«Caro Papa, aiuta Taranto»

«Caro Papa, aiuta Taranto» La visita di Giovanni Paolo II di fronte alla crisi e al dilagare della criminalità «Caro Papa, aiuta Taranto» Un bambino: hanno ucciso mio padre «Non voglio che la mia città sia cattiva» TARANTO. Ha visitato l'acciaieria del più grande centro siderurgico d'Europa, stretto la mano ai metalmeccanici, pranzato con loro nella mensa aziendale, girato la città in lun- So e in largo. Ma in occasione ella visita che concluderà oggi, Giovanni Paolo II ha ricevuto anche una letterina. Gliel'ha inviata Alessandro Tedesco, 8 anni. «Caro Giovanni Paolo II, ti scrivo per dirti che Taranto sta cambiando. Ogni giorno, quando seguo la televisione, mi viene un colpo al cuore. La mattina del 2 ottobre hanno ucciso mio padre sotto casa. Ti scrivo perché tu possa portare la parola di Dio ai suoi assassini. Spero che almeno tu possa rispondere e non fare accadere mai più cose del genere, perché non voglio che la nostra città sia brutta». Alessandro frequenta la quarta elementare in una scuola del quartiere Paolo VI, una zona popolata in gran parte da operai dell'Uva. Qui, nel cortile dell'edifìcio in cui abitava, è stato ucciso Giovanbattista Tedesco. Due colpi di fucile al petto. Gli assassini non hanno ancora un nome e il movente del delitto è rimasto misterioso. Tedesco era capoturno del corpo di vigilanza dello stabilimento siderurgico. Una persona onesta, stimata. Il suo omicidio è stato il diciannovesimo dell'anno. Ora però si è arrivati a ventidue. Una guerra che ha visto cadere soprattutto malavitosi. Tra i nomi di rilievo in questa guerra, c'è quello di Antonio Modeo, meglio conosciuto come il «messicano», condannato per associazione a delinquere di stampo camorristico e detenzione e spaccio di droga, attualmente in libertà per motivi di salute. Tuttavia non è soltanto una guerra loca¬ le. Gli investigatori pensano possa trattarsi di una contesa che vede in lizza anche i clan calabresi. Venerdì, al quartiere Paolo VI, poco distante dal luogo in cui è stato ammazzato Tedesco, è esplosa un'autobomba. Due i feriti. Un attentato di stampo «libanese». Destinatario del messaggio, un fratello del «messicano». Alessandro Tedesco non perde la speranza che qualcosa cambi. E a Giovanni Paolo II scrive ancora: «Io spero che la tua venuta a Taranto porti pace e amore per tutti, buoni e cattivi. Spero che questo fatto non sgomenti anche te e che mi possa rispondere». Ieri sera il Papa ha parlato in piazza della Vittoria, la piazza principale della città. E alla criminalità ha fatto riferimenti precisi. «Bisogna rifiutare le vie della violenza diretta — ha detto —. Ma anche di quella indiretta che si chiama corruzione, ricatto, uso distorto del denaro e dell'informazione, manipolazione di beni comunitari e, soprattutto, rifiuto pratico della dignità di ogni uomo, anziano o nascituro, libero o carcerato. Ogni passo su questa strada rende più difficile la convivenza in una città che ha avuto sempre in onore il pane guadagnato col proprio sudore e con la propria creatività». Prima di lui avevano parlato il sindaco Mario Guadagnolo che ha rivolto critiche al governo accusandolo di disimpegno verso i problemi di Taranto, e il ministro della Protezione civile, Lattanzio, il cui intervento è stato sommerso dai fischi. La visita di Giovanni Paolo II a Taranto coincide con un'enorme crisi: 68 mila disoccupati, un forzato esodo dall'industria siderurgica che negli ultimi mesi ha perduto oltre seimila dipen- denti, il dilagare della criminalità che cerca di mettere più profondamente radici in un sistema economico dissestato che si fonda peraltro su un numero impressionante di finanziarie: 168. Lo stabilimento siderurgico nacque nel 1960 e venne subito considerato un Eldorado da una città che, fino ad allora, aveva vissuto sull'Arsenale mi¬ litare, i Cantieri navali e le attività del mare, la pesca e la mitilicoltura che il Pontefice ha più volte richiamato nei discorsi di ieri. La crisi del siderurgico, settore cui oggi tutto o quasi è legato, ha fatto così crollare l'economia. Il ministero delle Partecipazioni statali ha promosso una nuova fase, quella della nuova industrializzazione, cioè un progetto per aiutare la na¬ scita di aziende. Per adesso Taranto resta però in crisi, stretta nella morsa della violenza. Oggi, alle 10,30, Giovanni Paolo II celebrerà la Messa nello stadio. Sugli spalti probabilmente ci sarà anche Alessandro Tedesco, 8 anni, la tristezza nel cuore e un solo desiderio: cambiare Taranto. Tonio Aitino Giovanni Paolo II. Il Papa accolto calorosamente dagli operai dello stabilimento Uva di Taranto

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