Mosca ora minaccia di denunciare la Scala

Mosca ora minaccia di denunciare la Scala «Gli italiani sapevano di esportare oggetti proibiti, ma hanno dichiarato il contrario: decideremo le sanzioni» Mosca ora minaccia di denunciare la Scala // capo della dogana: «Contrabbandavano 100 chili di caviale, icone e oro» MOSCA DALLA REDAZIONE Le dogane sovietiche controbattono alla Scala e rilanciano l'accusa del vice direttore del «Gozkonzert», Alexander Valentinovich Sedov: alla compagnia italiana, secondo il direttore della dogana all'aeroporto internazionale di Sheremetevo, Ghennady Dimitrovich Shadrin, sono state sequestrate «molte icone, più di una ventina», «una grande quantità di quadri e oggetti di antiquariato», «una quantità commerciale di orologi sovietici» e «oltre cento chili di caviale nascosto fra il materiale artistico». Non è vero inoltre, ancora secondo Shadrin, che «la modalità del controllo ha superato i limiti della decenza e della legalità», e che ci sono stati danni agli strumenti musicali, come i responsabili del Teatro hanno dichiarato alla «Stampa»: «Tut¬ to questo non corrisponde assolutamente alla verità. Ho assistito al controllo e l'argomento non è stato nemmeno sollevato. Il sequestro è avvenuto in presenza di un rappresentante del ministero della Cultura, che è competente a giudicare il valore degli oggetti di antiquariato, e durante il controllo non ci sono state proteste da parte italiana». La polemica scatenata dalla dichiarazioni dei dirigenti del teatro milanese al loro rientro in Italia dopo la tournee in Unione Sovietica, e riesplosa con clamore dopo le dichiarazioni alla «Stampa» del vice direttore del «Gozkonzert», Sedov, continua dunque con un'altra dura presa di posizione sovietica. «Compilando la dichiarazione doganale, un rappresentante del Teatro ha scritto che fra i bagagli e il materiale artistico non c'erano oggetti dei quali è proibita l'esportazione. Invece li abbiamo trovati, e li abbiamo trovati soltanto perché abbiamo fatto il normale controllo ai raggi X alle valige personali, per via delle norme di sicurezza abituali. Nelle valige c'erano icone, quadri, oggetti di antiquariato. Perciò abbiamo controllato anche le casse del materiale artistico». Gli italiani erano stati informati delle norme sovietiche? «Il 3 novembre c'era stata una riunione fra tutte le organizzazioni interessate, Gozkonzert, La Scala, Aeroflot e Dogana per chiarire le modalità di passaggio della compagnia italiana e del loro materiale. Le nostre norme erano state spiegate allora». Quanto al caviale, ha aggiunto Shedrin, «ai membri della troupe italiana è stato concesso di portare alcuni barattoli di caviale, ma per i rappresentanti dell'amministrazione del teatro il discorso è diverso: aveva¬ no con sé una grandissima quantità di caviale». «Vista l'importanza della tournée — ha proseguito — abbiamo deciso di risolvere la cosa a livello della dogana, anche se attualmente non si può dire quali sanzioni verranno appplicate, visto che non c'è ancora il risultato della perizia». «Se il valore delle merci rinvenute è alto — ha precisato Shadrin —, si darà il via all'inchiesta giudiziaria, in caso contrarioci si limiterà ad una multa». In ogni caso, il capo della dogana ha escluso che, per quanto riguarda le icone, si trattasse di falsi: «Non posso dire se si tratta di oggetti storici, ma hanno un valore, ed è vietato esportarli. D'altra parte questa valutazione è stata confermata anche dal rappresentante del ministero della Cultura, che lavora permanentemente presso la nostra dogana». Cominciata con una prima al teatro Bolshoi di Mosca il 5 ottobre scorso, la tournée della Scala si è conclusa una settimana fa. Ritornati a Milano, alcuni esponenti dell'amministrazione avevano innescato una polemica, accusando il «Gozkonzert» di corruzione e di avere posto ostacoli di ogni sorta al lavoro della troupe italiana. Ora l'organizzazione sovietica è passata al contrattacco. Giovedì, inattesa e clamorosa, la replica di Sedov («Gli italiani si vogliono vendicare perché alla dogana gli hanno trovato addosso oggetti d'oro»). Ieri il capo della dogana ha alzato il tiro, agitando addirittura lo spauracchio di un'inchiesta giudiziaria. Da Milano, stavolta, non è giunta alcuna reazione. Il weekend spiega un silenzio al quale sembrano destinate a sostituirsi molto presto le parole delle diplomazie italiana e sovietica.

Persone citate: Alexander Valentinovich Sedov, Da Milano, Dogana, La Scala, Sedov, Shadrin

Luoghi citati: Italia, Milano, Mosca, Unione Sovietica