Le confessioni di un elettore di Ernesto Galli Della Loggia

Le confessioni di un elettore Il voto per Roma: una scelta che non decide Le confessioni di un elettore CHI è chiamato a votare domenica prossima per il rinnovo del Consiglio comunale di Roma prova in questi giorni per diretta esperienza quale potenziale di sopraffazione adulteratrice della volontà e della scelta degli elettori sia contenuto nell'attuale sistema proporzionale che, come si sa, regola l'elezione tanto del Parlamento nazionale come di tutti i Comuni al di sopra dei cinquemila abitanti. Poiché sono tra gli elettori romani, parlerò per l'appunto della scelta che personalmente devo fare e dei problemi che ne vengono. Sono convinto che la democrazia cristiana debba perdere l'amministrazione della città ili Roma. Rappresentata da figure di politicanti di terz'ordine e spesso di dubbissima correttezza, semplici marionette senz'arte né parte dell'apparato andrcottiano che domina da decenni la capitale e la regione, la de e le sue giunte (Signorello, Giubilo) non hanno saputo combinare letteralmente nulla per porre rimedio ai molti mali dell'Urbe. I trasporti hanno continuato a non funzionare, i vigili urbani a brillare per assenteismo ed infingardaggine (e qualcosa di peggio), la sporcizia a regnare incontrastata, il trafficò ha progredito nella sua paralisi, le periferie nel loro sfasciumecaotico. Se si sta al governo ili una città con questi risultati è sacrosanto esserne cacciati. A questo punto, però, cominciano i problemi. Innanzitutto la de non ha certo govei nato ila sola, bensì sempre con giunte di pentapartito. Dunque, in teoria ed in pratica, liberali, repubblicani, socialdemocratici e socialisti, portano per intero la responsabilità politica del malgoverno della Città eterna. Certo, con la proporzionale é pressoché inevitabile che le giunte comunali siano giunte di coalizione, ma è anche vero, lino a prova contrarra, che nulla o nessuno prescriveva come obbligo ai suddetti partiti di collaborare vita naturai durame con la ile. Ciò che inoltre è decisivo — per chi come me reputa giuste» e indispensabile mandare la de all'opposizione - - è il fatto che né il ph, né il pri, né il psdi. né il psi danno all'elettore la minima garanzia che da qui ad un mese non entreranno di nuovo in una bella giunta con la democrazia cristiana. Ricevuto oggi il voto si riservano di usarlo domani come più farà loro comodo, grazie a una legge elettorale infame che dà ai partiti tutti i poteri e ai cittadini quasi nessuno. La turlupinatura maggiore — o almeno quella che io personalmente sento come tale — è che i vari Mammì, Ferri, Carraro e via dicendo, nei loro spot, spottini e manifestacci vari con cui stanno affollando l'etere e lordando da settimane la città (i repubblicani molto molto meno degli altri, per la verità) si presentano comepotenziali sindaci, in un'aura auterevolc - pensoso - pedagogica; laddove per i primi due la carica di sindaco è ovviamente esclusa a priori, e, per il terzo, sottoposta a beneplaciti e condizionamenti altrui tutti da accertare e da superare. La turlupinatura, però, non sta tanto qui: sta nel fatto che domani, non diventando sindaci, i vari Mammì, Ferri e Carraro, naturalmente non ci penseranno un attimo a dimettersi dal Consiglio comunale o a farvisi vedere una volta ogni morte ili papa. Appena strappato il mio voto scapperanno sicuramente per tornare ai loro più interessanti affari ili ministro, di eurodeputato o di che altro sia. Dunque, sembrerebbe ragionevole che per mandare la de all'opposizione non resti altra scelta che quella di votare per l'opposizione, il che naturalmente vuol dire prima di ogni altra cosa il pei. Soprattutto trattandosi di elezioni amministrative, personalmente non avrei molti problemi a farlo: in fondo, ai loro tempi le giunte di sinistra hanno fatto cose men che medioeri ma almeno si sono sforzatedi fare. Il guaio è, però, che anche scegliendo in questa direzione il cittadino romano si ritrova prigioniero di una logica estranea ad ogni sua intenzione e che finisce per strumentalizzarlo del tutto. Se inlatti egli vota comunista affinché il pei vada a dirige- Ernesto Galli della Loggia CONTINUA A PAGINA 2 PHIMA COlONNA

Persone citate: Carraro, Giubilo, Mammì, Signorello

Luoghi citati: Roma, Urbe