Il vaccino perfetto è ancora un sogno

Il vaccino perfetto è ancora un sogno BNFLUENZA Il vaccino perfetto è ancora un sogno SIAMO alle porte di novembre, il mese della vaccinazione antinfluenzale. Il vaccino è arrivato, la buona novella è annunciata dai manifesti in tutte le farmacie, e può avere inizio il rito annuale dei fedeli. Lungi da me il voler fare dell'ironia, ma il fatto è che tempo fa Sabin, il padre del vaccino antipolio che porta il suo nome, fece una levata di scudi contro il vaccino antinfluenzale. Chi conosce Sabin sa che ha, come si suol dire, un caratteraccio, nel senso che non ha peli sulla lingua. Sabin si doleva che si perdesse il tempo a pensare all'influenza quando tanti bambini nel mondo non sono vaccinati contro il morbillo e la polio. Soltanto dieci-venti casi su cento di quella che chiamia- I mo «influenza», diceva Sabin, sono causati dal virus influenzale vero e proprio, gli altri sono dovuti a virus differenti, contro i quali il vaccino naturalmente non ha alcun effetto, cosicché i vaccinati, fiduciosi d'essere al sicuro, possono ammalarsi. Infine, concludeva biibin. le ii. epidemie di inilueii&u il... si vedono do anni, e cui uu 114111. alle prime avvisaglie si poti ebbe provvedere in tempo ad una vaccinazione di massa. Non per niente ci sono ben 92 centri di segnalazione sparsi nei vari paesi e facenti capo ai due centri internazionali di Londra e di Atlanta, pronti a lanciare l'allarme. Tutto sommato Sabin non aveva torto, però il vaccino ha anche le sue benemerenze. Nel febbraio scorso l'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato la composizione del vaccino per la stagione 1989'90. Esso deve contenere un antigene analogo a A/Singapore/6/86/HINI, un antigene analogo a A/Shanghai/11/87/H3N2, un antigene analogo a B/Yainagata/16/88. In genere la composizione del vaccino cambia da un anno all'altro perché il virus influenzale, novello Fregoli, tende facilmente a mutare. L'influenza è dovuta al Myxovirus influenzale A e B. La sua abituale benignità non deve fare dimenticare la possibile gravità quando colpisca persone d'età superiore ai 65 anni, o appartenenti a certi gruppi a rischio: soggetti debilitati in senso generale, ossia con insufficienza reI spiratoria, insufficienza carI diaca, malattie renali croni- li virus dell'influen che, diabete, soggetti con reazioni immunitarie depresse quali coloro che hanno avuto un trapianto (vengono trattati con farmaci immunodepressori) o gli ammalati di tumore, bambini affetti da mucoviscidosi (una malattia ereditaria che compromette le vie respiratorie). Opportuna anche la vaccinazione delle donne in gravidanza, soprattutto se appartenenti ad un gruppo a rischio; per prudenza evitare la vaccinazione nel primo trimestre. L'efficacia del vaccino (limitatamente, ripetiamo, all'infezione da virus influenzale vero e proprio) è ben dimostrata da un'esperienza che risale al 1945, e la tolleranza è buona. L'immunità viene acquisita entro quindi- ci giorni dalla somministra nza «Gorbaciova zione. Essa e dovuta alla produzione di anticorpi da parte dell'organismo, e si può misurarla con il dosaggio degli anticorpi stessi nel sangue. Gli anticorpi si mantengono per sei-nove mesi, onde la necessità di rinnovare la vaccinazione ogni anno. Più precisamente l'immunità sarebbe do . uui sopì diluito alla pindi. /.ima ii.i ai. di anticorpi in corrispoi.dciifeu dell'appaialo respiratorio. Questo avviene però solo nel 70 per cento dei vaccinati, il che è certamente un punto » sfavore. Ancora, il grado dell'immunità è meno rilevante negli anziani e nei malati di reni in dialisi, e ciò solleva il problema dell'opportunità di somministrare due dosi di vaccino anziché una sola. Ma su questo non v'è uniformità di vedute. Vaccinare l'intera popolazione, ovviamente, è da escludere, a meno che si profili il pericolo di una di quelle pandemie note in passato come spagnola, asiatica, spaziale. Molti studi sono stati fatti per trovare una sostanza chimica con valore pr mtivo: è la chemioprofila. i Soltanto due molecole, la amantadina e la rimantadina, hanno dimostrato una certa efficacia, però esclusivamente sul virus A. Con un trattamento di sei settimane si ha una protezione del 70-90%, dimostrata con esperienze su migliaia di casi, però le indicazioni sono ancora oggetto di divergenze e di interrogativi, tenendo anche conto della mancanza di azione sul virus B e della buona affidabilità e tolleranza del vaccino. Ulrico di Aichelburg li virus dell'influenza «Gorbaciova

Persone citate: Fregoli, Gorbaciova, Sabin, Ulrico Di Aichelburg

Luoghi citati: Atlanta, Londra, Shanghai, Singapore