Prodi saluta e se ne va le nomine in alto mare di R. Ipp.
Salvataggio Seleco Salvataggio Seleco Passa il piano Battaglia ma Fracanzani è contrario ROMA. L'Iri entra nella Seleco. Si occuperà cosi anche della produzione di televisori. La decisione è stata presa ieri dal governo, ma proprio il ministro delle partecipazioni statali, il de Carlo Fracanzani, è finito in minoranza: è l'unico a opporsi al progetto concepito dal collega dell'industria, il repubblicano Adolfo Battaglia. Il contrasto si somma alle profonde divergenze (soprattutto nella democrazia cristiana) che impediscono le nomine negli enti pubblici. E' stato il Cipi, il comitato interministeriale per la politica industriale, a trasferire all'Iri parte della quota della Seleco in mano alla Rei (finanziaria pub biica per l'elettronica). L'obiettivo e tenere in vita una delle poche aziende italiane del settore. Lo stato ha già prestato 102 miliardi, l'azienda ha perso 5 miliardi nell'88 e chiuderà l'89 in rosso per altri 12. Si aprono cosi le porte alla liquidazione della Rei che in pochi anni ha buttato al vento 400 miliardi. Fracanzani ha votato contro la delibera proposta da Batta glia. «Negli ultimi 8 anni — ha protestato - le partecipazioni statali non si erano mai prestate ad operazioni assistenziali». Al contrario, Battaglia è convinto che non si tratti di un salvataggio senza futuro: «E' l'ultima occasione per rilanciare la presenza italiana nell'elettronica in cui siamo quasi scomparsi. Con il risanamento della Seleco e delle altre industrie della Rei del settore video, tenteremo di guadagnare spazio nell'alta definizione e nelle nuove tecnologie». Fracanzani non voleva coinvolgere un ente pubblico. Battaglia ricorda che lo stato era già in gioco con la Rei e non c'erano privati validi pronti a entrare in azione. L'Iri ha un mese di tempo per decidere a chi affidare, all'interno del gruppo, la quota Seleco. Sono in ballo la Selenia (che produce radar e fa capo alla Finmeccanical o l'Italtel (che realizza centrali telefoniche e fa parte della Stet). La scelta verrà compiuta dal nuovo pre sidente Iri. E' un passo preliminare per individuare altri partner privati: si parla del gruppo Guidi, ma soprattutto del colosso Philips. E' invece evitata la vendita a big mondiali come Nokia. Attualmente, la Rei ha il 49%, l'Indesit il 6 e la Zanussi il 45. La Zanussi ha minaccialo la cessione in mancanza di un piano di intervento. L'In (il cui presidente Romano Prodi è apparso perplesso sull'operazione) rileverà una quota di minoranza, non precisata nella delibera. «Solo fra sei mesi avremo il nuovo assetto azionario» ha precisato Battaglia.Parte dei debiti saranno trasformati in capitale Poi ci sarà un aumento di capitale che consentirà l'ingresso dell'lri. Se la Zanussi non parteciperà, la sua quota si assottigiierà: si deve verificare se il ridimensionamento è ben accolto Comunque, per la Zanussi sembra esserci un alleggerimento dell'esposizione. I primi passi - formali saranno compiuti con l'assemblea della Selecc in programma lunedi. Battaglia sta cercando i fondi necessari, Fracanzani lamenta che si è deciso pur mancando i soldi. Ieri ò stato costituito un consorzio di ricerca per l'alta definizione. L'Iri avrebbe voluto attendere i risultati dello studio. Ma per l'industria non c'è più nulla da studiare. Battaglia ha avuto il via libera la scorsa settimana da una riunione della maggioranza. Ma Fracanzani fa sapere che giovedì sera, un vertice de si è opposto.[r. ipp.]
Luoghi citati: Roma
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