Cura russa per Pisa
Cura russa per Pisa Studioso sovietico: «Ho un segreto che salverà la Torre» Cura russa per Pisa «Il monumento pende perché l'acqua crea accumuli di terra» «Depositerò la soluzione da un notaio, temo ilfurto dell'idea» GENOVA. Per anni, nel suo studio di Dedovsk, una piccola cittadina alla periferia di Mosca, Piotr Ignatevic Fedotov, docente cinquautacinquenne di costruzioni meccaniche in un istituto superiore della capitale, ha riflettuto, studiato e sperimentato su modellini appositamente realizzati, le cause della pendenza della torre di Pisa. La teoria che Piotr Ignatevic Fedotov ha elaborato, e che è venuto di persona a presentare in Italia, spiegherebbe le ragioni di questo fenomeno stupefacente capovolgendo una della ipotesi finora avanzate dagli studiosi: anziché dalla «sottrazione» di terreno da sotto le fondamenta, la progressiva inclinazione del monumento pisano sarebbe prodotta dall'apporto di terra «sotto la parte meno caricata della torre». Un uovo di Colombo? Lo studio di Fedotov si sviluppa su considerazioni di carattere tecnico e su ipotesi scientifiche di calcolo delle masse. Ma quel che è più importante è l'analisi della composizione delle fonda¬ menta della torre. «Alcuni suppongono che annualmente una quantità di circa 230 grammi di terreno venga meno da sotto le fondamenta della torre — spiega lo studioso sovietico — e ritengono che sia questa la causa della sua inclinazione. Supponiamo invece il contrario e cioè che le falde acquifere apportino questa quantità di terreno sotto la patte meno caricata e che una particolarità della struttura stessa permetta di regolarne il deposito». Secondo Piotr Fedotov, per la preparazione dei blocchi delle fondamenta della torre, che è collocata su palafitte di legno, i costruttori «potrebbero avere utilizzato materiali con un diverso coefficiente di dilatazione lineare (per esempio: blocchi di marmo nei quali il coefficiente su differenti piani non sia omogeneo)». A questo punto, secondo la teoria dello studioso sovietico, entrerebbero in gioco alcuni importanti fattori ambientali, primo dei quali la temperatura. «Grazie a un gioco "di deformazione" delle fondamenta, sotto la torre scorrono le falde acquifere con sabbia e melma». Con l'abbassamento della temperatura si produrrebbe l'effetto inverso: una massa di terreno di 0,64 grammi si deposita sotto i blocchi che durante il giorno si erano dilatati meno, formando cosi un nuovo monolito. Ma Piotr Ionatevic Fedotov ha rivelato tutto della sua teoria fuorché un particolare, fondamentale per trovare una soluzione al problema. Per timore di un «furto d'idee» ha deciso che lo depositerà presso un notaio. In Unione sovietica, dove ha cercato di ottenere il brevetto, la sua teoria dal punto di vista commerciale vale poco o nulla. Ma in Italia? Per amore dell'arte e per rispetto della scienza, il sovietico è comunque certo di una cosa: non servirà a nulla chiudere la torre. «Sono sicuro che la torre resisterà ancora per moltissimo tempo, mentre il consolidamento potrebbe minare del tutto il suo fragile equilibrio». Daniela Grondona
Persone citate: Daniela Grondona, Fedotov, Piotr Fedotov, Piotr Ignatevic Fedotov, Piotr Ionatevic Fedotov
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