Alla Galbani comincia l'era Ifil-Bsn di Valeria Sacchi

Alla Galbani comincia Pera Ifil-Bsn Umberto Agnelli spiega l'operazione finanziaria, nasce un polo alimentare da 3800 miliardi Alla Galbani comincia Pera Ifil-Bsn Grande Stevens nuovo presidente, la gestione ai francesi MILANO. «Nel nuovo vertice Galbani, si fondono la capacità e la professionalità del management Galbani, con le competenze della gestione tecnico-operativa di Bsn, al fine di affrontare con successo un'ulteriore fase di sviluppo in Italia e l'apertura ai mercati esteri». Così Umberto Agnelli ha commentato ieri il rinnovo dei vertici della società alimentare, in occasione dell'assemblea della Galbani, vertici che riflettono la nuova composizione azionaria della società che, attraverso la Ifil Partecipazioni, fa capo per il 65 per cento alla Ifil e per il 35 per cento alla francese Bsn Gervais Danone. Carlo Campominosi, che ha guidato la Galbani per 27 anni, si è ritirato («Desidero esprimere a Carlo Campominosi il ringraziamento e l'ammirazione per i successi raggiunti dalla Galbani sotto la sua guida» ha aggiunto Umberto Agnelli). Nel nuovo organigramma di vertice, la presidenza è quindi stata assunta da Franzo Grande Stevens. Vicepresidente e amministratore delegato è Gabriele Galateri, consigliere delegato della Ifil, mentre il secondo amministratore delegato operativo è Michel Cicurel, designato dalla Bsn. Nel consiglio di amministrazione siedono: Umberto Agnelli, presidente di Ifil, Antoine Riboud, presidente di Bsn, Emilio De Longhi, George Lacallier, Philippe Lenain, Virgilio Marrone e Nicolò Nefri. Mentre la presidenza è di matrice Ifil, la gestione passa dunque nelle mani dei francesi, sotto la supervisione di Cicurel, un esperto di mass-marketing, approdato recentemente alla francese Bsn dopo aver lavorato in una società del gruppo Compagnie Financière. Cicurel sarà assistito da Emanuele Sbarbaro, fino a ieri vicedirettore generale della Galbani, ora divenuto direttore generale. La guida operativa si chiude con Patrick Gournay, condirettore generale, già direttore generale della Gervais Danone Italia. Volta pagina la Galbani, tre mesi e mezzo dopo il passaggio di proprietà da alcune finanzia¬ rie estere ad Ifil e Bsn-Danone. «L'occasione di questa assemblea consente anche di fare il punto sulle operazioni relative all'acquisto della Galbani, che possono considerarsi concluse» ha detto sempre ieri Umberto Agnelli, precisando che «in particolare l'aumento di capitale Ifil ha avuto luogo con pieno successo; la Bsn ha acquistato per 150 miliardi circa il 15 per cento di Ifil Partecipazioni, che è ora controllata al 65 per cento da Ifil e al 35 per cento da Bsn; l'aumento di capitale di Ifil Partecipazioni da 525 a 1200 miliardi, più 675 miliardi di sovrapprezzo, è stato interamente sottoscritto dagli azionisti Ifil e Bsn. Le cinque finanziarie che detenevano il controllo della Galbani, hanno in corso la fusione in un'unica società denominata Galbani Finanziaria, controllata al 100 per cento da Ifil Partecipazioni». Ricordiamo che, oggi, Ifil Partecipazioni ha in portafoglio esclusivamente il 100 per cento di Galbani, dal momento che il pacco di azioni Fiat (circa il 7%) detenuto dalla società è stato acquistato direttamente dalla Galbani. Per finanziare l'operazione Galbani, Ifil è ricorsa ad un aumento di capitale in occasione del quale, accanto ai soci già presenti (Bsn, Danilo Fossati di Star con Findim, e la giapponese Daiwa Securities) fa il suo ingresso, con una partecipazione compresa tra il 6 e il 10 per cento, il Fondo Pensione del Kuwait. Con l'operazione Galbani, non solo il polo alimentare che fa capo a Ifil e a Gervais Italia raggiunge un fatturato di 3800 miliardi, ma la composizione del portafoglio Ifil per settori, muta radicalmente. Nel gennaio del 1987, vale a dire prima che partisse l'alleanza con Gervais Danone, il portafoglio Ifil era così ripartito: 77% meccanico (la partecipazione Fiat), 23 per cento tra terziario, ossia assicurazioni (Toro), grande distribuzione (Rinascente) e Mito. Oggi il panorama è completamente mutato: il meccanico rappresenta il 30% (comprende una partecipazione diretta in Fiat pari al 2,7 per cento e un altro 7% attraverso Galbani), il terziario il 9 per cento (dopo il passaggio alla Fiat di pacchi azionari, oggi Ifil ha in portafoglio il 21,2 per cento di Toro, il 12,9 per cento di Saes, che significa Rinascente, e il 49% di Mito-Prime). L'alimentare è salito invece al 60 per cento e 1' 1% è rappresentato dall'alberghiero, un settore questo destinato a crescere, dopo l'accordo con la francese Accor per la costruzione di venti alberghi in cinque anni. Di pari passo alla Galbani, anche l'Ifil ha dunque mutato fisionomia, con partecipazioni che, in un certo senso, si equilibrano maggiormente tra di loro in funzione anticiclica. Valeria Sacchi Il presidente dell'Ifil Umberto Agnelli Antoine Riboud, presidente del gruppo francese Bsn

Luoghi citati: Ifil, Italia, Milano