Albanesi in piazza nel nome di Vllsi

Albanesi in piazza nel nome di Vllasi JUGOSLAVIA Il dibattimento subito sospeso, l'imputato ricusa la corte: «Sono vittima di una congiura» Albanesi in piazza nel nome di Vllasi Scontri nel Kosovo per il processo al leader nazionalista ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Dopo sole quattro ore di dibattito in aula, il processo al leader albanese Azcm Vllasi, iniziato ieri mattina a Titova Mitrovica, è stato sospeso a tempo indeterminato. La corte ha infatti stabilito che deve essere esaminata la richiesta di ricusazione del giudice Ismet Emra, che presiede la corte, del pubblico ministero e dei membri della giurie, avanzata dai difensori di Vllasi e degli altri 14 imputati, accusati insieme a lui di atti controrivoluzionari contro il sistema jugoslavo. Dal canto suo Vllasi ha chiesto che il processo, da lui ritenuto una monta tura politica, si tenesse al di fuori del territorio del Kosovo e della Serbia, proponendo al loro posto la Bosnia e Erzegovina, la Slovenia o la Croazia. Malgrado le forti misure di sicurezza adottate dagli organi di polizia in tutta la regione del Kosovo ed il massiccio schieramento delle forze dell'ordine lungo tutte le vie di accesso a Titova Mitrovica, dove ha sede il tribunale, la prima giornata del processo contro. Vllasi ha riacceso la protesta degli albanesi. All'alba di ieri i 60 minatori che da venerdì occupavano la miniera della Trepca, chiedendo la liberazione di Vllasi e degli altri imputati, hanno abbandonato i pozzi. Il comunicato ufficiale della polizia del Kosovo dice che lo sgombero della miniera è stato effettuato senza l'impiego della forza, ma per tutta la giornata di ieri le notizie provenienti dal Kosovo sono state contraddittorie. Dopo esser stati identificati, i minatori sono stati licenziati in blocco per aver trasgredito alla legge dell'obbligo di lavoro in vigore nel Kosovo dopo i disordini della scorsa primavera Un altro tentativo di sciopero nella miniera di Goles è stato sventato ieri dalla polizia che ha costretto i minatori a uscire dai pozzi. Sono stati impediti anche alcuni scioperi, ma a Podujevo e nel capoluogo del Kosovo Pristina, alcune centinaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro il processo a Vllasi. I manifestanti sono stati dispersi dai lacrimogeni della polizia. Trattenuti dai cordoni di polizia, a un centinaio di metri dalla sede del tribunale, hanno protestato anche i familiari degli imputati, i giornalisti stranieri e i rappresentanti di alcune ambasciale occidentali cui non era stato accordato il permesso di assistere al processo. Le loro richieste sono state rifiutate per «motivi di spazio». L'aula del tribunale di Titova Mitrovica può infatti accogliere un'ottantina di persone in tutto. Oltre a due membri della famiglia per ognuno degli impu¬ tati e ai 19 avvocati difensori, sono stati accreditati soltanto 25 giornalisti. Scandendo i nomi di Tito e di Vllasi, alcune centinaia di persone di nazionalità albanese hanno manifestato ieri mattina a Spalato, chiedendo il rispetto dei diritti umani per gli albanesi del Kosovo. Nel pomeriggio un gruppo di albanesi si è radunato nella piazza principale di Zagabria chiedendo la libertà per Vllasi e tutti gli albanesi del Kosovo. A Lubiana i dirigenti dell'alleanza socialista slovena hanno lanciato un appello alla presidenza federale jugoslava affinché il processo venga abolito e gli imputati liberati. Si tratta, dicono, di un processo politico che nuocerà alla reputazione della Jugoslavia, e la Slovenia non condividerne le responsabilità. Ingrid Badurina

Persone citate: Emra, Ingrid Badurina, Titova, Titova Mitrovica