I tecnici bloccati in Qatar

I tecnici bloccati in Qatar I tecnici bloccati in Qatar Restituito il passaporto a uno dei cinque italiani SIRACUSA. Passaporto sequestrato e assoluto divieto di abbandonare l'albergo. Quattro tecnici italiani vivono da due settimane in uno stato di reclusione dorata in Qatar, in attesa che vengano chiariti i rapporti fra le ditte per le quali lavorano e l'Emirato. Un quinto, Silvano Vasini di Ravenna, cui i documenti sono stati restituiti per non meglio precisate «ragioni umanitarie», è potuto ripartire nella larda serata di ieri. Degli italiani ancora in Qatar, due sono dipendenti della Ecoimpianti di Ravenna, la stessa ditta per cui lavora Vasini. Si tratta di Giuseppe Ummarino, di Rimini, e Luigi Mazzotti, di Ra¬ venna. Gli altri due, Andrea Tallon di Treviso e Mauro Salvatori di Siena, lavorano invece per la Marex Marine Expertise, una società siracusana specializzata in lavori subacquei. La loro ditta aveva un subappalto con la Ecoimpianti, che a sua volta esegue in Qatar lavori di scavo per conto della Saitem. 11 16 ottobre scorso i cinque tecnici avrebbero dovuto imbarcarsi su un volo per Roma. Ma alla frontiera erano stati bloccati. Dietro l'intera vicenda ci sarebbe un dissidio sorto tra la Ecoimpianti di Ravenna e le autorità del Qatar. Le ditte straniere, per poter lavorare nel piccolo Emirato, devono avere l'appoggio di una società locale. L'Ecoimpianti si era affidata alla Mannai Corporation, società vicina al governo locale. Sarebbe stata proprio la Mannai la causa di tutto: sebbene l'Ecoimpianti lavorasse in Qatar già da marzo, non sarebbe più ritenuta affidabile. Per questo le autorità arabe avrebbero costretto i cinque tecnici a non abbandonare il Paese, in attesa che venga chiarita la situazione. «Pensavamo ad un abuso da parte della società araba — racconta l'avvocato Gustavo Raffi, legale della Marex —, in realtà è stato attuato un principio della legge saudita, quello del "travel ban", l'interdizione di viaggio. In caso di una controversia commerciale viene ritirato il passaporto fin quando essa non venga risolta o si presenti un garante. Si tratta evidentemente di uno strumento di pressione che va contro ogni principio di libertà personale». (f. a.]

Persone citate: Andrea Tallon, Giuseppe Ummarino, Gustavo Raffi, Luigi Mazzotti, Mannai, Mauro Salvatori, Silvano Vasini, Vasini