Faraoni '89: l'avventura torinese nel deserto d'Egitto

Faraoni '89: l'avventura torinese nel deserto d'Egitto INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Otto fuoristrada di serie, assistiti dalle concessionarie Autocentauro e Central Car, nel più duro rally del mondo Faraoni '89: l'avventura torinese nel deserto d'Egitto Cronaca di una sfida vittoriosa lungo 5000 chilometri di dune, sabbia e roccia con temperature sino a 47 gradi E' stata un'avventura, prima Che un faliy 5000 chilometri di deserto. 3800 di prove speciali. Ma il team Mercedes delle concessionarie AutocentauroCentral Car, che partecipava alledizione 1989 dei 'Faraoni» con piloti non professionisti, è tornato a casa con una serie di piazzamenti di assoluto valore Il quarantaduesimo posto di Guido Balocco-Marco Gatta, terza vettura classificata nei modelli di serie dopo I auto di Jacques Laffitte ed una Mercedes tedesca, rappresenta un risultato assolutamente insperato. Come eccellenti sono state anche le performance di Beccans Mazzier e MmelliGrognardi Ma come si e arrivati a questo risultato9 29 settembre Con due ore di -penalizzazione" parte da Lmate il Boeing 707 con a bordo la comitiva torinese Nei bagagli ci sono sospensioni, frizioni, candele ed additivi Andranno ad aggiungersi ai quintali di ricambi inviati in Egitto via mare dalle concessionarie Autocentauro e Centralcar. Si arriva al Cairo nel cuore della notte 30 settembre. E un giorno dedicato al riposo. Solo la coppia Saracco-Sandretto, certo in possesso di una precedente esperienza, riesce ad affittare un fuoristrada e ad effettuare un sopralluogo lungo il percorso della prima prova speciale. Ma c'è qualcuno, come Bedani e Boidi, che optano invece per il Museo Egizio. Alla sera tappa obbligata in un ristorante tipico del centro. Nonostante qualche rischio connesso a cibi di natura non identificata, si fa onore alla cucina ed anche ai vini egiziani. 1° ottobre. Si pade all'alba per Alessandria d'Egitto dove vengono ritirate le otto Merce¬ des 280 GE. il prototipo di Vincenzo Lancia, la moto di Daniele Cotto, il camion dei ricambi, il furgone dell assistenza, due pulmini. Poi trasferimento al Cairo dove, alle 13.30. all'ombra delle piramidi, scatta la prima speciale: la partenza avviene accanto ad un cumulo di macerie. Sono quelle del palco delle autorità, miseramente crollato due ore prima del via, mentre stavano per accedervi i ministri. Attentato7 Nient'affatto. Solo il tipico pressappochismo egiziano. In gara va tutto bene: i migliori del team risultano, come dalle previsioni, Saracco-Sandretto. Tutte le auto superano i primi 42 chilometri. Ma è solo un assaggio 2 ottobre. Si parte alt alba, verso l'oasi di Bahanva. C'è subito una speciale durissima. Il team accusa la prima perdita: quella di Maggiora-Peyrani che naufragano fra le dune. Anche Carello-Ferri, i più corsaioh del gruppo, pagano lo scotto dell'inesperienza: capottano, distruggendo il parabrezza Un vetro in frantumi lo denunciano anche Boidi-Bertani. accolti (come tutte le auto del rally) da una fitta sassaiola all'ingresso di un villaggio. Alla sera i meccanici Autocentauro-Central Car fanno 'e ore piccole, ma riescono a rimediare. 3 ottobre. Si continua nel cosiddetto Sahara Libico: tanta sabbia, tante dune. Le sette Mercedes in gara ripartono con Saracco-Sandretto sempre nel ruolo di leader. Escono di scena Carello-Ferri che sfasciano il differenziale in un passaggio eccessivamenie veloce. Nella piccola oasi di Farafra però non arrivano Magnesi-Palanca (bloccati da problemi alla pompa della benzina), costretti a passare la notte nel deserto. Guai anche per Mazzier, messo a terra da una dissenteria tutta egiziana. E' la tappa più severa del rally, ma i meccanici riescono ancora a fare miracoli. 4 ottobre. Le cinque Mercedes rimaste in gara arrivano regolarmente al Tropico, del Cancro. E' una tappa durissima per il caldo torrido, sino a 47 gradi. Ci sono numerosi ritiri nelle altre squadre, ma le Mercedes proseguono bene ili utì territorio che diventa proibitivo anche per le «assistenze». 5 ottobre II lago Nasser. ai confini con il Sudan, sembra un miraggio dopo un'altra estenuante tappa. Le Mercedes continuano regolari, Daniele Cotto con la sua moto staziona intorno al decimo posto, ma vanno fuori corsa Lancia e Cenedese con il prototipo. All'ombra dei templi di Abu Simbel i meccanici hanno grattacapi per l'alimentazione dell'auto di Mazzier e Beccarlo Dopo una notte in bianco si arriva ad un rimedio parziale. 6-7 ottobre. Due tappe tranquille intorno ad Assuan. ! piloti riescono anche a buttare l'occhio sugli splendidi scenari del Lago Nasser e del cimitero dei dromedari. Ma cercano soprattutto di rifiatare in vista della tappa più lunga del rally. 8 ottobre. Da Assuan ad Hurgada sono quasi 800 chilometri, 400 dei quali di speciale. E' una tappa durissima che il team paga con l'uscita di scena di Saracco-Sandretto, capottati in circostanze drammatiche a una cinquantina di chilometri dal via. Un masso, nascosto nella sabbia, fa da killer: il pesame fuoristrada si rovescia, rotola e rimbalza sulle quattro ruote. Per Saracco e Ssndrctto, legati ne! resistentissimo abitacolo, nemmeno un graffio. Anche il motociclista Cotto ha i suoi guai: fora entrambe le gomme, arriva alla fine della speciale correndo sui cerchi. L'assistenza lo mette in condizione di raggiungere Hurgada. 9 ottobre. C'è un circuito nel deserto roccioso lungo il Mar Rosso. Balocco-Gatta, nuovi leader della spedizione, accusano seri problemi di orientamento e finiscono addirittura nel centro abitato di Hurgada. Riescono a rimediare ed a limitare il danno ad una manciata di minuti. Una brutta avventura la corre ancora Cotto, che cade a 100 all'ora: se la cava miracolosamente con pochi lividi e riesce soprattutto ad entrare nei 10 in classifica. Alla sera, ne! ristorante sulla spiaggia, a dieci metri dalle acque verdi e blu del Mar Rosso, Bertani tira fuori vino italiano e grana padano. 10 ottobre. Si torna verso il Nilo. E' una tappa dura, insidiosa. La fatica comincia a pesare. Negli ultimi chilometri Boidi-Bertani pagano un attimo di disattenzione: anche la loro vettura capotta bruscamente ed esce di scena. L'equipaggio, simpatico e sportivissimo, accetta la disavventura con filosofia, con fatalismo, alla fine anche con allegria. 11 ottobre. E' l'ultimo giorno Tappa dura, severa, piena di dune, viene effettuata al ri sparmio. Le tre Mercedes rimaste in gara la superano senza danni ed arrivano sotto le piramidi. Ci sono gioia ed abbracci, sul campo e nel Gala della Premiazione. Poi l'indomani, un salto ad Ales- canrjrja por irrjKoro^fQ e venerdì 13 il ritorno in Italia Sull'areo solo due argomenti: la volontà di tornare nel '90 e tanta voglia di Parigi-Dakar