L'ultima montagna dell'altro Messner di Gigi Mattana

L'ultima montagna dell'altro Messner Il grande alpinista polacco è precipitato lungo la Sud del Lhotse, parete ancora inviolata L'ultima montagna dell'altro Messner La morte in Himalaya di Kukuczka Era nato povero e non voleva trasformarsi in divo. Eppure Jerzy Kukuczka, 41 anni, polacco di Katowice, personaggio 10 era diventato un po' suo malgrado, come unico uomo al mondo insieme con Reinhnld Messner ad aver scalato tutte le 14 vette della Terra alte più di ottomila metri. Kukuczka è caduto due giorni fa sul Lhotse 18516 metri) mentre saliva lungo quella parete Sud che finora ha respinto decine di tentativi e che forse è 11 più grande problema himalayano da risolvere: nel volo probabilmente si è spezzato un ancoraggio e il corpo è piombato in un crepaccio da cui è stato recuperato qualche ora dopo. La scala della celebrità Kukuczka se l'era costruita con fatica grande, inimmaginabile per un alpinista occidentale. Prima meccanico, poi tecnico elettricista all'Istituto minerario, buon corridore di campestri e sollevatore di pesi, all'alpinismo Jerzy si accosta presto e quell'esperienza la riterrà fondamentale per tutta la vita. «Dovreste vedere — diceva —' che cosa sono i nostri monti Tatra d'inverno per capire che dopo, almeno quanto a difficolta ambientali, non si ha più paura di nulla. Le quote sono modeste, ma l'isolamento, le marce di avvicinamento stremanti, le temperature polari col vento che ti sega in due sono una grande scuola di vita». Sulle Alpi arriva a 25 anni e subito si mette in luce con la prima «quasi» invernale (la chiude il 23 marzo dopo sei giorni di salita) alla via dell'Ideale alla Marmolada di Ombretta. Poi l'incontro con il Monte Bianco e due nuove vie sul Dru e sulla Nord delle Jorasses. Le prime puntate extraeuropee all'alaskano McKinley, un tentativo al Nanga Parbat, e la grande avventura himalayana può cominciare. Per un polacco, privo di sponsor, è molto difficile organizzare una spedizione himala yana i permessi pei le vette costano migliaia di dollari in Nepal e Pakistan e inolio di più in Cina, i .in.-. e l'abbi- gliamento occidentali bisogna pagarli in valuta....«Ma noi — ricordava Kukuczka — avevamo trovato i mezzi per aggirare le difficoltà. Dopo l'orario di lavoro salivamo a pulire le ciminiere delle fabbriche, le finestre dei grattacieli e a consolidare le scarpate. Lavoro bestiale ma pagato dieci volte meglio del nostro salario in officina. Poi facevamo spedizioni miste: gli scalatori occidentali tiravano fuori la valuta, noi i viveri e il trasferimento aereo con la compagnia di bandiera poiac ca». E' il 1979, Messner e già celebre e si apre alle nuove frontiere dell'alpinismo (stile alpino anche in Himalaya, salite senza ossigeno e in solitaria) quando Kukuczka conquista il suo primo «ottomila»; è il Lothse, pro¬ prio quello su cui cadrà, e lo scala lungo la via normale. Ma sarà questo il primo e unico caso, perché sugli altri tredici giganti del mondo di vie normali in estate non si parla più: otto vie nuove di cui una, sul Makf»lu, in solitaria, quattro prime invernale e la traversata completa delle tre cime del Broad Peak. E i rischi non sono mancati in questa catena di exploit: «Il pilastro Sud dell'Everest ricordava durante la sua visita in Italia due anni fa mi terrorizzò con i suoi tiri di corda di quinto £iado a quota ottomila, inid fatica mai piovala, c noli md sul Dhaulagiri fui probabilmente vicino a inorile due volte nello stesso giorno: prima per un bivacco all'addiaccio subito sotto la vetta, poi per una slavina che si abbattè sulla tenda». Pian piano i mass media occidentali (nel suo Paese non raggiungerà mai una folle notorietà) si accorgono di questo polacco così mostruosamente bravo, povero e modesto che sta rischiando di mettere in difficolta Messner iiella coi su ai 14 «ottomila». E i confronti con ii glande guru altoatesino vai gono a disegnare i caratteri, a tratteggiare personalità cosi differenti. Messner vive in un castello, ha una vita sentimentale inquieta, professa una sorta di panteismo, ama e cambia spesso le Porsche 911 mentre Kukuczka quando può sta nel suo appartamentino con lo moglie e i due figli, viaggia su una « 126», fuma come un turco ed è profondamente cattolico. Una rivalità costruita che i due sentono appena perché a quei livelli non si può non vivere di stima e di amicizia reciproche, ma che rende la sfida più pepata. Messner ce la fa per primo, nell'autunno '86, il polacco un anno più tardi con lo Shisha Pangma d'ottomila cinese più basso di tutti) il cui permesso, dice qualche maligno, gli è arri vaio in ritardo per non farlo primeggiare. Se mai battaglia c'è stala, ora si sopisce e i due imboccano sii ade differenti Messnei eon il suo impegno naturalistico, il suo amore per il Tibet e l'attuale, coraggiosissimo tentativo di traversata antartica. Kukuczka continua a fare l'alpinista con un po' più di serenità perché tre aziende italiane gli consentono finalmente di non arrabattarsi più per trovare denaro e materiali. E dell'anno scorso è la bella via nuova sulla Sud dell'Annapurna, di quest'anno il tenta livo che poteva essere un capolavoro ed e Imito in u agi dia Lui non era cambiato coi. la no tortela: gran mangiatoli ^raii bevitoie, gran fumatore come sempre, un fisico non eclatante, una profonda passione per la musica. Dolce, buono e disponibile ora come all'esordio. Un re che puliva ciminiere. Gigi Mattana Jerzy Kukuczka. polacco di Katowice. aveva 41 anni

Luoghi citati: Cina, Italia, Katowice, Nepal, Pakistan, Tibet