Krenz: mai più indietro di T. S.

Krenz: mai più indietro Krenz: mai più indietro Esonerati 4 falchi del Politburo BERLINO EST DAL NOSTRO INVIATO «Non torneremo indietro» ha promesso ieri sera, applauditissimo, il nuovo segretario generale del partito della Ddr Egon Krenz a una folla di 70-80 mila fedelissimi raccolti in uno dei luoghi storici di Berlino, il Lustgarten, stretto in riva alla Sprea tra il Museo di storia patria, la Galleria nazionale e la cattedrale di Sant'Edvige. «Il nostro primo compito è di riconquistare la fiducia che il nostro partito ha perduto per gli errori commessi e le colpe di cui si è macchiato. Inchieste sono in corso e tutti i colpevoli verranno puniti», ha assicurato prima di ripetere che vi saranno libere elezioni. Su un punto l'uomo che ieri l'altro ha aperto a sorpresa il muro di Berlino è stato inequivocabile, quello della guida del Paese. «Siamo pronti a cambiare, spalla a spalla con il compagno Gorbaciov — ha detto —, ma non siamo disposti a cedere la nostra responsabilità». Al termine della giornata più drammatica e più chiassosa della storia della Ddr, durante la quale circa centomila cittadi¬ ni sono andati a fare una passeggiata a Berlino Ovest (e circa 2500 non sono più tornati), il comitato centrale del partito riunito in seduta straordinaria ha concluso in sordina e tra il disinteresse generale i suoi lavori di tre giorni, varando il programma d'azione che verrà reso noto appena oggi. Dietro le porte chiuse della riunione che (si è saputo) è stata molto animata, si è delineato un altro dramma, quello dei compagni additati come responsabili della crisi. Quattro dei membri del nuovo Politburo eletto appena tre giorni fa sono stati esonerati dal loro incarico. Tra di essi quel Hans-Joachim Bòhme, avversario di ogni riforma. Con due vittime della grande purga cominciata meno di quattro settimane fa, Mittag e Herrmann, stretti collaboratori di Honecker, già espulsi dal Politburo, il Comitato Centrale è stato severissimo. Sono stati messi alla gogna, accusati di malversazioni e di corruzione, la procura generale dello Stato è stata incaricata di aprire un'inchiesta sul loro operato «gravemente nocivo per il partito e per il Paese». Un'azione giudiziaria è stata avviata pure nei confronti di un numero imprecisato di funzionari e di agenti di polizia accusati di violenze, di brutalità e perfino di sevizie commesse durante e dopo la manifestazione di protesta del 7 ottobre a Berlino. La magistratura, esaminate circa 350 denunce presentate da altrettante vittime della polizia, ha deciso di procedere. «Come vedete—ha detto un portavoce della polizia — non nascondiamo nulla, facciamo sul serio, manteniamo quello che abbiamo promesso». Anche Egon Krenz, parlando al comizio dei comunisti, ha detto: «Noi non firmiamo cambiali in bianco. Solo così otterremo la vostra fiducia e quella di tutti i cittadini». Ai compagni che reclamavano a gran voce un congresso straordinario del partito ancora entro quest'anno ha risposto con un deciso rifiuto. E cantando l'Internazionale, con il braccio alzato e il pugno chiuso, i compagni si sono stretti intorno ai loro nuovi dirigenti. E' la prima volta che accade da quando il 18 ottobre Egon Krenz ha annunciato la svolta. La parola d'ordine che ora circola è «Lottare per un socialismo migliore». [t. s.]

Persone citate: Egon Krenz, Gorbaciov, Herrmann, Honecker, Krenz

Luoghi citati: Berlino, Berlino Ovest, Ddr