La nuova era di Krenz si apre con l'amnistia di Alfredo Venturi

La nuova era di Krenz si apre con l'amnistia Dopo un'altra ondata di proteste popolari il regime dà una prova concreta della sua volontà di voltare pagina La nuova era di Krenz si apre con l'amnistia Perdono ai dimostranti arrestati e ai fuggiaschi in Occidente BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Finalmente un vero passo in avanti, dice Baerbel Bohley. Con questa espressione la pit- J trice berlinese, portavoce di Neues Forum, saluta l'annuncio del giorno. Il Consiglio di Stato, l'organo collegiale al vertice della Repubblica Democratica, ha deciso la grande mossa pacificatrice. Riunito per la prima volta sotto la presidenza di Egon Krenz, il Consiglio ha varato un provvedimento di amnistia. Riguarda sia i molti dimostranti arrestati durante le manifestazioni, sia i cittadini che sono stati presi mentre cercavano di scappare all'Ovest, sia infine coloro che ce l'hanno fatta a saltare il Muro e che vengono implicitamente invitati a rientrare con !a promossa dell'impunità. L'amnistia era una delle rivendicazioni che da settimane risuonavano nelle piazze: per i fautori delle riforme un punto fermo, per gli oppositori una irrinunciabile condizione preliminare in vista di eventuali ipotesi conciliative. Evidentemente la misura si propone due scopi: il recupero di un minimo di tranquillità all'interno e l'arresto dell'esodo, se non proprio un massiccio ritorno di profughi che è da considerarsi improbabile. C'è qualche eccezione alla portata del provvedimento: il Consiglio di Stato fa sapere che resteranno in carcere coloro che hanno usato le anni, o in qualsiasi modo hanno messo in pericolo la vita o l'incolumità di qualcuno. Difficile valutare il numero di persone cui potrà applicarsi l'amnistia: certo sono tante. E' invece nota la cifra degli emigrati clandestini verso la Repubblica Federale: centomila dall'inizio dell'anno. Alcuni giorni fa il Cancelliere Kohl si disse convinto che molti di loro, di fronte a una concreta svolta riformatrice nell'altra Germania, avrebbero potuto prendere in considerazione l'idea di tornare alle loro case. Del resto soltanto nella Ddr, insiste Kohl, possono trovare soluzione i problemi che hanno determinato le fughe. Ovviamente positive le rea¬ zioni a Bonn. L'amnistia è una buona cosa per le persone interessate, ha detto il portavoce governativo Hans Klein. Ma non è che un primo passo, ha aggiunto. Resta infatti intollerabile che le libertà di movimento e di manifestazione, diritti evidenti della persona, restino penalmente perseguibili. Oltre il confine intertedesco la legge punisce con una pena detentiva fino a otto anni un reato che il codice qualifica come «fuga dalla Repubblica». Non è ancora ben chiaro se la misura annunciata da Krenz, che ha promesso libertà di viaggio per tutti i cittadini, cancellerà questo delitto dalla normativa penale. E' stato invece chiarito che l'impunità per chi torni nella Repubbl.ca Democratica riguarda sia chi è fuggito a Berlino Ovest attraverso il Muro, sia chi ha scelto la via ungherese, sia infine chi è rimasto nella Repubblica Federale durante un viaggio autorizzato. L'annuncio dell'amnistia è venuto all'indomani di una straordinaria giornata di passione politica. Giovedì sera centinaia di migliaia di persone si sono riunite, in numerose città della Repubblica Democratica, per dibattere i temi del momento con i responsabili del partito e delle altre organizzazioni ufficiali. I responsabili dell'ordine pubblico invitano la gente a non fare della piazza la sede del dialogo, ma ormai soltanto le piazze possono contenere il fiu¬ me in piena di un popolo deciso a farsi ascoltare. A Dresda, davanti a centomila persone plaudenti, Hans Modrow ha detto che il processo in corso porterà a una «svolta rivoluzionaria». Segretario del partito nella città sassone, Modrow è considerato il dirigent'.. più deciso sulla opportunità di una incisiva politica di riforme. Fatto sta che nessuno, finora, si era spinto così avanti nella valutazione degli avvenimenti in corso nell'altra Germania. Parole nuove anche quelle di Guenther Schobowski, capo del partito a Berlino Est. Parlando agli studenti dell'Università Humboldt, Schobowski ha ammesso che lo sviluppo in corso è venuto molto tardi. Ma non troppo tardi, ha aggiunto fra gli applausi. Nella stessa circostanza Eberhard Aurich, capo della gioventù comunista, non ha avuto difficoltà ad ammettere la disaffezione fin troppo evidente dei giovani per quella che dovrebbe essere la loro organizzazione di massa, né l'amarezza per i tanti che se ne sono andati dall'altra parte del confine intertedesco. Ma a questa amarezza si è sovrapposta ormai una tensione febbrile, un'ansia crescente di novità. Dopo i dibattiti di giovedì sera, questi sentimenti si sono espressi nei lunghi cortei risonanti di slogan e punteggiati di torce. Alfredo Venturi

Persone citate: Baerbel Bohley, Eberhard Aurich, Egon Krenz, Hans Klein, Hans Modrow, Humboldt, Kohl, Krenz, Modrow

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Bonn, Ddr, Dresda, Germania