«Lo Stato esca dall'economia» di Eugenio Ferraris

«Lo Stato esca dall'economia» Altissimo e la corsa alle poltrone «Lo Stato esca dall'economia» ROMA. Le nomine degli enti pubblici agitano la maggioranza. Andreotti e Craxi sono sostanzialmente d'accordo su alcuni nomi, ma all'interno della stessa de molti non condividono le scelte del presidente del Consiglio. Dal canto loro i socialdemocratici chiedono un vertice dei segretari della maggioranza, mentre da parte repubblicana si paventa l'aumento degli attriti tra gli esponenti delle correnti de. E i liberali? «1 liberali — risponde il segretario Renato Altissimo — ripetono quello che dicono da tempo: e cioè che i'unico modo per impedire questa autentica caccia alle poltrone è che lo Stato esca dal settore economico. E' sbagliato il sistema, ma sino a che le cose restano così mi pare logico che i partiti (di governo e di opposizione) vogliano essere presentì nelle scelte di queste grandi imprese pubbliche. E voglio aggiungere che. perdurando la situazione, un controllo deve pure esserci». «Due anni fa — aggiunge Altissimo — i liberali, attraverso una proposta di legge depositata in Parlamento, chiesero la ' trasparenza delle nomine, pretesero soprattutto che fossero rese note la managerialità e la professionalità di chi va a ricoprire quelle cariche. Poi, lo dicemmo e lo ripetiamo, poco importa se su quella poltrona finisce un socialista o un democristiano. Noi chiediamo serietà. Nessuno critica Prodi o Reviglio. Al più possiamo non condividerne le scelte, come non si condividono sempre le scelte di questo e quest'altro dirigente d'azienda, ma la loro professionalità è fuor di discussione. E allora noi oggi diciamo- usiamo gli stessi criteri di otto anni fa». «Il pli, comunque — conclu- : de Altissimo —, rivendica ai pari degli altri partiti il diritto della sua presenza nel controllo di ciò che succede nel mondo economico pubblico. Ripeto, il sistema è sbagliato, lo Stato dovrebbe uscire da questo settore. Ma fin che ci resta, i liberali vogliono vederci chiaro al pari degli altri». In casa liberale, in questi giorni, si parla anche d'altro, e si esamina l'affermazione del ministro liberale della Sanità, De Lorenzo, secondo il quale i politici dovrebbero drasticamente ridurre la loro presenza nelle Usi. «Se affermiamo che lo Stato deve uscire dalla gestione economica, non vedo come non dovremmo sostenere la richiesta di De Lorenzo quando dice di lasciare ai politici il solo controllo della sanità e di dare ai tecnici l'intera gestione del settore. E' una proposta che io stesso, ministro della Sanità, avanzai già nell'82 quando la salute degli italiani non aveva come oggi un bilancio annuale di 70 mila miliardi di lire. Allora chiesi di scorporare gli ospedali dalle Usi per ridare quelle strutture in mano ai tecnici. La proposta fu accolta con interesse, ma per sette anni non se ne è fatto nulla». Ora ci riprova De Lorenzo. Con quale risultato lo si saprà in un futuro abbastanza prossimo, anche se l'accusa più immediata rivolta al ministro è stata quella di «speculazione politica». «Il grande merito della sua iniziativa — conclude Renato Altissimo — è di aver portato al centro dell'attenzione delle altre forze politiche, degli amministratori e dell'opinione pubblica il disastro della sanità». Eugenio Ferraris

Persone citate: Andreotti, Craxi, De Lorenzo, Prodi, Renato Altissimo, Reviglio

Luoghi citati: Roma