«Un pronto soccorso per il cuore» di Angelo Conti
«Acna, basta violenza» Politici e amministratori: i sindaci sono stati minacciati «Acna, basta violenza» Dal Piemonte critiche alla polizia ALBA DAL NOSTRO INVIATO La Val Bormida piemontese chiede aiuto a Roma per chiudere l'Acna. Ha cominciato a farlo ieri mattina in un incontro con i suoi parlamentari. I sindaci dei Comuni della Valle Bormida hanno ripercorso tutte le tappe della vicenda. Ma hanno, soprattutto, cercato di impostare nuove strategie da attuare nell'arco dei prossimi settanta giorni, probabilmente risolutivi e quindi caldissimi. Prime tappe sono l'intervento alla Camera del ministro RuffoIo il prossimo 3 novembre ed il dibattito pai lamentare (voluto dai capigruppo) che occuperà, probabilmente, l'8 ed il 9. Sono volate accuse, anche pesanti. L'assessore socialista Visca, per qualche verso vittima della violenza in Val Bormida in quanto proprietario della roulotte andata in fumo la scorsa settimana, ha denunciato «la gestione unilaterale della forza pubblica» che sarebbe, a suo dire, «improntata al permissivi¬ smo». Un atteggiamento spiegato, dal senatore, «da iniziative del sottosegretario al ministero dell'Interno Ruffino, eletto a Millesimo, di cui chiodiamo le dimissioni». Gli in.mio fatto eco, con toni più o meno pacati, gli altri parlamentari pre«<»nti, i democristiani Tealdi e Paganelli ed il comunista Soave. Particolarmente incisivo l'intervento del consigliere regionale verde-arcobaleno Stagliano che è tornato sugli episodi di venerdì scorso quando gli operai dell'Acna hanno occupato numerosi Comuni, anche piemontesi. A Cosseria un verde sarebbe stato preso a calci, mentre alcuni sindaci sarebbero stati costretti con minacce ad inviare telegrammi alle rispettive Prefetture. «Ci sono stati atti gravissimi. Non è facile reagire civilmente a questi atteggiamenti squadristici. Ad operare sono squadre prezzolate con a capo persone perfettamente note alle forze dell'ordine. Che devono intervenire». Parte della discussione ha poi avuto come oggetto l'impianto Re-Sol «che trasformerebbe — secondo gli ambientalisti — l'Acna in una mega pattumiera, anche conto terzi». Questa soluzione trova anche la netta opposizione dei cittadini di 41 Comuni in valle Bormida (95 per cento di «no» al referendum), mentre è invece caldeggiata da operai e tecnici dell'Acna «Abbiamo fatto prove e verifiche all'estero. Le emissioni di un simile impianto sono 150 volte inferiori ai limiti di legge. Chi chiama il Re-Sol inceneritore e chi afferma che potrebbe produrre diossina, non solo è in mala fade, ma è anche ignorante». Posizioni lontane, persino su questioni tecniche che dovrebbero essere fuori discussione. A Savona i sindacati dei chimici hanno proclamato una giornata di sciopero generale in Val Bormida per l'8 novembre. Si parla inoltre di un nuovo referendum nella valle, questa volta sulla «presenza industriale nell'intera area». Angelo Conti
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