Si fa in casa il test-atrazina

Si fa in casa il test-atrazina Presto potremo scoprire da soli se l'acqua del rubinetto è pura Si fa in casa il test-atrazina L'annuncio di un americano ad «Agribiotec» BOLOGNA NOSTRO SERVIZIO Mercoledì, ore 10. Nella sala del Palazzo dei congressi, nel quartiere fieristico, sono stipati circa 400 agronomi e ricercatori di tutt'Italia. L'annuale megaconvegno sulle biotecnologie verdi s'è iniziato da poco. Sul palco dei relatori parla Bruce Ferguson, presidente dell'americana Immunosystems Inc. «Ho una buona notizia da darvi — dice Ferguson —. La nostra società ha messo a punto un test, super rapido per la determinazione dei pesticidi nei succhi di frutta». I congressisti non si. scompongono: conoscono bene le potenzialità dei «saggi immunoenzimatici» (più semplicemente biotest), ma sui risultati pratici sono ancora scettici. Spiega Ferguson: «Il Benomyl è uno dei fungicidi più diffusi in frutticoltura. Determinare la pre¬ senza di residui richiede molto tempo e costa sui 200 dollari. Il test che abbiamo messo a punto negli Stati Uniti è 15 volte meno caro, dura dai 20 ai 90 minuti e può essere fatto anche in casa». La diapositiva proiettata sul grande schermo della sala convegni mostra le dieci operazioni essenziali per scoprire il fungicida nel succo. Roba da piccolo chimico, insomma; un po' più complesso di un normale test di gravidanza. Niente di più. Versare, diluire, agitare, aspettare. E alla fine osservare il colore del liquido, o meglio «leggerne» l'intensità attraverso un apparecchietto portatile. «Anche per l'atrazina siamo pronti —• incalza Ferguson —. Ognuno di noi potrà analizzare l'acqua direttamente in casa. Stiamo pensando a un kit, un test fai-da-te. Per il Temik, invece, vi sono dei problemi, ci vorrà più tempo». Atrazina e Temik sono tristemente noti in Italia; il primo legato all'inquinamento delle falde, il secondo alla coltivazione dei pomodori. «I biotest — dice Yves Galante dell'Assobiotec — sono meno costosi delle metodologie tradizionali, veloci, semplici e precisi. Sul fai-da-te, però, andiamoci piano. La ricerca attuale punta su metodi e ritrovati per specialisti, da usare in campo, nei processi di lavorazione, grandi punti di vendita e ristorazione». Ma un'ora più tardi, un altro ricercatore, l'australiano John Skerritt del Wheat Research Institute di Csiro, rincara la dose. Questa volta l'imputato da ricercare non è un pesticida chimico, ma una proteina naturale, presente nei cereali, il glùtine, un grosso problema per chi soffre del «morbo ciliaco». Tito Gaudio

Persone citate: Bruce Ferguson, Ferguson, Tito Gaudio, Yves Galante

Luoghi citati: Bologna, Italia, Stati Uniti