Shevardnadze chiede scusa al mondo di Emanuele Novazio

Shevardnadze chiede scusa al mondo Il ministro sovietico rassicura in Parlamento gli alleati: «Rispetteremo la vostra autonomia» Shevardnadze chiede scusa al mondo Mea culpa per l'Afghanistan e il radar di Krasnoyarsk MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'invasione sovietica dell'Afghanistan è stata una «violazione grossolana delle norme morali e dei valori comuni dell'umanità», oltre che della legislazione sovietica. Davanti al Parlamento dell'Urss, il ministro degli Esteri Eduard Shevardnadze ha fatto ieri la più grave ammissione di «colpa» mai pronunciala finora da un dirigente sovietico su una decisione politica Una ammissione senza precedenti che sembra alludere anche alle vicende interne ai Paesi dell'alleanza socialista, e che è stata accompagnata da un'altra rivelazione clamorosa, la consapevole «aperta violazione» sovietica del trattato ABM con la costruzione delradar di Krasnoyarsk, in Siberia: «La direzione sovietica non era stata subito informata di tutta la verità», «ci sono voluti quattro anni per venirne a capo», ha detto Shevardnadze, con un'allusione, forse, al ruolo svolto dai militari. Se finora il Cremlino aveva scelto la denuncia politica per seppellire l'avventura afghana, il discorso di ieri sancisce il ripudio totale di una vicenda fra le più controverse e sofferte. Perché, ha detto ancora She vardnadze, la decisione «è stata presa dietro le spalle del partito e del popolo», e «in violazione delle norme dol partito». I responsabili, dunque, sarebbero passibili di peni' severe ma gli uomini che hanno gettato il Paese all'avventura afghana, Leonid Breznev e Andrei Grcmyko, a quel tempo responsabile della diplomazia sovietica, sono scomparsi entrambi. Guanto a Gorbaciov «il caso vuole che si trovasse con me. al momento dell'intervento: abbiamo appreso la notizia dalla radio e dai giornali», ha detto Shevardnadze. Ma il suo riferimento all'Afghanistan, contiene un importante riferimento alle vicende dei Paesi del Patto di Varsavia. L «emergenza di forze alternative nell'arena po- litica di alcuni di questi Paesi non significa che questi Stati non siano più nostri vicini, amici e alleati», ha insistito il ministro: perche «le relazioni dell'Urss con i Paesi socialisti si ba.sano sull'eguaglianza di sovranità, sull'inammissibiltà di interferenze negli affari interni e sul riconoscimento del diritto di ogni Paese a una libertà di scelta assoluta. Il taglio col passato è consumato, e le fondamenta del «nuovo comportamento» nelle relazioni con i Paesi socialisti sono riaffermate con un vigore inedito Perché Shevardnazde ha formalizzalo «davanti ai rappresentanti del popolo» quanto già era emerso in interventi diversi: non ci saranno più «aiuti fraterni» come e avvenuto in Ungheria, come è avvenuto in Cecoslovacchia, come e avvenuto in Afghanistan. «Se il Parlamento dovesse in futuro prendere decisioni immorali in politica estera», ha detto, «darei le dimissioni». Emanuele Novazio

Persone citate: Andrei Grcmyko, Eduard Shevardnadze, Gorbaciov, Leonid Breznev, Shevardnadze