Anche Greenspan difende la «stretta»

Anche Greenspan difende la «stretta» Negli Stati Uniti prosegue lo scontro sulla politica monetaria della Riserva Federale Anche Greenspan difende la «stretta» La Casa Bianca e il Congresso Usa però non sono d'accordo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Fed compie 75 anni e al Congresso c'è chi vuole farle uno sgraditissimo regalo, cioè vuole riportarla sotto il controllo del ministero del Tesoro, come la legge stabiliva fino al 1935, pri vandola della sua autonomia. Due deputati democratici, Dorgan e Hamilton, hanno aggan ciato la proposta a un «bill» o progetto per azzerare l'inflazione in un quinquennio Dalle reazioni degli interessati, e possibile che ilregalo sia respinto: ha infatti risposto «grazie, no» non soltanto il governatore della Fed Greenspan, ma anche il ministro del Tesoro Brady. Sennonché un'esile maggioranza del Congresso ritiene opponu no spostale indietro l'orologio della storia, in teoria con intenti nobilissimi, come una mag giore attenzione ai problemi sociali del Paese, di fatto per que¬ stioni di potere, ossia per riaffermare il primato dei politici sui tecnici. Alla radice della disputa, c'è il tradizionale, opposto ordine di precedenza della Riserva Federale da un lato e del governo e del Congresso dall'altro. «La Fed», ha dichiarato l'ex consigliere economico della Casa Bianca Martin Feldstein, «vuole innanzitutto stabilità di prezzi e di salari, e dunque un'inflazione molto bassa, sa pendo bene che in caso contrario il treno dell'economia uscirebbe da questi due binari». All'opposto, ha . aggiunto Feldstein, «il governo e il Congresso vogliono innanzitutto poter spendere, e incassare tramite le tasse, talora per soddisfare genuine istanze popolari o di difesa e via di seguito, talallra per assicurarsi la vittoria alle prossime elezioni» Privare la Fed della sua autonomia, ha concluso l'economista, «significhe¬ rebbe dare via libera alle spinte inflazionistiche, e dunque suicidarsi economicamente». Nella sua deposizione al Congresso, Greenspan ha messo in primo piano questi aspetti della controversia, appoggiando la proposte di azzcrarel'inflazione in un quinquennio, ed esortando io Stato a fare la sua parte. «La Fed», ha detto Greenspan, «possiede gli strumenti per portare il Paese vicino all'inflazione zero. Ma occorre che lo Stato riduca il tremendo deficit del bilancio, e che rallenti i consumi». Prima di stare meglio, ha proseguito Greenspan, dovremo rassegnarci a stare un po' peggio, ossia a fare sacrifìci. Gli ha dato man forte un altro noto economista, Aliaii Meltzer, affermando che solo l'azione della Fed ha consentito agli Usa di resistere «al periodo d'inflazione in tempo di pace più lungo della storia americana, quello dalla guerra del Viet¬ nam, dal nti li/, a oggi». Nella sua testimonianza al Congresso, Greenspan ha reso chiaro perché non intenda abbassare i tassi d interesse. Il disavanzo pubblico sta salendo anziché scendere, ha detto, e negli ultimi due anni la Fed è stata costretta a fare enormi iniezioni di liquidità alla Borsa per evitare un «crack», di cui uno recentissimo il venerdì nero del 13 scorso. Negli ultimi tre mesi, il tasso inflazionistico è stato solo del 2,9 per cento, ha ammesso il governatore, ma è una parentesi. L'eccesso di consumi del periodo precedente, le intemperanze del program trading di Wall Street, le emissioni di junk bonds, gli incipienti rincari delle materie prime, troppe cose insomma aggravano la minaccia dell'inflazione, che già si profila in alcune nazioni in Eu rapa.

Luoghi citati: Stati Uniti, Usa, Washington