Spaccato il vertice dell'Ambroveneto
Spaccato il vertice dell'Ambroveneto No alle Generali, arriva il Crédit Agricole Spaccato il vertice dell'Ambroveneto MILANO. E' scontro aperto fra i soci del Nuovo Banco Ambrosiano. Il vertice si è spaccato. Al termine di una riunone-fiume (durata praticamente da sabato mattina a ieri a mezzogiorno) la maggioranza del sindacato di controllo degli azionisti ha respinto la richiesta della Popolare di Milano di cedere la propria quota < 13,32%) alle Assicurazioni Generali, mentre ha deciso di esercitare la prelazione a favore del francese Crédit Agri col, aprendo così di fatto le ! porte a un socio straniero. La notizia è contenuta in un ! secco comunicato (quattro righe) emesso nel pomeriggio dall'Ambrosiano. Venuta a co- ; noscenza del testo, la Gemina. ! che fa parte del sindacato di controllo, ha risposto con una nota in cui, riservandosi «ogni \ misura a tutela dei suoi diritti ; come membro del sindacato stesso», precisa sostanzialmen- ! te tre punti: 1) Nella riunione di sindacato, dice la nota. Gemina ha «proposto che i membri dello stesso esercitassero, come pre- : visto dal patto, il diritto di prelazione sulle azioni della Banca Popolare di Milano». La proposta di Gemina, precisa la nota, ! «mirava ad impedire una lacerazione nel sindacato per la contrapposizione tra chi era favorevole all'ingresso nella compagine azionaria del Nuovo Banco Ambrosiano da pane delle Assicurazioni Generali, la cui offerta era nota a tutti i par¬ tecipanti sin dal 22 settembre scorso e chi era favorevole all'ingresso del Crédit Agricole la cui offerta è pervenuta al presidente del sindacato soltanto la mattina di sabato 21 ottobre». 2) Gemina «essendo stata respinta a maggioranza la sua proposta, ha anticipato il voto contrario all'ingresso del Crédit Agricole nel sindacato del Nuovo Banco Ambrosiano». E per tale ingresso, precisa la nota, «è necessaria una deliberazione unanime». 3) Nella successiva votazione relativa all'esercizio della prelazione da parte del sindacato a favore del Crédit Agricole, Gemina, conclude la nota, «ritenendo illegittima una tale delibera in quanto pregiudiziale del diritto dei partecipanti, ha dichiarato di non votare. Pertanto, la deliberazione è stata assunta a maggioranza». E ora che cosa accadrà? Si vedrà nei prossimi giorni, forse strascichi si avranno già oggi. Quella di sabato è stata una riunione tempestosa. Era la prima riunione del sindacato di controllo dopo l'assemblea che aveva sancito in luglio la fusione con la Banca Cattolica del Veneto. Ed è stata anche una corsa contro il tempo: ieri scadevano i trenta giorni previsti dagli accordi perchè uno dei soci del patto di sindacato potesse far valere la propria opzione. La riunione, aperta in mattina dal presidente Giovanni Bazoli, è durata quasi senza interru¬ zione fino a ieri. La posta in gioco era alta: il futuro di quella che, dopo la fusione con la Cattolica, sarà la maggior banca privata italiana. Fin dalla mattinata si erano delineati diversi schieramenti: contro l'ingresso delle Generali si erano subito espresse le banche venete, Popolare di Verona in testa che già nei giorni scorsi avrebbe rilanciato una controproposta all'offerta di 283 miliardi fatta dalle Generali. Bazoli stesso, contrario anch'egli all'ingresso della compagnia, si sarebbe orientato in questa direzione coinvolgendo nella partita la Cassa di Risparmio di Verona, che dispone di una liquidità di mille miliardi. Contrario s'è dichiarato anche il Crediop. Quanto alla Gemina ha fatto presente che, se la quota destinata alle Generali fosse andata a un altro socio del sindacato di controllo, si sarebbe creata una situazione nuova, contraria allo spirito dell'accordo a suo tempo siglato, con un socio singolo in netta superiorità rispetto agli altri. Ed è su queste posizioni che si è sviluppata forse la riunione più tempestosa al vertice del Nuovo Banco, finita con la «bocciatura» delle Generali, il colosso italiano delle assicurazioni, e il via libera all'ingresso di un socio straniero, il Crédit Agricole. Mentre è di fatto caduta l'ipotesi di un altro socio straniero, la National Westminter, di cui si era parlato nei giorni scorsi.
Persone citate: Bazoli, Giovanni Bazoli
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