Riecco Lentini, il figliol prodigo

Riecco Lentini, il figliol prodigo Quasi sicuramente Torino tutto italiano nel superscontro di serie B a Pisa Riecco Lentini, il figliol prodigo Pascetti non vuol rischiare l'infortunato Skoro e lancia il giovane attaccante uscito dal castigo La sfida con la squadra granata non riscalda la tifoseria toscana delusa dalla retrocessione PISA DAL NOSTRO INVIATO L'invasione di cinquemila tifosi granata non basta a far salire la febbre del tifo nerazzurro. La gente pisana non ha ancora perdonato ad Anconetani la retrocessione, i dubbi su Incocciati rimasto sull'Arno dopo troppi tentennamenti di re Romeo, i tardivi acquisti di alcuni rinforzi come il viola Bosco o il napoletano Neri. Inoltre il costo del biglietto è superiore alla media della scorsa stagione. Il cassiere nerazzurro si considererà felice oggi se l'Arena Garibaldi raggiungerà i 18 mila spettatori. Dai ritiri di Forte dei Marmi e Pescia, Fascetti e Giannini (che giocarono un anno insieme nel Viareggio, l'ultimo prima del ritiro del tecnico granata) continuano a versare secchi d'acqua sulla sfida tra le superpotenze della B. No, non c'è paura che l'ambiente si infiammi, la tifoseria pisana s'è quest'anno gemellata anche con quella del Licata e domenica scorsa con quella dell'Ancona. E con i tifosi granata da tempo i rapporti sono ottimi. In entrambi gli allenatori prevale il buon senso di non dipingere questa sfida come delicata, decisiva, da non perdere. Il campionato è lungo, all'unisono affermano: «E' importante solo per il prestigio». Spiega Fascetti: «L'obiettivo resta la serie A, ci sono due punti in palio ma per mantenere l'imbattibilità basta conquistarne uno, perdere mi scoccia sempre, lo sapete». E Giannini: «Siamo in una fase interlocutoria del campionato, conta muovere la classifica, una sconfitta non sarebbe un dramma ma proprio noi, ovvio, dovremo cercare almeno di non perdere». Dichiarazioni pacate come quelle che per tutta la settimana hanno messo a confronto a distanza (oggi saranno insieme a soffrire però) i presidenti Borsano e Anconetani. Il boss pisano ha tessuto le lodi di Fascetti. Il tecnico afferma: «La sua esperienza nel calcio è storica, lui per primo sa quanto è difficile tornare subito in A, quanto sia facile scesi in B rischiare addirittura di scivolare in C. Comunque, come il Toro, anche il Pisa ha una squadra migliore di quella dell'anno scorso. Anconetani sa muoversi con intelligenza, Borsano si sta inserendo bene, auguro a entrambi tanti anni di successi ma io a Pisa come allenatore non mi vedrei». Nel Torino c'è ancora un dubbio. Skoro non ha del tutto assorbito le botte al ginocchio rimediate col Cagliari. Il giocatore è ottimista, ma sul suo impiego Fascetti lascia molti dubbi: «Lo so che già mi manca Muller, ma devo anche pensare al prosieguo del torneo, e se poi perdo Skoro per altro tempo?». L'impressione è che Fascetti stia facendo di tutto per tener desta l'attenzione del figliol prodigo Lentini. «Certo — fa capire —, se Skoro non ce la fa potrebbe toccare al ragazzo». In definitiva il Torino dovrebbe però cominciare con questo undici: Marchegiani, Mussi, Rossi, Enzo, Benedetti, Cravero, Skoro, Romano, Pacione, Policano e Venturin. In panchina Martina, Lentini, Sordo, Bianchi e Ferrarese. Al contrario Pisa senza dubbi di sorta: Simoni, Cavallo, Lucarelli, Argentesi, Calori, Bosco, Dolcetti, Cuoghi, Incocciati, Been e Piovanelli. Con Lazzarini, Dianda, Moretti, Fiorentini e Neri tra le riserve. Per Venturin (che coprirà il vuoto di Muller) l'occasione di giocare dall'inizio davanti ai compagni dell'Under 21 che assisteranno a Pisa-Torino prima di partire con lui per l'Inghilterra. «I tifosi del Toro mi hanno finora apprezzato più per quello che ho fatto in azzurro che in granata. Maldini mi sta dando fiducia ma io so che il mio futuro è nel Toro. Per questo ci terrei a ben figurare a Pisa. Giocherò da mezza punta, davanti a Romano che resta uno dei punti .di forza della squadra. Ma il fatto stesso che Fascetti ci abbia già dato modo di giocare insieme è la dimostrazione che possiamo coesistere». Franco Battolato