Aleinikov: «Zoff mi ha ridato il ruolo giusto»

Aleinikov: «Zoff mi ha ridato il ruolo giusto» Il campione sovietico, finalmente bene integrato in campo come nella vita torinese, stupito per gli elogi eccessivi Aleinikov: «Zoff mi ha ridato il ruolo giusto» «Ci ha strigliati dopo il ko con VAtalanta: ho capito la metà, ma è bastato» TORINO. Abbraccio commosso di Sergei Aleinikov a Mariella Scirea, ieri mattina al Combi. La moglie dell'indimenticabile Gay è giunta assieme alla signora De Agostini: prima o poi bisognava avere il coraggio di tornare in quella che è stata la seconda casa del marito. E Scirea era stato il primo maestro bianconero, il fedele compagno dei primi allenamenti torinesi di Aleinikov. La Juve era negli Usa. Sergei non dimentica le attenzioni ricevute, e il dolore provato per la tragedia in Polo nia. 11 ricordo gli ha sciolto il sorriso divertito provocato dalle interviste obbligate che volevano celebrare il suo esordio al gol, in Italia, la sua nuova posizione-chiave nel motore della Juve. «Siete un Paese che può impazzire per il calcio. Già lo avevo intuito, adesso ne ho la prova definitiva». Nessun imbarazzo, solo una grande curiosità. Appena si sarà impadronito completamente della nostra lingua, scommettiamo che sarà lui a fare le domande. Vuole capire meglio che cosa ci passa per la lesta. A noi giornalisti ed ai tifosi. Adesso: «Certo, capisco, il gol e importante. Anche per me, volendo. Insomma, è sempre meglio vincere. In questo è cosi anche da noi». Sorride. Ha una voce forte, più secca di quella dell'interprete Naldini che è in sintonia con i toni bassi di Zavarov. Chiedono a Sergei di spiegare come ha fatto a battere nettamente Sacha per rapidità di inserimento nella Juve, nella Torino. E lui, divertito: «Non ci avevo neppure pensato a questa differenza. Torino è facile da vivere. Mia moglie si è ambientata benissimo». Poi va sul pratico: «Comunque non sono ancora al cento per cento, posso fare di più». Nella vita o sul campo? «Ovun quc. ma sono già soddisfatto Bisogna sempre essere contenti di cosa si fa per non rovinare il carattere, gli stati d'animo». Restiamo sul campo, adesso. Fortunato libero è un vantaggio per la sua situazione tattica? E' sincero: «Una scelta giusta per quanto mi riguarda. Sono più abituato a una posizione più centrale, quella di prima». Il «prima» e la Dinamo Minsk, è la nazionale di Lobanowski. Dei bianconeri, chi conosce meglio Aleinikov è De Agostini. Prima di averlo a fianco lo aveva affrontato due volte: 90 minuti, e da centrocampista, contro l'Urss (4-1) il 20 febbraio '88 a Bari, gli ultimi 26 da terzino (al posto di Maldini) il 22 giugno '88 a Stoccarda 12-0 per loro). De Agostini spiega: «A Bari lui e i compagni erano in fase di preparazione dopo la sosta invernale. Sergei giocava più a destra, ma chiudeva anche in mezzo. Quel giorno Zavarov non c'era. A Stoccarda, Aleini¬ kov era il centrocampista centrale. Già nella nuova fase della carriera. Il mio giudizio? Nell'Urss le stelle erano Protasov e Michailitchenko, era lo stesso Zavarov. Sergei e tanto utile quanto poco appariscente. Ce ne accorgevamo noi, sul terreno. Assaggiavamo la scelta di tempo e la forza del suo tackle, l'abilità nel lancio, la prontezza nell'infilarsi in avanti. Un giocatore completo, ecco». Lobanovski ha impiegato Aleinikov anche come libero. Sergei fa capire che è stato per necessità: «Si, ho giocato in quel ruolo. Ma nella Juve non è necessario, c'è l'imbarazzo della scelta». Le sue prime partite in bianconero gli hanno portato critiche e voti bassi, adesso elogi e pagelle adeguate. Che effetto fa' «Nessuno, non mi influenzano. Con tutto il rispetto, le valutazioni sono sempre molto soggettive». Tattica e schemi a parte, in che cosa e cambiata la Juve di Genova? «Nella testa, forse. Tutti insieme abbiamo capito che c'è solo la strada del massimo impegno per essere all'altezza dei grossi scopi della Juve». Vi siete svegliati grazie alla sfuriata di Zoff dopo il ko con l'Atalanta. «Se pensate che io ho inteso solo la metà di cosa ha detto, e mi è bastata...». Continuerete così? «Quattro-cinque domeniche di gioco come a Marassi e saremo molto avanti. Al massimo del rendimento». Contro la Samp, domenica, solo un cambio obbligato: Bonetti, acciaccato e sotto squalifica, lascia il posto a Bruno. Aleinikov playmaker non si tocca. Il suo programma? «Samp e Milan, poi la nazionale. Battiamo la Turchia l'8 novembre a Simferopol in Crimea e staremo insieme anche in estate. Per il mondiale». Bruno Perucca In famiglia. Aleinikov a spasso con la moglie Natascia e Artiom