Scommessa Italgas di C. Roc

Scommessa Italgas Operazioni sul capitale per oltre 430 miliardi Scommessa Italgas Un prestito obbligazionario rivolto a tutti gli utenti La società dell'Eni punta ad avere 150 mila azionisti TORINO. Era un sogno che coltivava da tempo e ora, a due anni di distanza dall'«operazionedipendenti», Carlo Da Molo, presidente dell'Italgas, ha raggiunto l'obiettivo: trasformare in azionisti del gruppo gli utenti (quattro milioni di famiglie sparsi in 1350 Comuni) attraverso una complessa manovra sul capitale che prevede, tra l'altro, l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile in azioni ordinarie. Per l'Italia si tratta di una novità assoluta. L'Italgas, infatti, è la prima società di servizi che chiede ai propri clienti di diventare azionisti. «Una operazione analoga — ha spiegato Da Molo — l'ha fatta la British Gas, ma quando stava per essere privatizzata. Per noi è diverso: l'Italgas va a gonfie vele, i suoi conti sono in ordine, tutto procede per il meglio. Il nostro augurio è che ad ogni pacchetto di obbligazioni corrisponda un azionista». Il via libera all'operazione (che dovrebbe partire all'inizio del '90) lo ha dato ieri il consiglio d'amministrazione della società torinese varando una triplice manovra sul capitale che dovrebbe portare nelle casse societarie dai 430 ai 500 miliardi di lire. Una iniezione di denaro di tutto rispetto che servirà a finanziare un robusto piano di investimenti: «4200 miliardi in cinque anni: 3700 nel gas, 700 per i nuovi servizi, nell'acqua e nello smaltimento rifiuti». A conclusione dell'operazione, ha spiegato Da Molo, gli utenti dell'Italgas potranno rappresentare il 9% dell'intero capitale («quindi saranno in condizione di partecipare attivamente alla vita del capitale») e gli azionisti del gruppo dovrebbero passare dagli attuali 30 mila a 150 mila. Da Molo, spiegando l'operazione («E' un test per verificare la maturità del mercato») non ha escluso che «in futuro questo azionariato possa essere ulteriormente amplificato». Il capitale dell'Italgas, una volta concluse tutte le operazioni programmate, passerà dagli oltre 496 miliardi di oggi a quasi 690 miliardi. Un «programma ambizioso», lo ha defi¬ nito lo stesso Da Molo, che parte, però, da solide basi: se l'89 è stato, infatti, un anno «oltremodo brillante» con un rendimento in termini di margine operativo e di cash-flow non al di sotto del 20%; le previsioni per il '90 sono «addirittura migliori». L'operazione sul capitale (la settima dall'83) che dovrebbe partire all'inizio dell'89, è articolata in tre fasi. La prima prevede l'emissione di 52,47 milioni di azioni ordinarie (valore nominale 1000 lire) riservate in opzione agli attuali azionisti. La seconda sarà un prestito convertibile Italgas con warrant Italgas che comporterà l'emissione anche in più riprese di un numero massimo di 52,4 mi- boni di azioni ordinarie riservate esclusivamente all'esercizio dei warrant. La terza è la parte più innovativa: l'emissione di prestito convertibile Italgas 1990-1996 riservato agli utenti del gruppo e «rappresentato da un numero massimo di 60 milioni di obbligazioni convertibili in egual numero di azioni ordinarie nel rapporto di una azione ogni obbligazione». Un'emissione, ha spiegato Da Molo, che presenta «caratteristiche di convenienza» perché le obbligazioni emesse avranno un rendimento allineato a quello del «mercato monetario» e che quindi «da questo punto di vista non si tratta di un'operazione a rischio». [c. roc]

Persone citate: Carlo Da Molo

Luoghi citati: Italia, Torino