«Su Ustica c'erano aerei libici» di Giovanni Bianconi

«Su Ustica c'erano aerei libici» Lo afferma un documento del Sismi di tre anni fa acquisito ieri dalla commissione parlamentare d'indagine «Su Ustica c'erano aerei libici» E i generali si contraddicono sul buio dei radar ROMA. La sera della strage di Ustica c'erano aerei militan libici che volavano nella zona dell'incidente. La notizia, varie volte adombrata ma mai confermata ufficialmente, è contenuta in un appunto del Sismi di tre anni fa, datato 25 settembre 1986, che ora è agli atti della commissione parlamentare d'inchiesta. Nella nota il servizio segreto militare comunica «l'esistenza parzialmente confermata di un'attività volativa di aerei militari libici nell'area del Mediterraneo Centrale contigua a quella ove è avvenuto l'incidente aereo in oggetto». Queste informazioni il Sismi le ha acquisite in proprio, senza rivolgersi all'Aeronautica. E il generale Romolo Mangani, all'epoca della strage comandante del terzo Centro operativo di controllo regionale di Martinafranca, interrogato ieri dalla commissione, ha detto di non sapere come si è arrivati a questa notizia. Ieri, inoltre, la commissione ha anche acquisito il dispaccio integrale dell'agenzia ufficiale libica «Jana», nella quale, secondo il senatore verde Marco Boato, «si parla chia ramente della presenza di Gheddafi su un aereo in volo quella famosa sera». C'erano dunque gli aerei militari del colonnello e, a detta di Tripoli, c'era lo stesso Gheddafi dalle pani in cui è stato abbattuto il Dc9 dell'Itavia con ottantuno passeggeri a bordo. Adesso diventa più concreta la possibilità che l'aereo «zombie», cioè «non amico e non identificato» segnalato dal maresciallo Loi in servizio a Marsala la sera dell'incidente, fosse proprio quello con Gheddafi. Ma i generali responsabili del controllo aereo continuano a sostenere che nei centri radar non venne segnalato nulla di anormale la sera del 27 giugno 1980. Lo dice Basilio Cottone, capo di stato maggiore dell'Aeronautica fra l'83 e l'86. E lo dice Mangani. I due sono stati interrogati ieri per l'intera giornata dalla commissione parlamentare sulle stragi. Cottone ha spiegato che quando assunse il comando dello stato maggiore, nel 1983, nessuno gli disse niente di Ustica. «Me ne occupai a seguito di qualche notizia apparsa sui giornali nell'84. Si diceva che l'Aeronautica avesse chiesto il segreto di Stato e quello militare sull'incidente, ma non era vero». Ma e sui nastri con le registrazioni di quello che ha visto il centro radar di Marsala che i due generali sono stati intrattenuti più a lungo a Palazzo San Maculo. Nel frattempo, a palazzo di giustizia, un altro generale, l'ex capo del servizio segreto del¬ l'Aeronautica Zeno Tascio, veniva interrogato dal giudice istruttore Bucarelli e dal pubblico ministero Santacroce. Tascio ha detto che l'H agosto '80 i'allora capo del Sismi Santovito (loggia P2) chiese una copia delle trascrizioni dei segnali radar registrati a Marsala. Il documento gli fu prontamente inviato, ma altre copie erano già state mandate ad altri enti dell'Aeronautica. Quando ciò avvenne era già in vigore l'ordine del pm Santacroce di sequestro di tutto il materiale concernente la sciagura di Ustica. Eppure al magi¬ strato il nastro arrivò solo nell'ottobre '80, mentre la trascrizione dei tracciati non l'ha mai avuta. Interrogato su questo punto, Mangani si è giustificato dicendo: «A quanto ricordo io l'ordine del magistrato faceva specifico riferimento ai nastri. E io disposi che venissero sigillati fin dal giorno successivo all'incidente e affidati ad un ufficiale consegnatario. Il giudice deve averli». Ciò che vide il centro di Marsala resta uno dei punti nodali del «giallo» di Ustica. E il mistero si infittisce con l'intromissione dei servizi segreti nel possesso di quelle carte. Agli atti el della commissione d'inchiesta c'è ora anche una lettera del colonnello Salme, all'epoca comandante del centro, nella quale si afferma che il radar rimase «accecato» dalle 21 alle 21,15 del 27 giugno '80. Nella versione ufficiale del «buco» dovuto all'esercitazione Synadex, invece, si è sempre detto che la registrazione si interrompe alle 21,04. I periti della commissione nominata dal giudice rilevarono però che effettivamente il buio compare dalle 21 in punto. Ma su un altro punto la testimonianza di Salme diverge dalle conclusioni dei periti. L'ufficiale parla di nove tracce lette dal radar prima dell'incidente oltre a quella dei Dc9, mentre i periti ne rilevarono ventitré. Giovanni Bianconi