Nannini promette di Cristiano Chiavegato

Nannini promette Il vincitore di Suzuka vuol mostrare la stessa volontà della sorella Nannini promette «Sarò testardo come Gianna» PORT DOUGLAS DAL NOSTRO INVIATO Poco più avanti, Alain Prost, pantaloni bianchi e maglietta azzurra, colpisce con il putter e mette in buca. Il colpo, perfetto, viene seguito dagli sguardi interessati di Patrese, Larini, Tarquini, Dalmas e Nannini. Quest'ultimo, con un sorriso da moschettiere che ha appena infilato di fioretto una guardia di Richelieu, sbotta: «Facile, no? Anch'io non sbaglio mai questi colpi». Si è montato la testa il vincitore di Suzuka? Adesso crede già di essere come il campione del mondo? «Per carità — risponde il pilota della Benetton — stavo scherzando, anche se a golf sono notevolmente migliorato. E' uno sport che mi piace parecchio, distende i nervi». Il gruppetto di corridori di Formula 1 sta infatti riposandosi in attesa dell'ultima gara, ad Adelaide, il 5 novembre. Il sonno, viste le nove ore di fuso orario, è precario. Cosi loro corrono dal primo mattino alla sera, in questa specie di paradiso artificiale dove in mare non si può fare il bagno per via di micidiali piccole meduse dal tocco infuocato e a volte mortale, e gli squali girando poco al largo, in attesa di ingenue prede. E' comunque il momento del relax. Sono lontanissimi il processo di appello del tribunale della Fia ad Ayrton Senna (in programma domani o più pro¬ babilmente venerdì), il cui risultato potrebbe far crollare qualche castello, come il terzo titolo mondiale di Prost ed il primo successo di Nannini, se i giudici dovessero dare ragione al brasiliano. Ma qui, nell'ambiente, nessuno crede che la squalifica di Senna e quindi il risultato della gara possano essere ribaltati. «Io intanto — dice Nannini, 30 anni, sposato con Paola, un figlio in arrivo, quattro stagioni di FI all'attivo — mi godo questa affermazione che fa bene alla salute. E' come uscire da un incubo, sbloccarsi da uno stato di impasse. Questo il significato più immediato del successo di domenica scorsa». Cosa significa entrare nel «club» dei vincitori di Grand Prix? «Pensavo — è la risposta a sorpresa — che laggiù a Siena, nel bar del babbo, per festeggiare si aumentasse l'incasso, lunedì, di 10 milioni. Invece no: papà Nannini, cioè il mio genitore, ha pensato bene di offrire da bere a tutti. Danno, 3 milioni e mezzo di lire». In questa frase c'è tutto Nannini, capace di dissacrare con uno spirito naif anche il momento più solenne. Ma c'è anche modo di parlare seriamente. Una vittoria è un punto d'arrivo o di partenza? «Spero che sia il secondo caso. Mi ha dato una carica tutta speciale. Il nostro sport è un continuo confronto con te stesso e con gli altri. Per questo sovente sei preso da dubbi e paure, soprattutto di commettere errori. Questa invece è una iniezione di sicurezza. Adesso ho le motivazioni per fare un salto di qualità: da pilota arrembante, un po' discontinuo, non sempre concentrato al massimo, voglio passare al metodo, al sistema di lavoro. Ho sempre avuto delle piccole carenze; per esempio nei test per la messa a punto della vettura sovente dopo dieci minuti sono esausto, lascio perdere, mi accontento. Ora no, desidero diventare come Senna e Prost, intricato anche nel minimo particolare». Si rende conto Nannini che il prossimo anno farà parte di un top-team, di una squadra con grandi ambizioni, pronta a battersi alla pari con McLaren e Ferrari. «Questo è il punto: adesso voglio cominciare a vincere delle gare e poi magari puntare anche ad un titolo mondiale. Ora abbiamo un tecnico come John Barnard che cercherà di mettere a posto la vettura attuale e ne preparerà una completamente nuova per il '91. Il grande progettista, la Ford che metterà uomini e mezzi, il nostro motore è già buono, migliorerà ancora e probabilmente arriverà in seguito anche un 12 cilindri, già in fase di elaborazione. Abbiamo in cantiere le sospensioni attive con un sistema inedito a controllo laser, forse un cambio automatico. E poi insieme avrò un campione come Nelson Pi- quet. Credo che ormai mi manchi poco per essere proprio al vertice e qualche buon consiglio dal brasiliano potrebbe mettermi sulla strada giusta, anche se questo è uno sport individuale dove ognuno si fa i fatti propri. Ma io sono un carattere allegro, non litigo mai con nessuno e non avrò problemi né con Barnard, né con Piquet. Ed allora forse si risentirà parlare di Alessandro Nannini. Hanno sempre detto che sono troppo buono, troppo toscano. Cercherò di diventare come mia sorella Gianna che nella musica si è fatta strada facendo anche la tedesca, testarda e volitiva». Cristiano Chiavegato Nannini sul podio a Suzuka

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