O la Borsa o la vita! di Piero Soria

O la Borsa o la vita! SEGRETISSIMO O la Borsa o la vita! di Piero Soria La Napoli del pallone aveva risposto ai lazzi della barbara Verona imbandierando le curve con un gigantesco messaggio d'amore: «Vi amiamo!». Poco discosto, grande come una cartolina postale, (ma a dimostrazione che il Sud shakespeariano è sempre vivo) un arguto controcanto sdrammatizzava vieppiù: «...E Giulietta è una zoccola'» Con buona pace di Romeo e delle sue avventate avventure scaligere. Amen. La questione sembrava chiusa ed il razzismo pareva rientrato immediatamente nei più tranquilli canali della caccia al marocchine O al massimo, nel nuovo £ioco boero dal titolo «Salta neger. lo sai che non ti Negus niente» Con sottotitolo: «Mandela, non vaie la candela'». Ed invece no. La Napoli dei «palloni» do veva subire una nuova e più inquietante provocazione. E questa volta da un piemontese bellissimo tal Bo Drato. : Che tuttavia non era nemmeno lontano parente d: Bo Derek. nonostante la sculturea perfezione dei suoi sibillini lineamenti esotici. Il bersaglio? Pomicino. Conte e De Lorenzo. Tre ministri, vesuviani come quel Gava, che però al momento sembrava essere meno vulcanico del solito. Mentre loro invece... Lava e lapilli. Tutto un fumigar di iniziative e di spese che non potevano passare sotto silenzio. Per lo meno nella repubblica sabauda,, . Per cui in piazza Carignano, davanti al primo parlamento italiano, si sentiva mormorare sempre più spesso: «Sono loro il vero governo ombra, altro che i comunisti!». E doveva pur esserci qualcosa di vero se un tipino ammodo come Bo Drato si lasciava andare sempre più spesso a pungenti aforismi del tipo: «Vedi i napuli é poi muori!». Pomicino (Bilancio) e Conte (Aree metropolitane) rimasero interdetti. E reagirono un po' scompostamente. SoI prattutto perché l'indice di ] Piazza degli Affari era preci- pitato sulla tacca «0 la Borsa o la vita* (E la cosa, innegabilmente, non concedeva sonni tranquilli a chi trovava ristoro nelle Buone Azioni). Per cui sbottarono in uno sprezzante: «Proprio lui che è il vero segretario hombre». Toccò quindi al terzo napoletano. De Lorenzo (Sanità), il compito di ricondurre la polemica nei giusti binari. Non si doveva mai esagerare nei toni delle repliche. Da luminare della medicina, non amava infatti trascendere. Dal punto di vista clinico oltretutto il caso era abbastanza interessante. La prolungata visione delle ombre. L'uso strumentale della «sinistra». E soprattutto la morfologia stessa del paziente (dalla struttura del cranio a quelle mani che gesticolavano minacciose tanto da essere definite «gli arti marziali»), gli fecero venire in mente un altro torinese celebre. Che, a causa dei medesimi sintomi, era stato soprannominato «L'ombroso» ed aveva la pretesa di individuare un «mariuolo» solo guardandolo. Questa, evidentemente, doveva essere una prerogativa tutta piemontarda. Ed andava stroncata sul nascere. Con fermezza, ma anche con tutta quella signorilità tipica di chi sa di essere superiore a certe piccole beghe di bottega Quindi, presi seta e filo, incominciò a ricamare, per Napoli-Juventus, la sua doverosissima indignazione: «Anche Giacometta è una zoccola!» Con tanti auguri a semplicione di Gianduja quelj

Persone citate: Bo Derek, De Lorenzo, Gava, Negus

Luoghi citati: Napoli, Verona