A Berlino nel nome di Toscanini

A Berlino nel nome di Toscanini La trionfale tournée dell'Orchestra dell'Emilia Romagna nella Rdt A Berlino nel nome di Toscanini Oasi di musica in un Paese tormentato I]N mezzo ai fatti di cronaca che maggiormente hanno segnato queste ultime settimane mi è ca.Jpitato di ripetere la sin- fpiare esperienza di Fabrizio ala battaglia di Waterloo, ovvero di colui che passa attraverso gli eventi più clamorosi senza avvedersene. Mi è capitato attraversando in lungo e in largo nei giorni scorsi la Repubblica DemGciulica Tedesca al seguito dell'orchestra della regione Emilia-Romagna «Arturo Toscanini», che ha svolto in quel tormentato Paese una riuscitissima tournée di concerti. Raggiunsi l'orchestra a Lipsia, ma il destino volle che passassi tra una manifestazione e l'altra, così potei rivedere in tutta tranquillità l'antica chiesa di San Tommaso sulle cui mura scure ed arcigne c sulla tomba di Giovanni Sebastiano Bach, una semplice lapide all'inizio dell'abside, mani devote non si stancano di deporre fiori freschi. Una piccola folla, quasi tremila persone, l'ho vista radunarsi nello splendido Gewandhaus, la celebre sala da concerti alla quale, come da una sorgente sonora, sono sgorgati alcuni fra i maggiori capolavori della musica sinfonica tedesca del secolo scorso. Pochi anni fa il Gewandhaus è stato ricostruito con una struttura moderna che garantisce un'acustica eccellente e conserva in una certa misura l'antica forma di bacino con l'orchestra sul fondo e il pubblico tutto all'intorno. La folla convenuta al Gewandhaus aveva un aspetto tranquillo ed ordinato come si conveniva allo scopo della adunala e con grande competenza ha ascoltato il terzo Concerto per orchestra di Petrassi, le Varia zioni sinfoniche di Dallapiccola, le Pause del silenzio di Malipicro e 1 Pini di Roma di Respighi. Successo calorosissimo, che ha riempito di giusto orgoglio i musicisti di questa orchestra eccellente e il direttore Soudant. Allontanandosi da Lipsia si entra in una dimensione provinciale quieta e un po' grigia. Weimar con le memorie illustri di Goethe e di Liszt se ne sta serenamente appartata tra boschi e colline adorni di autunnale bellezza e Zwickau è altrettanto quieta, solo un po' più triste a causa dell'orizzonte industriale. In entrambe le cittadine l'orchestra «Arturo Toscanini» porta un po' di luce con un concerto interamente dedicato a Ravel: Ma mère l'oye, il Bolero, Daphnis et Chloé ed il Concerto per pianoforte e orchestra per la sola mano sinistra che ha avuto in Michele Campanella un interprete di grande eleganza e efficacia. Finalmente l'orchestra parte alla volta di Berlino, dove darà due concerti nel celebre Schauspielhaus. Il viale Unter den Linden e la Alexanderplatz sono pieni di gente, ma si tratta di uomini daffari, turisti ed altre persone che non intendono dare vita ad alcuna dimostrazione. Ci stiamo d'altronde avvicinando all'epilogo e sarà da un musicista tedesco che verrò a sapere della destituizione di Honeckcr. Le espressioni di speranza sono anche questa volta caute, quasi timorose, tipiche di coscienze troppo a lungo sfiduciate. Per evadere da questa atmosfera così mesta la cultura è evidentemente lo strumento migliore e se si aggiunge l'antica e nobile consuetudine dei tedeschi per le manifestazioni musicali, si comprende perché le sale da concerto siano sempre così affollate da un pubblico dall'aria grave e talvolta perfino ispirata. Eccoci dunque davanti allo Schauspielhaus: solenne come un tempio l'edificio si erge al centro di una piazza ai cui lati spiccano perfettamente simmetriche le due chiese francesi. Lasciando immutata la forma esteriore la celebre sala da concerti e stata ricostruita con tutto il fasto dell'antica rchitettura. L'immenso spazio è scandito da neoclassiche colonne in marmo bianco e da balconate cariche di stucchi dorati. Fasto ed eleganza fanno comprendere che a Berlino e nelle altro capitali tedesche il concerto ha uno stato sociale pari a quello dell'Opera. Siamo lontani dalla tradizione italiana ma l'orchestra della regione Emilia-Romagna, installata per due sere in quel tempio della musica, fa una figura eccellente sfoggiando nelle partiture di Ravel e in quelle dei maestri italiani del '900 una pienezza di suono e una ricercatezza di fraseggio che suscitano applausi torrenziali. Enzo Restagno Nella Lipsia di Bach, nella Weimar di Goethe e di Liszt, o nell'inquieta città del Muro: le esperienze di un critico al seguito dell'orchestra «Arturo Toscanini» A Accanto al titolo: a sinistra Johann Sebastian Bach, in un ritratto giovanile di Johann Ernst Rentsch; a destra un celebre ritratto di Wolfgang Goethe Sotto il titolo: in un'antica stampa. la piazza della Chiesa di San Tommaso a Lipsia. E una recente dimostrazione di giovani a Berlino Est