Amazzoni in passerella

Amazzoni in passerella A Parigi Yves Saint-Laurent ha chiuso le sfilate delle collezioni primavera-estate '90 Amazzoni in passerella L'abito da sera scopre un seno PARIGI. Nel nome di Yves Saint-Laurent si è chiusa la lunga settimana dell'alta moda pronta francese primaveraestate '90. Una tornata di collezioni particolarmente agguerrita, viva, una volta tanto con molte idee, un'attenzione ben filtrata per una moda suscetti bile di essere rivista indossata dalle donne. Gli stilisti italiani vi hanno ben figurato: Ferrò, Tarlazzi, Gigli. Alcuni sfilano a Parigi da anni, primo fra tutti Nino Cerniti che ha disegnato una figura femminile sciolta, in pantaloni o in gonna a drappeggio, in classici tailleur dai molti nuovi dettagli o in bluse annodate su gonne a pieghe o con spaccature generose. Così Enrico Coveri, autore di una collezione ilare, per giovani donne spregiudicate: di giorno quando le belle giacche colorate si aprono distrattamente sul seno nudo, e soprattutto di sera, complici lo chiffon e l'organza delle tute trasparenti, i nuovissimi abiti sottoveste, il reggiseno in vista ornato di conchiglie e di coralli. \ Sfrondata dalle intemperanze maso-religiose di Gaultier e le sue suore in body e giarrettiere, si profila una primavera estate decisamente adatta ad aprire gli Anni Novanta con immagini meglio aderenti alla realta delle donne. L'ha compreso benissimo, con l'intuito che lo distingue nella sua esplosiva ammirazio¬ ne del corpo femminile, Ungaro, che alla prima uscita della sua splendida collezione ha incantato con semplici tailleurs in crèpe, grigio, bordò, violetto, ie bluse di colore scambiato, fasciatissime in jersey. La tinta unita, decisa ma non violenta, sempre di una sfumatura pittorica, semplifica, aggiungendole forza, la caban di lana, la giacca di popeline e quella di jersey chiné, a contrasto con un abito dolcemente accostato al corpo o una gonna corta in pelle. Marron, fucsia, i giallo, rosa e turchese, cinture 1 di vernice nera se di lino nero è l'abito sotto la giacca lunga e sciolta. E' nella seta delle gonne per giacche a righe soffuse in bianco e pastello che rispuntano i fiori di Ungaro, nei gilè di broccato c, scambiando spesso i ruoli, nelle giacche di lino, scivolate sui pantaloni di seta, tutti un giardino, un foulard ancora fiorito legato intorno ai fianchi. Ma le ore eleganti vivono di contrasti netti e limpidi: una giacca in taffetas rosa su un pantalone di crèpe nera, una giacca d'organza verde prato sulla gonna nera. Ed è a diciotto indossatrici in nero che Ungaro ha affidato il gran finale della sua collezione: deliziosa sintesi di tutte le sue linee più amate, dall'abito a sacco al blouson, dall'abito con un'unica spallina a spalle nude a quello drappeggiato in dol¬ cezza. Se c'era comunque bisogno di un imprimatur, sarà bene sapere che Yves Saint-Laurent avvalora la tendenza al seno nudo, .uno solo come usavano le Amazzoni. Gli abiti da sera sono a peplo, appena fermati di lato, con lunghissime fenditure perché ne escano libere le gambe in tutta la loro lunghezza. Sono candidi, verdi, viola, in quelle tonalità care a SaintLaurent, un po' spente ma affascinanti. Brillano di raso e nel corpino si dimenticano di considerare che uno dei seni resta scoperto. E in un modo così delicato, statuario, per nulla ammiccante, nell'eleganza della linea, dell'armonia generale che lo stupore è fatto solo di bellezza. Un solo smoking per la sera di primavera, invece su gonne corte giacche di broccato lame, non cariche, di una loro svelta sontuosità. E' infatti a portarle una donna che agli inizi degli Anni Novanta Yves Saint-Laurent veste di giorno in cortissime sahariane, allacciate come gli stivaletti d'una volta, lateralmente. Porta stivali e molti braccialetti, ascolta musiche africane. Abiti tenuti sottili soltanto per appuntarvi papaveri grandi su una manica, alla vita. Come rendere il fascino che emana da una collezione di Saint-Laurent, applaudita tutti in piedi per dieci minuti? La proporzione, la variazione su temi in lui ricorrenti, come la Carmen, altro nudo danzante in pois bianchi e rossi; il viola particolare, certi rossi dei camicioni che tornano, a sottolineare l'invito ad un ipotetico baby | boom. Questo e la consueta sempre ! nuova bellezza dei tailleur ! spallati, doppiopetto e bottoni, I gioiello gonna portafoglio. Opi pure quell'estremo modello, J l'abito fluido in rosa cipria, ! spacco folle, un boa di orchidee 1 bianche. Sul versante moda l'estate , prossima sarà comunque consentito quasi tutto. Natural! mente il corto e il cortissimo, I ma soprattutto i pantaloncini; 1 saranno di moda anche le fluide lunghe gonne con maggiore fre■ quenza proposte dagli italiani, j Valentino in testa. Le gonne ! corte più elaborate sono state ; quelle dei giapponesi, anche se 1 Issey Miyake continua la sua ; tradizione di plissé e di tessuti I scultura per abiti lunghi all' orientale. Fra i colori alla moda per 1' anno prossimo restano ai primi posti i pastello, ma si insiste sul marrone come tinta nuova e sui soliti bianco, nero, blu o sugli «acidi» dalle tonalità psichedeliche. Trionferà la tuta; resta però emergente il tailleur, con la gonna in genere più fantasiosa e leggera, raramente coordinata, per tessuto, alla giacca. Lucia Sollazzo Un modello di Ungaro presentato alle sfilate di Parigi

Luoghi citati: Opi, Parigi