«Prematuro riunire la Germania»

«Prematuro riunire la Germania» Bush e Baker tranquillizzano il Cremlino: la nuova Europa va gestita insieme «Prematuro riunire la Germania» Gli Stati Uniti in allarme per il crollo dell'Est WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E* impossibile descrivere l'eccitazione e la preoccupazione che da giovedì regnano alla Casa Bianca. I colpi di scena nel blocco sovietico hanno d'improvviso imposto a Bush, impreparato ad affrontarlo, il problema di un nuovo ordine europeo, che sostituisca quello contro natura della fine della guerra. Mentre crolla il muro di Berlino, e uno dopo l'altro i Paesi comunisti si avviano verso la democrazia e il libero mercato, l'America deve affrontare il problema della riunificazione delle due Germanie e di una possibile smobilitazione della Nato e del Patto di Varsavia. Dopo quasi mezzo secolo di stabilità, in cui la sua politica si è obbligatoriamente ispirata al contenimento dell'Urss, Washington deve trovare una strategia alternativa. E' un trauma, perché impone la revisione degli schemi consolidati. In questa prospettiva, il vertice del 2 e 3 dicembre si è trasformato da una presa di contatto tra Bush e Gorbaciov in uno svolta: a Malta, potrebbe chiudersi il triste capitolo della storia europea apertosi a Yalta. Bush e il segretario di Stato Baker hanno trasmesso agli alleati e a Gorbaciov un messaggio di prudenza, concentrandosi sulle prospettive immediate. Il Presidente ha affermato che gli Stati Uniti non intendono strumentalizzare la crisi del blocco sovietico; «non vogliamo rendere la vita difficile a nessuno» ha detto; ha auspicato che i giovani tedeschi orientali «restino nel loro Paese a combattere per le riforme», non contribuiscano cioè a destabilizzarlo; e ha offerto «tutto l'aiuto possibile alla Germania Federale per dare asilo ai profughi». Baker ha aggiunto che è prematuro parlare di riunificazione delle due Germanie: «Dalla semplice apertura dei confini occorreranno molti passi intermedi — ha spiegato —, innanzitutto le libere elezioni a Berlino Est». E ha ammonito che «lo sconvolgimento dell'Europa va gestito nell'ambito delle alleanze», un invito a Gorbaciov a un dialogo multilaterale, per prevenire rivolte e repressioni. Il palese disagio della Casa Bianca, al di là della retorica sfida reaganiana al Cremlino, «tear down the wall» tirate giù il muro, nasce da un duplice timore: che Gorbaciov si presenti a Malta con una grossa sorpresa, a esempio un progetto per fare delle due Germania un'area neutrale e smilitarizzata; oppure che gli eventi in Europa gli sfuggano di mano, e portino a una colossale Tienanmen, un bagno di sangue come a Pechino. Sebbene consapevole delle critiche — la rete televisiva Cbs ieri lo ha accusato di «indecisionismo» —, Bush vuole procedere con cautela, e una volta tanto ha l'appoggio della maggioranza del Congresso. Dal Texas, dove ha tenuto un discorso di politica interna, il Presidente ha telefonato a Kohl e sembra a Mitterrand e alla signora Thatcher per chiedere loro consiglio. Nelle prossime ore Bush proseguirà le sue consultazioni con Andreotti e gli altri leaders della Nato. Matura il disegno di un vertice alleato, primo o dopo quello con Gorbaciov a Malta, per stabilire quali iniziative prendere. «E1 il momento più delicato dell'era postbellica» ha sottolineato Baker. Nnel frattempo la Casa Bianca ha rifiutato di pronunciarsi sulle conseguenze a medio termine del «great awakening» il grande risveglio europeo orientale, come lo ha definito il New York Times. Baker ha affermato che è «prematuro» discutere delle possibile tappe per una transizione ordinata verso un nuovo ordine europeo, come una confederazione delle due Germanie, e Bush ha ribadito che «la Nato è e rimarrà sempre una realtà irrinunciabile per tutti, anche per Bonn». Ma lo staff del Presidente e i suoi consiglieri non sono stati altrettanto riservati: uno studioso, Richard Farkas, ha affermato che «entro un anno o due al massimo, Berlino sarà una città aperta e unita», l'ex ambasciatore Herbert Okun ha alluso a una Germania «integrata almeno economicamente nel prossimo quinquennio», e Madeline Albright, la direttrice del Centro di politica nazionale, ha ipotizzato un'Alleanza Atlantica e un Patto di Varsavia «con strutture diverse, non militari». Teorizzando «la fine dell'impero di Stalin», Brzezinski ha sostenuto che nel giro di poche settimane «scoppierà una seconda primavera a Praga». Mercoledì circolava la voce, peraltro poi non confermata, che Gorbaciov avesse inviato un messaggio personale a Bush. La Casa Bianca era nel caos — 10 abbiamo verificato di persona — e Bush dirigeva una riunione sui rapporti Est-Ovest con Baker, col consigliere per la sicurezza nazionale Scowcroft, 11 capo di Gabinetto Sununu, il ministro della Difesa Cheney e alcuni altri collaboratori. Abbiamo appreso che il Presidente ha ordinato uno studio urgente sui due blocchi, e che potrebbe mandare Baker in Europa a giorni. Le luci dello studio ovale sono rimaste accese fino a notte fonda. Dopo aver salutato Corazon Aquino, il presidente delle Filippine in visita ufficiale, Bush è rimasto ore e ore davanti alla tv, in maniche di camicia, con al fianco Scowcroft, Baker e Sununu, i suoi collaboratori più fidati, per assistere alla diretta della Nbc dal muro di Berlino. Ci hanno riferito che ha lasciato lo studio profondamente commosso. In questo week end, si consiglierà con i suoi predecessori, Nixon, Carter e Reagan, e l'ex segretario di Stato Kissinger. Il Presidente teme che gli avvenimenti si susseguano con troppa fretta. Ennio Carette ^ Centinaia di giovani delle due Berlino hanno festeggiato ieri pomeriggio sul Muro la fine della separazione della città