Diabete, incubo per 30 milioni

Diabete, incubo per 30 milioni Saint-Vincent: un maxi-convegno per debellare una «malattia europea» Diabete, incubo per 30 milioni Ma altrettanti sarebbero malati senza saperlo Per tre giorni Saint-Vincent (Aosta) è stata la capitale della diabetologia europea. Vi si è svolto, infatti, il convegno «Diabete mellito in Europa, un problema di ogni età e di ogni Paese», che non è esagerato definire storico. Non tanto per quello che di scientifico ha espresso, quanto per quello che in prospettiva futura può significare per milioni di persone in Europa. Promosso dalle sezioni europee dell'Oms e dell'Idf (Federazione internazionale del diabete), con la generosa collaborazione della Boehringer Bioche- mia Robin e della Boehringer Mannheim, ha avuto il determinante e appassionato impegno del Comitato organizzativo italiano (G. M. Molinatti, M. Porta, P. Cavallo-Perin, P. A Molinatti). Partendo dal principio, propugnato dall'Oms, del diritto alla'salute per tutti, in qualsiasi età e in qualsiasi Paese, è stata lanciata una sfida: sfruttare al massimo, in tutti i Paesi europei, le risorse economiche ed intellettuali al fine di prevenire, curare, assistere nei miglio re dei modi attualmente possibile i soggetti diabetici. Malattia del benessere (quale ■ contraddizione di termini!), il > diabete è in continua ascesa. Viene fatta una stima, quasi ' certamente in difetto, di 30 milioni di casi noti e di altrettanti non ancora scoperti in Europa. E' una condizione patologica complessa, a cui concorrono cause diverse. Si esprime con manifestazioni cliniche diverse, che necessitano di terapie diverse e che hanno una prognosi diversa Alla base, come elemento comune, vi è una insufficiente utilizzazione del glucosio (principale fonte d'energial, da pane delle cellule dell'organismo. L'utilizzazione del glucosio dipende in massima parte dall'insulina, ormone prodotto dal pancreas. Un difetto della produzione dell'insulina o del suo effetto biologico a livello cellulare (o di entrambe le cose), determinano una diminuita utilizzazione del glucosio e quindi un aumento del suo tasso in circolo. Se il deficit è molto marcato, si ha un diabete mellito «insuline-dipendente», o tipo 1 (15% circa dei casi); se invece vi è una discreta quantità di insulina in circolo (a volte anche in quantità superiore alla norma, ma poco efficace a livello cellulare), si ha un diabete «non insuline-dipendente», o tipo II (85°i. circa d^-i casi) I diabetici di entrambi 1 tipi se adeguatamente curali possono avere una «aspettativa di vita» molto vicina ai soggetti non diabetici. Non così rosee le prospettive per coloro che o per negligenza propria o per imperizia dei medici o per carenza di strutture non hanno un buon controllo della malattia. In questi casi è quasi fatale che col tempo intervengano complicazioni circolatorie e nervose che potranno determinare gravi danni renali (fino alla completa insufficienza), oculari (fino alla cecità), ipertensione arteriosa, arteriosclerosi precoce, dolori neuritici a volte lancinanti. La profonda convinzione che una maggiore efficienza delle strutture sanitarie, una migliore preparazione del personale medico e paramedico e una più capillare informazione a livello di popolazione può nettamente migliorare il decorso della malattia, e anche prevenirla, ha spinto l'Oms e l'Ids a promuovere la mobilizzazione di SaintVincent. La sfida è stata lanciata e pare sia stata raccolta. Il futuro ci dirà se, «volendo arrivare alla Luna, saremo almeno riusciti a salire su un albero» (parole di un diabetico). Antonio Tripodina

Persone citate: Antonio Tripodina, Molinatti, Perin

Luoghi citati: Aosta, Europa, Mannheim, Saint-vincent