Acna, cresce la tensione

Acna, cresce la tensione Gli operai bloccano strade e ferrovia: «La fabbrica deve riaprire» Acna, cresce la tensione Dopo il referendum anti-inceneritore CENCIO. Da ieri le strade di comunicazione da e per il Piemonte, attraverso la Valle Bormida, ad eccezione dell'autostrada Savona-Torino e della statale Cairo-Cortemilia, sono bloccate dai lavoratori dell'Acna e dalla popolazione di Cengio per protesta contro la mancata revoca dell'ordinanza di chiusura dello stabilimento da parte del ministro Giorgio Ruffolo. Stamattina alle 7 scattano altri blocchi che isoleranno totalmente la Valle Bormida. La protesta costituisce una prima risposta al referendum dei quarantini comuni delle province di Asti e Cuneo che hanno votato massicciamente contro l'installazione dell'inceneritore «Re.Sol»: un pronunciamento che equivale alla richiesta di chiusura definitiva dell'Acna perché l'impianto costituisce una delle misure di risanamento imposte per la prosecuzione dell'attività produttiva dell'azienda. Contro l'inceneritore dei rifiuti chimici dell'Acna si è pronunciato il 94% dei votanti. Un plebiscito che neppure i promotori si aspettavano e che cercheranno di fare pesare sulle decisioni del ministro Ruffolo sul «caso Acna». I «no» hanno prevalso in modo massiccio anche nei paesi interessati dal problema occupazionale legato alla ripresa dell'attività produttiva dello stabilimento. Qui la percentuale dei «no» è scesa all'81%. A Saliceto, che conta più di cento dipendenti dell'Acna, i «no» sono stati 773, contro 222 «sì», a Monesiglio e Camerana si contano, rispettivamente, 521 e 489 voti contrari, contro i 63 e 60 «si». Nei dodici comuni della provincia di Asti la percentuale dei «no» sale a quasi il 97% , con punte di oltre il 98% a San Gior- gio Scarampi. Sergio Gamba, sindaco di Cengio eletto come indipendente nelle liste del psi liquida il risultalo della consultazione con un secco: «Non ci riguarda e non cambia nulla». Analoga l'opinione di Ruffolo, che ha detto: «Non credo proprio che il governo debba cambiare opinione rispetto al risultato di un referendum che, non dimentichiamolo, è solo consultivo. Il governo deve rispondere al Parlamento». Esponenti sindacali e operai sono decisi a proseguuire la lotta ad oltranza, fino all'occupazione dello stabilimento, per ottenere dall'Enimont e dal Governo garanzie per l'immediata ripresa produttiva. Temono un disimpegno della proprietà che, a causa del rinvio della lunga fermata degli impianti, potrebbe giudicare compromessa la sua posizione sul mercato. Angelo Billia, del consiglio di fabbrica, dice: «L'Enimont deve dirci chiaramente cosa vuole fare dell'Acna. Comunque, non accetteremo la cassa integrazione». Il sindaco di Cengio ha inviato un telegramma al presidente del Consiglio. Giulio Andreotti, in cui chiede un incontro per sabato prossimo. «Nonostante i 100 miliardi spese in opere di risanamento ambientale — dice — il perdurare della chiusura potrebbe provocare un disimpegno dell'azienda». Per le 14 di oggi è prevista una riunione del consiglio di fabbrica, degli esponenti sindacali provinciali cui parteciperanno anche i segretari nazio¬ nali della Uil, Carlo Testa, e Natale Mani incili della Cisì. Mercoledì maestranze e esponenti sindacali occuperanno la sede del Consiglio regionale. A Cengio, il blocco della ferrovia e della statale si è iniziato poco dopo le 9. Alle 14 e 30 anche la statale 28 bis è stata occupata. In questo clima di tensione, domenica scorsa, si sono inseriti due episodi che sono al vaglio dei carabinieri. Renato Prandi, vicecapostazione a Cengio, ha denunciato intimidazioni. Contro Maurizio Manfredi, esponente di «Rinascita della Valle Bormida», è stata prcannunciata una denuncia per provocazioni e ingiurie da parte di alcuni operai dell'Acna. Bruno Balbo Proseguono, nonostante il referendum abbia «bocciato» l'inceneritore, i lavori per la riapertura dell'Acna