mettere a punto una politica comune di incoraggiamento dei programmi del Cern, razionalizzandone la gestione, ma senza centellinare i contributi. «In modo da non pregiudicare la posizione di primato del prestigioso organismo in campo internazionale — ha detto Martelli —, ma invece appoggiandone l'espansione attraverso formule appropriate di collaborazione con altri Paesi europei e attraverso collegamenti organici con Stati Uniti, Canada, Giappone, Urss». Nel suo discorso inaugurale sul Lep, Rubbia ha indirettamente messo in guardia tutti sui pericoli, diciamo così, della concorrenza: gli americani, soliti esagerati, costruiranno per esempio nel Texas un enorme «collisionatore superconduttore» in un tunnel sotterraneo di ottanta chilometri, tre volte più grande del Lep (novemila miliardi di lire), ha ricordato Rubbia. Poi ha battuto indirettamente cassa, annunciando che con «soli» altri mille miliardi il Cern potrebbe tranquillamente «dare la polvere» a chiunque: «Costruendo un collisionatore ad adroni, da installare nello stesso tunnel del Lep». Applausi. E frenetico ricorso in platea al dizionarietto scientifico, per ripassare le informazioni su neutrini, collider, leptoni, fotoni, bosoni, particelle di Higgs e, ora, sui quasi inediti adroni. Franco Giliberto sposizione dei fisici nucleari ssa circolano in direzioni oste, dentro un tunnel di 27 ometri, elettroni e positroni. e le particelle si scontrano gli nziati hanno collocato i loro plessi apparati sperimentai cati in prevalenza allo studio e particelle Z POSITRONI INGRESSO DEI FASCI DI PARTICELLE e-* ELETTRONI MAGNETI PER FOCALIZZARE FASCI DI PARTICELLE li Lep è oggi la più grande macchina a disposizione dei fisici nucleari In essa circolano in direzioni opposte, dentro un tunnel di 27 chilometri, elettroni e positroni. Dove le particelle si scontrano gli scienziati hanno collocato i loro complessi apparati sperimentai dedicati in prevalenza allo studio delle particelle Z
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