Scontro a Strasburgo per l'Europa del fisco di Fabio Galvano

Scontro a Strasburgo per l'Europa del fisco Oggi la Commissione darà il via libera al progetto, già contestato, di riforma dell'imposta di fabbricazione Scontro a Strasburgo per l'Europa del fisco Chiesta all'Italia una tassa sul vino e l'aumento del prelievo sui tabacchi STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO Più care sigarette, liquori e vino, ma più economico il riscaldamento, mentre per la benzina sfuma il sogno di una riduzione a livelli medi europei: è questo il panorama degli effetti che avrà sull'Italia nel giro di pochissimi anni la proposta di armonizzazione delle ac cise che formalizzerà oggi la Commissione Cee. Le accise, note anche come imposta di fabbricazione, sono le tasse con cui i governi colpiscono alcolici, tabacco e prodotti petroliferi: attualmente variano grandemente fra i Dodici della Cee. La proposta dell'esecutivo comunitario, che dovrà essereapprovata dai ministri dei Dodici, è volta a un avvicinamento senza il quale - afferma il commissario Christiane Scrivener, responsabile della fiscalità — perderebbe parte del suo si¬ gnificato l'Europa senza frontiere del 1993. Ed e proprio nella rincorsa di quel sogno che la Scrivcner, in un rapporto presentato ieri sera a Strasburgo al Parlamento europeo, ha ribadito le critiche ai ministri dei Dodici, accusati di avere stravolto nella luiu ultima riunione le sue proposte sull'amonizzazione dell'Iva. Ha detto di «nutrire seri dubbi sulla compatibilità del loro progetto con un vero mercato aperto* e che il sistema di prelievo indicato dai ministri «suscita inquietudini» e solleva «rischi di frode». Nel progetto accise la Commissione ha recepito le critiche dei governi alla rigida tabella di valori unici presentata l'anno scorso. La nuova tabella fissa minimi (e non massimi) per alcol e tabacco, ben superiori alle aliquote attualmente in vigore in Italia. Si fissano invece bande di oscillazione — un minimo e un massimo — per i prodotti petroliferi, e tali bande sono inferiori alla fiscalità italiana; ma con qualche eccezione per i prodotti «vitali alle entrate dello Stato», per esempio la benzina, per i quali è solo indicato un valore minimo (l'Italia potrà quindi mantenere le sue altissime tasse). Vediamo qualche esempio, basato sui valori iniziali (destinati forse a essere marginalmente ritoccati nella riunione di stamane e comunque ad essere modificati in futuro). Attraverso un complicato sistema di calcolo legato in parte alla quantità e in parte al valore — le accise sul tabacco dovrebbero portare in Italia a un aumento medio di 400 lire per pacchetto di sigarette. Per i liquori il tasso minimo sarebbe di 1118,5 Ecu all'ettanitro !un ettolitro di alcol puro), contro un attuale livello italiano di 220 Ecu. Ciò significherebbe, per un liquore a 40 gradi, un aumento medio di circa 6 mila lire il litro. E mentre quasi nulla varierà per la birra, il vino attualmente in Italia non ò lassato — entrerà nel mirino di Bruxelles. L'aliquota minima di 9,35 Ecu per ettolitro significherà un aumento medio per i consumatore italiano di circa 140 lire il litro (quasi il doppio per gli spumanti). Per quanto riguarda i prodotti petroliferi, la Commissione Cee prevede in uno sforzo ecologico minimi differenziati per la oenzina con o senza piombo: rispettivamente 306 e 241 Ecu per mille litri, contro i 550 attualmente in vigore in Italia e destinati presumibilmente a restare invariati (se ci saranno modifiche, prevede il progetto, dovranno essere verso i minimi comunitari, cioè in riduzione). Ma il gasolio per autotrazione potrebbe vedere accrescere del 15% il carico fiscale, e della stessa misura dovrebbe ridursi quello per gpl e metano, mentre per i lubrificanti ò prevista un'aliquota zero. Ma la funzione sociale del gasolio da riscaldamento porterebbe a una secca riduzione di quel prodotto, con un risparmio per il consumatore italiano di almeno 150 lire il litro. Secondo i calcoli della Commissione, se l'Italia si adeguasse ai tassi minimi per tutti i prodotti (benzina compresa) le entrate tributarie imputabili alle accise rimarrebbero invariate; mentre aumenterebbero dello 0,7% quelle legate all'Iva (calcolata in una forchetta fra il 14 e il 20%). L'effetto combinato delle due voci, che è neutro per i principali Paesi, porterebbe ad aumenti vistosi di fiscalità in Lussemburgo ( + 4,7%), Portogallo ( + 3,3) e Spagna ( + 2,3). A rimetterci sarebbe invece il fisco danese: -2,3 %. Fabio Galvano

Persone citate: Christiane Scrivener