La grande purga in casa di Abu Nidal

La grande purga in casa di Abu Nidal LIBIA m, Abbandonato dai suoi guerriglieri, scaricato da Gheddafi, il terrorista è rimasto solo La grande purga in casa di Abu Nidal LOlp: ha sepolto nel cemento centinaia di seguaci moderati WASHINGTON DALLA REDAZIONE Abu Nidal ha condotto a termine una feroce purga nel suo gruppo terroristico, il Consiglio Rivoluzionario Al Fatah, assassinando di persona o facendo eliminare almeno 22 membri del Comitato Centrale e dell'Alto Comando, e almeno 150 guerriglieri, e si accinge a compiere la più sanguinosa serie di attentati della sua carriera. Lo hanno comunicato alla Cia i servizi segreti dell'Olp, l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, precisando che Abu Nidal ha scatenato le purghe per liberarsi degli elementi moderati del gruppo, favorevoli alla linea negoziale di Arafat. Il capo terrorista, secondo un'inchiesta del settimanale «Famiglia Cristiana», sarebbe stato abbandonato da quattrocento seguaci rifugiatisi nei campi dell'Olp che gli da la cac¬ cia. Quasi tutte le vittime della purga sono state convocate da Abu Nidal nella sua abitazione di Tripoli, in Libia, «per consultazioni» e sono state poi sepolte sotto colate di cemento su cui il leader terrorista ha fatto erigere nuove costruzioni o nel campo di addestramento contiguo. Sulla base di queste informazioni, la Cia e i servizi segreti israeliani hanno intensificato la caccia ad Abu Nidal, per impedirgli di compiere nuove stragi in Medio Oriente e in Europa. La notizia degli eccidi interni del gruppo era trapelata qualche giorno fa, quando Gheddafi aveva dichiarato alla rivista egiziana «Al Mussawar» di «rammaricarsi» dell'appoggio dato ad alcune organizzazioni terroristiche, senza peraltro fare il nome di Abu Nidal. Domenica il «New York Times» l'ha confermata ufficialmente, pub¬ blicando alcuni passi di un rapporto segreto inviato all'Olp e a Gheddafi da due ex membri del politbjuro del Consiglio Rivoluzionario Al Fatah, Abdul Rahman Issa e Atef Abu Bakr, e dalla vedova del numero due del gruppo, Sobhia Murad. Il rapporto svela come negli ultimi mesi Abu Nidal abbia eliminato ogni potenziale nemico interno. «Li invitava a casa per una discussione politica e li uccideva sul posto», dice il documento. «Poi li seppelliva in una buca del terreno, coprendola di cemento». Murad fu eliminato in questo modo, e sulla sua tomba Abu Nidal eresse una nuova ala della sua villa. Il rapporto, lungo 22 pagine e compilato alla fine di ottobre, sostiene che il suo sicario è il marito della nipote, Amgad Atta, il segretario del Comitato Centrale, e che tra le sue vittime ci sono il cognato Hussein Ai Bitarm e il comandante militare del gruppo Haj Abu Mousa. Secondo il dossier, Abu Nidal ha fatto assassinare non solo 150 guerriglieri ma anche 300 tra informatori, iscritti all'Olp e presunti agenti israeliani e americani. Il campo di addestramento di Asswani presso Tripoli sarebbe stato «il teatro dei massacri» e nasconderebbe «decine i cadaveri». Abu Nidal ha così ripreso il controllo assoluto di un'organizzazione di 500-1000 uomini circa, legata ad altri gruppi terroristici mediorientali come gli Hezbollah libanesi. Lo scorso settembre, Abu Nidal ha giustificato i massacri affermando che ì'Olp, da cui si staccò nel '74 in profondo dissenso con Arafat, e in particolare il suo numero due, Saleh Khalef, avevano ordito una congiura ai suoi danni. Issa ha ribattuto che il leader terrorista «è completamente pazzo», e prepara «un'ondata di attentati peggiori di quelli visti sinora».

Luoghi citati: Europa, Libia, Medio Oriente, Palestina, Tripoli, Washington