TUTTI SEDOTTI DA ALMA MAHLER

TUTTI SEDOTTI DA ALMA MAHLER TUTTI SEDOTTI DA ALMA MAHLER QUANDO si evoca il tramonto viennese e ci si sofferma sulle grandi figure che hanno caratterizzato la cultura della Mitteleuropa, i volti delle donne di quella stagione, di così intense e contraddittorie emozioni, appaiono fuggevoli, immersi in un ritmo di valzer che anestetizza melanconie e angosce. E' così per Lou Andreas Salomé, per Franziska zu Reventlow e in particolare per Alma Mahler, alla quale ora la francese Francoise Giroud dedica un'esauriente e stimolante biografìa (Garzanti, pp. 199, L. 24.000). Alma e altre donne che hanno in comune con lei vari tratti emergono nell'orizzonte di un'epoca quali incarnazioni di un femminino eterno, che riprende l'enigma delle sfìngi antiche e lo veste di seduzioni moderne, sottili e ambigue, coerenti alla complessità di pulsioni che il dottor Freud va scoprendo e che Klimt dipinge con linee sinuose e perturbanti. La Giroud si addentra in un turbinio di rapporti e di passioni Ed è uno studio che rivela una partecipe riflessione: l'au trice è stata direttrice di «Elle» e inoltre ministro della Condi zione femminile e ministro della Cultura. La lettura avvince, ne risulta una galleria di ritratti e di passioni, un caleidoscopio dove si condensa e rifrange tutta la vita artistica e culturale di anni magici. Alma emerge come una rabdomantica Circe; si innamora di uomini di genio, vive i loro successi e soprattutto è infallibile nello scoprirne il talento. L'unico uomo ad essere già celebre, come direttore d'orchestra, al momento dell'incontro, è Gustav Mahler. Gli altri, l'architetto Walter Gropius, il pittore Oscar Kokoschka, lo scrittore Franz Werfel sono, quando li conosce, esordienti sui quali nessuno fa investimenti. Oltre che Circe, è dunque senz'altro Musa accorta e paziente: dopo aver fatto l'amore con Werfel lo mette alla scrivania e sorveglia che lavori. Ed è capace di superare tragedie, la perdita di tre figli, disagi politici, difficoltà di ogni sorta, ritrovando sempre una vitalità inesauribile. La Giroud è affascinata dal personaggio ma non ha simpatia per la donna, la sente narcisista, egoista. fredda e indulge ad accogliere alcune ironie di Canetti. Eppure è proprio Canetti a sorprendere sul viso di questa bellezza, affascinante e altera come le Erodiadi di Klimt e di von Stuck, «straordinariamente grandi le lacrime... perle enormi, gioielli senza prezzo»: un dolore che l'apparenta a Schnitzler e a Hofmannsthal. Questa ricchezza emotiva di Alma è l'aspetto che rimane più trascurato. Solo riascoltando i Lieder da lei composti, leggendo le sue lettere e i suoi diari se ne ricostruiscono elementi più veri. La nostra biografia tende però ancora allo stereotipo: è la donna che si compiace della seduzione, in un gioco di sentimenti che non evita sviluppi distruttivi. Ma perché è così inquieta? La Giroud non ha dubbi nel rispondere: gli uomini geniali, gli artisti non tengono conto della sua creatività, ella ne soffre e ritrova la sua identità nel provocare e amministrare innamoramenti. Molti elementi, in apparenza, convergono a questa tesi: si concentra nell'arte di essere amata, non si occupa degli eventi storici, sfugge la politica, non si cura di cose pratiche. In verità Alma entra nell'esistenza dei suoi uomini semplicemente catalizzando dei percorsi che comunque seguirebbero determinate linee E' letteralmente, come la ritrae Kokoschka, «la fidanzata del vento». Se mai, l'educazione sentimentale nietzschiana, comune a Lou Salomé, la rende consapevole che i moti dei desideri e degli istinti pretendono il conflitto. La sua vicenda, come quelle di Lou e di Franziska, è la messa in scena puntuale delle scoperte della psicoanalisi e prima ancora di una cultura che ha osato porre la crisi a suo fondamento e contemplare antinomie e ambivalenze in tutte le loro espressioni. Che questa visione del mondo sia attiva e profonda in lei, oltre la superficie del feuilleton sentimentale, lo conferma la nota di diario su quanto accade a Weimar, primavera del 1920: «Rivoluzione - morte... frastuono e paura... Reazione, e tutto come il gioco infantile di ragazzi. Un'operetta fallita. Nessuno se. il perché. E devo sapere io sempre il mio "perché", là dove tutti gli uomini non hanno cervello?». Giuliana Morandini

Luoghi citati: Weimar