Rosi, match col miliardo

Rosi, match col miliardo Dopo la difesa del titolo, il campione pensa a capitalizzare Rosi, match col miliardo Vuole Duran o Léonard e tanti soldi SAINT VINCENT DAL NOSTRO INVIATO Ora Gianfranco Rosi l'intramontabile sogna un match da un miliardo, per chiudere la carriera. Il pugile umbro, col volto vistosamente segnato dalla durissima battaglia contro Troy Waters, ha confessato quest'ultima, grande ambizione, nel corso della rituale chiacchierata del dopo-match con gli amici cronisti di boxe. «Non penso a chiudere la carriera ma vorrei, prima di finirla, passare tra i medi, misurarmi con uno dei grandissimi del pugilato, come Léonard o Duran. A parte i risvolti finanziari, cioè certamente una borsa-record, una sfida del genere, indipendentemente dal risultato, mi appagherebbe definitivamente». Ma questi, per ora, sono soltanto sogni, anche se l'organizzatore Spagnoli ha promesso di fare l'impossibile per soddisfare quest'ambizione del pugile umbro. La realtà è un titolo mondiale rimasto saldamente nelle mani di Rosi dopo le dodi-, ci, incandescenti riprese nelle quali il campione del mondo, con la sua indiscussa abilità tecnica e con le infinite risorse di mestiere, ha addomesticato la potenza del rozzo picchiatore australiano Troy Waters. «Mi sono reso subito conto — ha confessato Rosi — che questo ragazzo era solidissimo, che sarebbe stato estremamente pericoloso consentirgli di svi¬ luppare la sua boxe. Sarebbe fi à stata una grossa impresa loccarlo e vincere ai punti. Ci sono riuscito, ma ho speso moltissimo sul piano fisico». Dopo le polemiche dei giorni precedenti sia Troy Waters che il suo bellicoso genitore hanno capito la lezione ed hanno sportivamente riconosciuto la superiorità di Rosi: «La sua esperienza — ha detto l'australiano — mi ha impedito di condurre il combattimento come avrei voluto io. E' veramente il numero uno, ma mi piacerebbe incontrarlo di nuovo, in Australia». Le ambizioni di rivincita di Waters sono destinate a restare tali. «Uomini del genere — ha ammesso Rosi — è meglio incontrarli una volta sola». E poi, nei programmi del campione del mondo rientrano al primo posto un congruo periodo di riposo ed al secondo una difesa volontaria del titolo contro un avversario un po' meno scomodo. Le offerte non mancano: c'è l'americano Van Horn (presente a Saint-Vincent) che chiede la rivincita, ma non sarebbe poi così «comodo», si sono fatti avanti anche i rappresentanti dello svizzero di origini umbre Martelli (che non interessa più tanto dopo la batosta rifilatagli da Breland), si parla pure di una chance al francese Jacquot, ex campione del mondo, sul ring di Montecarlo. C'è tempo, si vedrà tra un paio di mesi. In margine al Mondiale di Saint-Vincent una grana che si riallaccia agli ambigui rapporti tra l'Ibf, sotto la cui sigla si è svolto l'incontro Rosi Waters e la federazione italiana. Poiché la Federboxe non riconosce né la Ibf né la Wbo e si limita a dare il nulla osta tecnico per un match sulla distanza delle 12 riprese, Rosi si è rifiutato di sottoporsi al controllo antidoping richiesto dal medico italiano in servizio alla riunione. Il campione del mondo e l'avversario hanno invece consegnato le provette coi rispettivi liquidi organici al rappresentante dell'Ibf stessa che si affiderà per gli esami ad un laboratorio del New Jersey. Un altro episodio sta ad indicare come la linea di compromesso adottata dalla Fpi non possa che prestarsi ad altri spiacevoli equivoci. Il Mondiale è stato giudicato da una terna composta da un australiano, un olandese ed un italiano. Quest'ultimo, Benedetto Montella, per quanto degnissima persona, non ha mai fatto un corso di abilitazione all'arbitraggio. Un po' come diventare vescovo senza aver fatto il prete. Ma la Federboxe ha squalificato un arbitro vero (lo spezzino Cavalieri) per aver lavorato con l'Ibf e non concede deroghe ai suoi tesserati per officiare in incontri dell'odiata sigla. Un gran pasticcio insomma, risolto all'italiana, cioè aggiungendo caos al caos. Gianni Pignata RdRmclt«ppdsmtcmt

Luoghi citati: Australia, Montecarlo, New Jersey, Saint-vincent