IL DETECTIVE DELLA FISICA
IL DETECTIVE DELLA FISICA IL DETECTIVE DELLA FISICA LA probabilità che un volo dello Shuttle finisca in una tragedia è di uno su centomila secondo i massimi dirigenti della Nasa, l'ente spaziale americano Ma e di uno su cento secondo gli ingegneri che, per la Nasa, la navetta spazialo l'hanno progettata e costruita. Una differenza di mille volte. Martedì 28 gennaio 1986 il venticinquesimo lancio fini in un terrificante spettacolo pirotecnico e nella cascata di fuoco persero la vita sei astronauti e una insegnante, Christa McAulitt-- l<i cui presenza sullo Shuttle era essenzialmente propagandistica, L'inchiesta chiari che, tra le molte leggerezze della Nasa, una era stata fatale: non si era tenuto conto del fatto ciie il mastice di un certo giunto dei razzi di supporto a bassa temperatura perde completamente la sua elasticità. Per scoprire che la tragedia aveva una causa cosi banale ci voleva un'intelligenza non ba naie, ma bastava un esperimento molto semplice: immergere un po' di quel mastice in un.bicchiere contenente acqua »■ cubetti di ghiaccio. E' ciò che Richard P. Feynman, premio Nobel per la fisica, ha fatto - platealmente durante una riunione della commissione d'inchiesta sull'incidente dello Shuttle presieduta dall'ex segretario di Stato William Rogers. E ora tutti i retroscena dell'inchiesta ce li racconta Feynman stesso in un libro postumo, messo insieme dai suo amico musicista Ralph Leighton: Clic t'importa di ciò che dice la gente?, lettura agile e piacevole, benché talvolta disturbata da banali errori di stampa. Feynman e morto poco più di un anno fa. ucciso da un tumore contro il quale aveva lottato per un decennio. Il suo nome resterà nei libri di fisica. I «diagrammi di Feynman», consacrati dal Nobel nel 1965 e ani ch'essi di una semplicità che soltanto le menti geniali riescono a concepire, sono uno strumento teorico fondamentale per capire le particelle che costituiscono i mattoni dell'uni! verso. Molto prima dei «diaj grammi» vengono i contributi i del giovane Feynman alla costruzione della bomba atomica, ! e dopo i contributi alla teoria \ dell'interazione debole, in colI laborazione con Murray Geli- Man, l'«inventore» dei quark. Le indagini sull'incidente dello Shuttle sono state l'ultimo e atipico lavoro di Feynman. Indagini scomode, perché questo grande fisico abitualmente impegnato in astratte ed eleganti teorie, e stato anche un personaggio imprevedibilmente estroso, radicalmente libero da ogni complesso, geneticamente controcorrente, come ben sanno i lettori della sua quasi-autobiografia, uscita anche in Italia un anno fa, sempre da Zanichelli, Lei sta scherzan do, Mr. Feynman!. Indagare su quel drammatico 28 gennaio della Nasa non era esattamente il compito più normale per un fisico teorico. Ma Feynman aveva doti di detective e soprattutto una inesauribile curiosità. Cosi, nonostante la modesta diaria concessa ai commissari (75 dollari al gior¬ no), si appassionò al lavoro e riuscì a districar?,! tra le oscurità difensive dei tecnici e le pressioni politiche, contribuendo in modo determinante ai risultati dell'inchiesta. Si deve a lui se oggi lo Shuttle, che rimane una magnifica macchina, non è più un totem tecnologico e se l'intera politica spaziale americana sta attraversando un periodo di revisione. La seconda metà di questo libro ò un rapporto sul rapporto della commissione d'inchiesta. La Nasa e la stessa amministrazione degli Stati Uniti non ne escono bene, ma bisogna ammettere che alla fine, come deve avvenire in una vera democrazia, la verità è venuta fuori in tutta la sua crudezza: magari in Italia sapessimo sull'aereo caduto a Ustica ciò che oggi tutto il mondo sa sull'incidente dello Shuttle. 11 dato sulle probabilità di insuccesso delle missioni è il più traumatico. Altri dati quasi altrettanto sconvolgenti riguardano le incrinature nelle palette delle turbine dei motori principali e malfunzionamenti in una decina di altri punti vitali della navetta spaziale. Tutte cose che il lettore apprenderà con un interesse pari allo scori certo, constatando che Feynman non e stato soltanto uno scienziato geniale ma anche un narratore istintivo, con una vena ironica ora affiorante ora sotterranea ma sempre avvertibile e un gusto innato per l'aneddoto. Tutte qualità che spiccano anche nella prima metà di questo libro, reso inevitabilmente frammentario dalla morte dell'autore. Le pagine iniziali, infatti, non riguardano la vicenda della navetta spaziale, ma una serie di vicende autobiografiche, in qualche caso anche molto intime. Si veda per esempio il capitolosulla morte della prima moglie dello scienziato, uccisa giovanissima dalla tubercolosi: qui si scopre un Feynman buon narratore, con un ritmo che talvolta ricorda l'Hemingway più facile e più intriso di un roman ticismo sfacciatamente sentimentale anche quando i sentimenti appaiono dissimulati. Non manca, infine, una specie di testamento spirituale. Sono le riflessioni conclusive sul valore della scienza. La scienza ha valore, dice Feynman, perché può produrre qualcosa di utile all'uomo e perché certamente procura un piacere intellettuale. Ma più ancora conta un «terzo valore»: «Lo scienziato ha una vasta esperienza dell'ignoranza, del dubbio, dell'incertezza. Quando uno scienziato non sa la risposta a una domanda, ò ignorante. Quando ha una vaga idea del probabile risultato, e incerto. E quando è sicuro del risultato, maledizione, gli rimane qualche dubbio». Proprio il contrario del trionfalismo scientista. Il che spiegherà anche al lettore la lezione di anticonformismo e indipendenza contenuta nel titolo-epigrafe del libro. Piero Bianucci Richard P. Feynman «Che t'importa di ciò che dice la gente» Zanichelli, pp. 240, L. 26.000 sttd laico I rviniKiii uni nulli le aiiisr tirila iruu<i/iu del ( 'halleiiaer
Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Ustica
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