Noi, ribelli metropolitani
Noi, ribelli metropolitani Chi sono, dove abitano e svolgono attività i giovani del dissenso Noi, ribelli metropolitani Circa duecento ragazzi, hanno due sedi «Lottiamo contro ipadroni della città» Ecco i «ribelli metropolitani». I loro slogan: libertà, rivolta, sedizione, fermento, autogestione contro i «padroni della città». 11 loro sogno: la realizzazione di una attività tendenzialmente «alternativa» e istintivamente «contro». Le loro richieste: spazi per far musica e cultura contro l'eroina e il razzismo. Quanti sono? Circa 150, forse 200 persone divise fra El Paso e il Centro Sociale dei Murazzi. Un'entità sconosciuta che molti hanno provato ad etichettare. Il ministro Gava li ha definiti «focolai del nuovo terrorismo». Moiti sociologi vedono in loro il nuovo soggetto sociale degli anni Novanta. Altri li chiamano semplicemente punk o autonomi. In realtà, sono solo giovani che parlano linguaggi diversi con un intreccio, a vòlte indecifrabile, di comportamenti, idee, modi di vivere, gusti musicali e passioni politiche. In via Passo Buole il collettivo di El Paso è arrivato nel 1987 dopo una lunga serie di occupazioni di stabili e capannoni in tutta la città: il cinema Diana, una fabbrica in via Aosta, la palazzina di via Rossini. Parlare con loro non è facile. Sembrano, e forse sono, un piccolo stato nello stato con ferree regole di condotta. Prove di fedeltà: «Se nessuno ti conosce è logico che qualcuno ti chieda chi sei e cosa fai». Un consiglio dei saggi «E' l'assemblea del martedì che decide strategie e comportamenti del gruppo. Siamo troppo diversi tra di noi». Un modo di vivere, «non lavoreremo mai», e un chiaro obiettivo sociale: «Aggreghiamo la gente sulle nostre idee». Sono una sessantina, alcuni vivono all'interno della palazzina, ma durante i concerti, pubblicizzati attraverso manifesti colorati 0 una fanzine dalla periodicità incerta, le stanze dell'asilo raccolgono centinaia di ragazzi. Anche la storia del Collettivo Spazi Metropolitani è costellata da occupazioni di stabili e palazzi. L'unica differenza con El Paso è politica: «Noi siamo comunisti e antagonisti del sistema. Ci interessano ancora i bisogni della gente. Vogliamo integrare le realtà emarginate: i tossicodipendenti, gli stranieri, 1 disoccupati», dicono nella nuova sede dei Murazzi. Il centro sociale lo hanno ottenuto dopo complesse trattative con l'assessorato alla Gioventù e quello alla Casa. Sono diventati un'associazione t forse l'assessore Leo gii farà avere anche un finanziamento: «Servirà per ristrutturare il centro e per allacciare l'acqua», dicono soddisfatti. Sono contro l'eroina, ma il loro nemico giurato è Bettino Craxi e la «sua legge sulla droga»: «L'eroina si combatte attraverso iniziative sociali, per questo creeremo laboratori e una sala prove, aperti a tutti». Ma a Torino ci sono anche altri gruppi che hanno bisogno di spazi. I «metallari» si trovano di fronte a Rock and Folk, i «punk» allo Charming Club, quelli dello skateboard davanti al Regio, i resti dei mods alla 154 Seventh Street. Poi ci sono le centinaia di associazioni sportive e culturali con sedi precarie in piscine o palestre. Infine i 1500 giovani senza etichette, quelli che suonano nelle sale prove dei quartieri e che aspettano mesi per poter provare due ore la settimana. Alle elezioni amministrative di Roma si sono presentate due liste che rivendicano spazi per i giovani. Anche a Torino ci saranno candidati rock? Maurilio Tropeano Il murai di El Paso nella sede '-occupata» di via Rossini
Persone citate: Bettino Craxi, Folk, Gava, Maurilio Tropeano, Seventh
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